Il meteo, con le sue variazioni, rappresenta un’incognita di rilevante importanza per le future produzioni agricole. Questo è dovuto principalmente alla nostra limitata comprensione degli effetti che le ondate di calore straordinarie possono avere sulle colture. Questo problema è ulteriormente complicato dalla mancanza di monitoraggi regolari e sistematici durante i periodi di temperature estreme registrati in passato.
Una ricerca condotta da studiosi della Stanford University e della Oklahoma State University, pubblicata su Nature Climate Science, ha analizzato nove anni di dati satellitari relativi ai campi coltivati nel nord dell’India, focalizzandosi sul fenomeno del disseccamento del frumento a seguito di temperature superiori ai 34 gradi. I risultati mostrano un’accelerazione notevole nel disseccamento delle colture in concomitanza con l’aumento delle temperature medie, rendendo le ondate di calore più intense, frequenti e prolungate. Il deterioramento delle condizioni delle colture è risultato più marcato rispetto all’aumento delle temperature stesse.
Inoltre, il deterioramento delle colture avviene a un ritmo più veloce rispetto all’aumento delle temperature, suggerendo che le attuali simulazioni al computer potrebbero sottovalutare l’impatto del riscaldamento globale. Secondo questa ricerca, i danni previsti alle colture a seguito di un aumento medio delle temperature di circa 2 gradi potrebbero essere sottostimati addirittura del 50%.
Questo scenario potrebbe riguardare anche l’Italia. Nel nostro paese abbiamo una grande varietà di colture e quindi è possibile che i risultati di questo studio possano essere applicati anche al nostro contesto. Il disseccamento dei grani a seguito dell’esposizione a temperature vicine o superiori a 40 gradi non è un’eventualità così lontana e i risultati sono alquanto allarmanti.
Possiamo affermare che il rischio di un’accelerazione significativa nel disseccamento delle colture a causa dell’aumento delle temperature medie, che le espone a ondate di calore sempre più intense, frequenti e prolungate, è molto reale. In altre parole, il deterioramento delle condizioni delle colture monitorate sarebbe addirittura di entità maggiore rispetto all’aumento corrispondente delle temperature.
Ecco perché le ondate di calore estreme non hanno alcun vantaggio. Oltre a essere dannose per la popolazione, sono altrettanto dannose per le colture, causando un drastico calo della loro produttività, nonostante l’irrigazione artificiale.