La vegetazione e il suo lento risveglio dopo il riscaldamento globale: un viaggio lungo un milione di anni
Un gruppo di ricercatori provenienti da diverse parti del mondo, tra cui specialisti dell’ETH Zurigo, dell’Università dell’Arizona, dell’Università di Leeds, del CNRS di Tolosa e dell’Istituto Federale Svizzero per la Ricerca su Neve, Foresta e Paesaggio, ha recentemente condotto uno studio per esaminare la reazione della vegetazione di fronte a incrementi drammatici delle temperature e il loro effetto sui sistemi di controllo del meteo basati sul carbonio. Attraverso l’uso di analisi geo-chimiche degli isotopi nei sedimenti e un modello avanzato che incorpora la vegetazione, gli scienziati hanno indagato come il sistema terrestre risponde a un rilascio massiccio di carbonio causato da attività vulcaniche.
Il modello ha permesso di esaminare tre importanti cambiamenti meteorologici nella storia geologica, tra cui l’evento delle Trappole Siberiane, che circa 252 milioni di anni fa provocò l’estinzione di massa del Permiano-Triassico, con un incremento delle temperature globali di circa 5-10 gradi Celsius. Questo evento ha causato la più devastante estinzione nella storia geologica a causa del rilascio di circa 40.000 gigatonnellate di carbonio nell’arco di 200.000 anni.
Il risveglio della vegetazione dopo tale evento ha richiesto milioni di anni, durante i quali il sistema di controllo del meteo basato sul carbonio della Terra è risultato debole e inefficiente, prolungando il riscaldamento globale per un lungo periodo. Lo studio ha messo in luce che la gravità di tali eventi dipende dalla velocità con cui il carbonio emesso può essere riassorbito nell’interno terrestre, attraverso l’erosione dei minerali silicatici o la produzione di carbonio organico, che rimuove il carbonio dall’atmosfera terrestre.
Inoltre, il tempo necessario affinché il meteo raggiunga un nuovo stato di equilibrio dipende dalla rapidità con cui la vegetazione si adatta all’aumento delle temperature. Alcune specie si sono adattate evolvendosi o migrando verso regioni più fresche, mentre altre non sono riuscite a migrare o adattarsi all’aumento sostenuto delle temperature, lasciando un’impronta geo-chimica sulla evoluzione del meteo per migliaia, se non milioni, di anni.
Questo studio evidenzia l’importanza della vegetazione nel regolare il ciclo del carbonio e nel mitigare i cambiamenti meteorologici. In un’epoca di rilascio accelerato di gas serra e deforestazione globale, i risultati servono come un avvertimento per la comunità internazionale sull’urgenza di proteggere gli ecosistemi naturali e di agire contro il cambiamento del meteo. La ricerca dimostra che la distruzione della vegetazione può aumentare la durata e la gravità del riscaldamento globale, potenzialmente impiegando milioni di anni per raggiungere un nuovo equilibrio meteorologico stabile a causa della ridotta capacità della vegetazione di regolare il ciclo del carbonio della Terra.