Analisi dell’evento meteo estremo del 1985
La storia meteorologica italiana è costellata di eventi estremi che hanno segnato la memoria collettiva. Tra questi, l’ondata di gelo e neve che ha colpito l’Italia nel gennaio del 1985 rappresenta un punto di riferimento fondamentale per comprendere i limiti e la possibile ricorrenza di simili fenomeni nel nostro Paese. Studiando gli eventi passati, possiamo acquisire una maggiore consapevolezza dell’impatto che tali condizioni climatiche possono avere su un’Italia moderna, dotata di tecnologie avanzate e preparata ad affrontare intense ondate di freddo e nevicate prolungate.
Dal gelo record alle grandi nevicate
Il gelo del 1985 è ricordato come una tempesta perfetta, un evento che ha messo a dura prova la resistenza del territorio italiano. In questo articolo, ci concentreremo in particolare sulla massiccia nevicata che ha ricoperto un suolo già ghiacciato da giorni, a seguito di temperature estremamente basse, tipiche di severe ondate di gelo come quella di allora. Questo approfondimento non si propone come un bollettino meteorologico, bensì come un’analisi storica e climatologica.
Secondo molti scienziati, il riscaldamento globale potrebbe intensificare i fenomeni di gelo e neve, un’esperienza che si sta manifestando a livello globale. Nonostante l’attuale mitezza dell’inverno in Italia, non possiamo trarre conclusioni certe su ciò che ci riserverà il resto della stagione fredda. Ora, passiamo alla descrizione del 12 gennaio 1985, una giornata che ha visto temperature ancora più rigide in Toscana e l’inizio delle grandi nevicate nel Nord Italia.
Il 12 gennaio di quell’anno, Firenze Peretola ha superato il proprio record di freddo, scendendo a -23,2°C, mentre nel centro città si sono registrati -10,6°C. Anche Empoli e Fiorenzuola hanno sperimentato temperature estreme: -23,5°C e -26°C rispettivamente. In altre zone, come il lucchese e nei pressi di Volterra, il termometro è sceso ben al di sotto dei -20°C, con una minima “non ufficiale” di -29°C.
Le temperature in Romagna sono state altrettanto notevoli: Forlì a -19°C, Rimini a -17,2°C, Cervia a -16,5°C, Marina di Ravenna a -13,8°C. Ecco alcune delle temperature minime e massime registrate in Italia in quella giornata: Bolzano -13/-3°C, Torino -13/-1,5°C, Cuneo -8/-3°C, Milano -13,4/-5,5°C, Trieste -3/3,3°C, Venezia -10/1,1°C, Bologna -12/-4,8°C, Genova 0/5°C, Pisa -14/2°C, Firenze -23,2/0°C, Perugia -16/-1°C, Ancona -10/1,3°C, L’Aquila -17/-6°C, Pescara -5/5,6°C, Roma -6/2°C, Campobasso -6/-1°C, Napoli -2,4/+5°C, Potenza -9/-1°C.
La fine del gelo con la neve su parte d’Italia
Quando in Europa si è registrato un calo del freddo, in Italia si sono previste nevicate più intense. Sia in televisione che sui giornali si è annunciata una nuova ondata di aria artica proveniente dalla Russia, che, incontrando aria più mite e umida risalente dal Mediterraneo Occidentale, ha portato estese nevicate su tutta l’Italia centro-settentrionale.
Tuttavia, questa volta il vento di scirocco ha raggiunto il Sud, limitando le nevicate ingenti al Nord Italia. La nuova ondata artica dalla Russia ha influenzato l’Europa Settentrionale e Orientale, con una seconda metà del mese ancora più fredda. In Italia, invece, si è avviata verso la conclusione la grande ondata di gelo.
Secondo i dati del servizio meteorologico dell’Aeronautica, nei primi 11 giorni di gennaio 1985, le temperature minime nelle città italiane sono state inferiori di 4-7 gradi rispetto alla media dal 1950. Solo in Sicilia, le temperature sono rimaste vicine ai valori normali, con una differenza di circa 1 grado. I giorni successivi hanno segnato l’inizio delle grandi nevicate nel Nord Italia, con accumuli davvero imponenti.
Impatto e ricorrenza dei fenomeni estremi
La comprensione degli eventi meteo estremi come quello del 1985 è fondamentale per valutare la vulnerabilità del nostro Paese di fronte a simili situazioni. Sebbene il cambiamento climatico possa aver allungato i tempi di ritorno delle grandi ondate di gelo in Europa, la severità di questi eventi non è scomparsa e, occasionalmente, possono verificarsi ondate di gelo di forza inusitata come in passato. In Italia, fenomeni di questo tipo, un tempo considerati rari, sono ora del tutto eccezionali.
La memoria di questi eventi deve servire da monito per una maggiore preparazione e resilienza. L’analisi storica e climatologica ci permette di anticipare e mitigare l’impatto di future ondate di freddo e nevicate prolungate, garantendo così la sicurezza e il benessere dei cittadini. La storia ci insegna che, nonostante i progressi tecnologici e le conoscenze acquisite, la natura può sempre riservarci sorprese, e solo una società informata e preparata può affrontarle con successo.