La Sicilia è attualmente alle prese con una crisi agricola di proporzioni significative, dovuta a un caldo insostenibile e a una prolungata siccità. Questa situazione ha sollevato serie preoccupazioni per il futuro dell’agricoltura sull’isola. Le temperature record, che hanno spesso superato i 40 gradi Celsius, hanno messo a dura prova la resistenza delle colture e degli allevamenti, costringendo alcuni agricoltori a pensare alla vendita degli animali a causa della mancanza di foraggio e acqua.
Il Servizio Meteorologico Siciliano (SIAS) ha confermato che il mese di giugno ha registrato temperature ben superiori alla media. Questo caldo insopportabile, combinato con un anno quasi senza piogge, ha causato una drastica riduzione del 70% nella produzione di foraggio, come riportato da Coldiretti, la principale associazione di agricoltori in Italia.
La situazione idrica è altrettanto critica, con i principali bacini idrici dell’isola quasi vuoti. Liborio Mangiapane, proprietario di una fattoria e produttore di formaggio, ha osservato con preoccupazione il suo bacino idrico, ormai quasi asciutto, che solitamente serve per dissetare le sue 100 mucche e 150 pecore. Nonostante le autorità locali abbiano imposto un razionamento dell’acqua, la domanda continua a crescere a causa delle elevate temperature.
In risposta alla crisi, camion cisterna arrivano nelle fattorie per rifornire le scorte d’acqua, ma la quantità è talmente limitata che, secondo Mangiapane, “quando arriva un autobotte da 10.000 litri, se arriva oggi, domani sarà già finita”.
Nella provincia di Caltanissetta, una delle più colpite dalla siccità, i laghi si sono ridotti a pozzanghere. Luca Cammarata, un altro agricoltore locale, ha descritto come le sue pecore cercano disperatamente acqua in un bacino che si è completamente prosciugato, rendendo impossibile continuare l’allevamento basato sul pascolo.
Di fronte a questa situazione disperata, Mangiapane ha criticato il governo per la mancanza di interventi efficaci, nonostante l’agricoltura non abbia prodotto profitti per un intero anno, senza grano né foraggio per gli animali. Ha espresso la speranza che questa crisi serva da campanello d’allarme per il governo, affinché adotti soluzioni a lungo termine piuttosto che applicare soluzioni temporanee a una crisi sempre più pressante.
A maggio, il governo nazionale ha dichiarato lo stato di emergenza per la siccità in Sicilia, stanziando 20 milioni di euro per l’acquisto di autocisterne, la perforazione di nuovi pozzi e la riparazione di acquedotti perdenti. Queste misure dovrebbero permettere una raccolta più efficiente delle acque piovane e rendere l’isola più autonoma grazie a una maggiore sfruttamento dei suoi acquiferi.
La visione dei bacini idrici siciliani incrinati è un chiaro promemoria che il caldo estremo e le frequenti siccità sono diventati la nuova normalità. Giulio Boccaletti, direttore scientifico del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), ha sottolineato che la frequenza delle siccità aumenterà e che sarà fondamentale riconsiderare l’uso delle scarse risorse idriche, soprattutto in agricoltura, per garantire che ogni goccia d’acqua sia utilizzata nel modo più efficace possibile.