Il ritorno dell’alta pressione in Italia
L’Italia si appresta a vivere un periodo caratterizzato dal dominio dell’alta pressione, un fenomeno che si ripete ogni inverno e che quest’anno sembra voler prolungarsi per oltre una settimana. Le previsioni meteo attuali indicano che questa fase potrebbe estendersi fino a fine gennaio, con possibili grandi movimenti atmosferici in arrivo nel periodo successivo.
Le prospettive per febbraio
Il mese di febbraio potrebbe riservare delle sorprese, con la possibilità di un’ondata di gelo di origine russo-siberiana. Il forte anticiclone europeo potrebbe spingersi verso nord, creando il cosiddetto Ponte di Weikoff, che permetterebbe all’aria calda di risalire dall’Atlantico verso il Regno Unito e la Norvegia, favorendo la discesa di masse d’aria più fredde dalla Russia verso l’Europa Centro-Orientale e il Mediterraneo. Nel frattempo, l’Europa continua a registrare una notevole presenza di neve al suolo.
Le aspettative per gennaio e la realtà
Le previsioni per il mese di gennaio avevano lasciato presagire scenari differenti, con molti che si chiedevano dove fosse finito il grande freddo annunciato per l’Italia. In realtà, il gelo è rimasto confinato più a nord e non ha trovato la spinta necessaria per raggiungere con decisione le nostre latitudini, modificando così le aspettative per le basse temperature e l’evoluzione del tempo.
Le manovre invernali verso febbraio
Un possibile cambiamento
Per il mese di febbraio si prevede un cambiamento, che potrebbe non avere ripercussioni significative in Italia. Un nuovo riscaldamento della stratosfera potrebbe influenzare il Vortice Polare, introducendo una fase di instabilità. Sebbene i dettagli siano ancora incerti, le previsioni del Centro Meteo Europeo indicano temperature invernali per l’Italia a partire da inizio febbraio, con precipitazioni sopra la media per il Centro-Sud. Questo potrebbe portare le tanto attese nevicate, anche a quote basse.
L’importanza di monitorare la stratosfera
È fondamentale tenere sotto controllo la stratosfera, poiché potrebbe determinare un cambiamento delle correnti atmosferiche a bassa quota, trasportando aria fredda dalla Siberia verso l’Europa. Tuttavia, al momento queste rimangono solo ipotesi. È bene ricordare che in passato abbiamo assistito a periodi miti in dicembre e gennaio, seguiti da ondate di freddo tardive. Affermare fin d’ora che avremo solo ondate di freddo tardive sarebbe prematuro.
Ad esempio, l’ondata di freddo di febbraio 2012 arrivò in un periodo tipico per il gelo in Italia. Anche a fine gennaio 2005 ci fu un’irruzione di freddo, con varie incursioni di aria fredda che raggiunsero l’Italia, principalmente polare e a tratti artico-marittima, seguite da un’irruzione di aria continentale piuttosto rigida a fine febbraio e inizio marzo. Quel febbraio fu particolarmente freddo, ma prima di fine gennaio il clima era stato molto mite.
Nel 2018, abbiamo assistito a uno degli inizi d’anno più insoliti in termini climatici in Europa. Dopo un gennaio eccezionalmente mite, febbraio ha portato un’ondata di freddo siberiano storica, che ha influenzato il clima fino ai primi di marzo. Un’analisi dettagliata basata sui dati NOAA e sugli esperti meteorologici ha evidenziato la complessità e l’impatto di questo evento.
L’inverno italiano è notoriamente variabile e prevedere quando arriverà il freddo non è semplice, data la moltitudine di fattori in gioco. Negli ultimi dieci anni si è osservata una tendenza agli anticicloni invernali sempre più forte. Secondo le attuali proiezioni, questo anticiclone dovrebbe scomparire entro una decina di giorni.