Le ondate di calore, accompagnate da un’afa soffocante e notti insonni, sono un fenomeno che si ripete ogni estate. Spesso, per dimostrare la normalità di tali eventi, si ricorre alla consultazione di vecchie edizioni di giornali. Il messaggio che si vuole trasmettere è semplice: “È estate, è normale che faccia caldo”. Tuttavia, il vero nodo della questione non risiede nella singola ondata di calore, ma piuttosto nelle variazioni di frequenza, intensità e persistenza di questi eventi nel corso del tempo.
Un viaggio nel passato
Per sostenere l’argomento, si citano spesso esempi di caldo estremo del passato, come i 38 gradi registrati a Roma nel luglio del 1967, l’onda di calore del 1964, il torrido luglio 1983, o il caldo insopportabile che colpì Torino nel 1952, causando proteste sindacali tra gli operai delle fabbriche in Piemonte. Sebbene sia vero che le ondate di calore sono sempre state parte integrante del nostro meteo, in passato tali eventi erano di durata più breve e di portata più limitata, influenzando di conseguenza in misura minore la media mensile delle temperature.
Due esempi a confronto
Prendiamo ad esempio il luglio del 1967: nonostante una forte ondata di calore nella terza decade del mese, la temperatura media mensile fu di circa 2 gradi inferiore a quella registrata nel mese appena trascorso. Questo dimostra che, nonostante episodi di caldo intenso, il mese si concluse con valori termici significativamente più bassi rispetto a quelli attuali. Al contrario, nelle ultime settimane abbiamo assistito a un caldo severo e persistente, causato da condizioni meteo stabili, con la presenza costante di un promontorio nordafricano e il trasporto di aria subtropicale.
Un’analisi statistica
Un singolo episodio di caldo transitorio non modifica in modo significativo il bilancio termico mensile, in quanto viene bilanciato da periodi di fresco o addirittura di freddo. Tuttavia, un evento di caldo intenso e soprattutto persistente lascia un’impronta indelebile sul bilancio termico. Questo accade perché le condizioni meteo successive non riescono a compensare l’anomalia creata. Il punto cruciale, quindi, non è la presenza di ondate di calore, ma il cambiamento nelle loro caratteristiche meteo: intensità, frequenza e soprattutto persistenza sono aumentate in modo esponenziale, trasformando l’estate in una sorta di quinta stagione, spesso difficile da sopportare per molti.