Il mutamento del meteo è una delle problematiche ambientali più critiche del nostro secolo, con effetti che comprendono fenomeni meteorologici estremi come aridità, incendi forestali e allagamenti. La causa principale di questa situazione è l’emissione di gas a effetto serra nell’atmosfera, prodotti dalle attività umane, che trattenendo il calore innalzano la temperatura del pianeta.
Gli aerosol, come le particelle PM2.5, non solo incidono sulla salute pubblica, ma influiscono anche sul meteo terrestre attraverso l’assorbimento e la diffusione della luce solare e la modifica delle caratteristiche delle nubi. Nonostante siano state effettuate previsioni sul futuro mutamento del meteo, gli effetti potrebbero essere più gravi di quanto previsto. È quindi fondamentale monitorare il mutamento del meteo con accuratezza e prontezza.
Un gruppo di studiosi giapponesi, guidato dal professor Hitoshi Irie del Centro per la Telerilevazione Ambientale dell’Università di Chiba, ha adottato un metodo innovativo per esaminare l’effetto del mutamento del meteo sulla inquinamento atmosferico transfrontaliero nell’area a valle della Cina, utilizzando gli aerosol come indicatori. Questa tecnica ha permesso di creare un nuovo indicatore per il monitoraggio del mutamento del meteo.
Il professor Irie ha evidenziato l’importanza dei dati osservativi, poiché nelle scienze naturali legate allo studio della Terra, l’obiettivo finale è comprendere quantitativamente i processi terrestri per cercare verità immutabili. Con l’ausilio dei principali satelliti di osservazione della Terra del Giappone, come le serie GCOM, GOSAT, Himawari e ALOS, il gruppo mira a integrare queste osservazioni con simulazioni numeriche e metodologie di data science per mitigare gli impatti della crisi climatica.
Il gruppo di ricerca comprendeva anche Ying Cai della Scuola di Scienze e Ingegneria dell’Università di Chiba, il Dr. Alessandro Damiani del Centro per l’Adattamento ai Cambiamenti Climatici, l’Istituto Nazionale per gli Studi Ambientali, il Dr. Syuichi Itahashi e il professor Toshihiko Takemura dell’Istituto di Ricerca per la Meccanica Applicata dell’Università di Kyushu, e il Dr. Pradeep Khatri della Facoltà di Scienze e Ingegneria dell’Università di Soka.
Nel loro studio, gli studiosi hanno analizzato i set di dati sulla profondità ottica degli aerosol (AOD) derivati dai satelliti, insieme a dataset di rianalisi e simulazioni numeriche focalizzate sull’Oceano Pacifico nell’area a valle della Cina, coprendo un periodo di 19 anni, dal 2003 al 2021. Hanno sviluppato una nuova metrica, denominata RAOD, che sfrutta il potenziale degli aerosol come indicatori per valutare l’impatto del mutamento del meteo sui percorsi dell’inquinamento atmosferico transfrontaliero. Questo studio ha rivelato che le variazioni temporali significative nel trasporto degli aerosol, causate dal mutamento del meteo, erano maggiori rispetto alle variazioni meteorologiche annuali.
Inoltre, le tendenze stagionali indicavano che gli aerosol si spostavano da ovest a est durante la primavera e l’inverno, e verso nord durante l’estate, evidenziando un cambiamento nei percorsi dell’inquinamento transfrontaliero a causa del riscaldamento globale.