Un nuovo approccio per l’immagazzinamento del carbonio
Un team di ingegneri dell’Università del Texas ha recentemente proposto un metodo rivoluzionario per l’immagazzinamento del carbonio, secondo quanto riportato in uno studio pubblicato l’8 luglio sulla rivista ACS Sustainable Chemistry & Engineering. Questa tecnica, frutto di cinque anni di ricerche guidate dal professore associato di ingegneria meccanica Vaibhav Bahadur, potrebbe rappresentare un’arma in più nella lotta contro i cambiamenti del meteo.
Il metodo Bahadur: cattura e stoccaggio del carbonio
Il processo ideato dal gruppo di Bahadur prevede la cattura del carbonio dall’aria e la sua trasformazione in idrati, solidi formati da anidride carbonica e acqua, per poi essere immagazzinati nei fondali oceanici. Questa tecnica non necessita di acceleranti chimici e minimizza il rischio di fughe di carbonio, un problema frequente nelle altre tecniche di sequestro del carbonio. A differenza delle metodologie più comuni, che richiedono l’iniezione di carbonio nel suolo e specifiche caratteristiche del terreno, l’approccio di Bahadur sfrutta l’oceano come deposito, ampliando notevolmente le possibilità di sequestro del carbonio a livello globale.
La lotta ai cambiamenti del meteo: una sfida per l’umanità
Bahadur ha sottolineato l’importanza vitale della lotta ai cambiamenti del meteo, definendoli come la sfida più grande per l’umanità. Ha evidenziato come le variazioni del meteo possano avere effetti devastanti non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo, rendendo necessarie soluzioni efficaci come la cattura e il sequestro del carbonio, considerati come una sorta di “polizza assicurativa” contro future catastrofi ambientali.
Incremento della produzione di idrati e necessità di ulteriori soluzioni
Secondo lo studio, il team ha aumentato la produzione di idrati di sei volte, accelerando la possibilità di immagazzinare carbonio in modo efficiente per mitigare gli effetti dei cambiamenti del meteo. Tuttavia, Mark Hamalian, studente di dottorato in ingegneria meccanica, ha sottolineato che, nonostante l’efficacia del loro metodo, la lotta al riscaldamento globale richiede un impegno più ampio e la ricerca di ulteriori soluzioni.
Obiettivi dell’Accordo di Parigi e la necessità di sequestrare più carbonio
Awan Bhati, autore principale dello studio, ha evidenziato che la capacità attuale di cattura e stoccaggio del carbonio nel mondo si attesta tra i 40 e i 50 megatonnellate, mentre per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, che prevede emissioni nette zero di carbonio entro il 2050, sarebbe necessario sequestrare e immagazzinare tra i 10 e i 40 gigatonnellate di carbonio all’anno.
Prospettive future: la commercializzazione della tecnologia
Bahadur ha annunciato che il suo team sta lavorando alla commercializzazione della loro tecnologia, avendo già presentato il metodo a diverse compagnie nel settore petrolifero e del gas. Ha espresso orgoglio per il lavoro svolto e ottimismo riguardo al potenziale impatto che la ricerca del suo gruppo potrà avere sull’umanità.