Un metodo rivoluzionario per prevedere l’arrivo di onde gigantesche in mare aperto: è affidabile?
Nell’immensità e nell’incertezza dell’oceano, si generano onde gigantesche ribelli, conosciute anche come “Rogue Waves” o “Freak Waves”. Queste onde, anormalmente grandi, si manifestano all’improvviso, costituendo un rischio notevole per le navi e le infrastrutture marittime. La loro formazione può essere ricondotta a un fenomeno chiamato interferenza costruttiva, in cui diverse onde si muovono a velocità e direzioni diverse, accumulandosi e intensificandosi reciprocamente, dando origine a onde di dimensioni enormi.
Per contrastare questa minaccia, due ricercatori hanno ideato un sistema di previsione avanzato, che utilizza dati raccolti da boe marine e l’intelligenza artificiale (IA) per anticipare l’arrivo di queste onde gigantesche. Questo strumento rivoluzionario, che ha dimostrato una capacità di rilevamento degli eventi del 75%, è stato illustrato in dettaglio in un articolo pubblicato sulla rivista Scientific Reports.
Il sistema si basa su 14 milioni di dati, raccolti ogni 30 secondi, che comprendono misurazioni dell’altezza della superficie marina. Questi dati provengono da 172 boe dislocate lungo le coste degli Stati Uniti e nelle isole del Pacifico. L’obiettivo principale è addestrare l’IA a riconoscere i modelli che potrebbero segnalare la formazione di nuove onde gigantesche.
Questo strumento di previsione non solo offre la possibilità di avvertire in anticipo le navi in mare aperto, ma consente anche di adottare misure preventive, come la modifica delle rotte navali, per evitare incontri pericolosi con queste onde imprevedibili. Inoltre, l’integrazione di ulteriori dati analitici, come la velocità del vento e la profondità dell’acqua, potrebbe incrementare notevolmente l’accuratezza del sistema.
Gli autori dello studio, tra cui Balakumar Balachandran, suggeriscono che le tecniche utilizzate nel sistema di previsione potrebbero essere applicate anche per comprendere e prevedere altri eventi estremi legati al meteo e all’ambiente marino. Questa ricerca apre la strada a futuri sistemi di allarme precoce che potrebbero proteggere efficacemente vite e beni dalle devastanti conseguenze delle onde anomale.