La primavera e la seconda metà dell’inverno hanno visto il Nord Italia sperimentare un meteo particolarmente piovoso, che ha portato un’abbondanza di neve sulle Alpi. A metà giugno, le quantità di neve tra i 2500 e i 3000 metri erano notevoli, soprattutto in confronto alle stagioni precedenti, che spesso si sono rivelate disastrose.
Aspettative di una stagione mite
Un inizio di agosto non promettente!
Il vero problema è che ci attendono ancora i mesi di agosto e, potenzialmente, settembre, durante i quali il manto nevoso potrebbe ridursi ulteriormente. La stagione di scioglimento non si conclude ora, ma continuerà per almeno altre sei settimane. La situazione è molto preoccupante, dato che il cambiamento del meteo ha avuto un impatto devastante sul meteo alpino, che è un “hot spot climatico”, ovvero una zona che risente maggiormente dei cambiamenti rispetto ad altre parti del mondo.
Un bilancio non positivo
Nonostante tutto, è fondamentale ricordare che i dati ufficiali saranno resi noti alla fine dell’estate. Le autorità competenti, sia pubbliche che private, di solito analizzano le perdite tra la prima e la seconda decade di settembre. Tuttavia, sappiamo già che anche quest’anno, sebbene non catastrofico, sarà comunque negativo.