Un potente anticiclone sta attualmente influenzando l’area che si estende dall’Islanda alla Scandinavia e all’Artico russo. Questo evento meteorologico, tipico dell’inverno, dominerà queste regioni per alcuni giorni, portando correnti d’aria dalla Siberia. Questi venti invernali, chiamati Buran, sono freddi e causano un significativo abbassamento delle temperature nel Mediterraneo e, di conseguenza, in Italia. Molte delle principali ondate di freddo che colpiscono l’Italia durante l’inverno e anche nelle stagioni intermedie, sono causate da queste correnti siberiane. Il Buran trasporta rapidamente masse d’aria fredda dal lato orientale dei Monti Urali, causando intense ondate di freddo e successivamente nevicate.
La formazione eccezionale di un anticiclone invernale già a metà settembre è un segnale di estremizzazione del meteo, in linea con altri eventi meteorologici osservati nel nostro emisfero. Ad esempio, è prevista una forte ondata di freddo nel sud-est dell’Australia, seguita da un’ondata di calore particolarmente intensa. Questi fenomeni, sempre più frequenti, indicano cambiamenti nel meteo in corso.
Formazione di aria fredda e nebbie invernali nella Pianura Padana
Un fenomeno meteorologico tipico della Pianura Padana durante l’inverno è la formazione del cosiddetto “cuscinetto d’aria fredda”. Questo si verifica quando l’aria fredda, più densa e pesante, si deposita negli strati più bassi dell’atmosfera, mentre l’aria più calda sale. La particolare conformazione geografica della pianura, racchiusa dalle Alpi, limita il ricambio d’aria e favorisce l’accumulo di questo strato freddo, che causa la formazione di nebbie persistenti. Queste nebbie riducono la visibilità e mantengono le temperature basse, causando gelate notturne e talvolta anche diurne.
Un altro fenomeno legato all’interazione tra masse d’aria fredda e calda è la neve causata dallo scorrimento di aria calda sopra quella fredda. Quando correnti più calde e umide provenienti da sud o da ovest incontrano il cuscinetto freddo, possono originarsi nevicate. Questo tipo di precipitazione, noto come “neve da addolcimento”, si verifica poiché l’umidità rilasciata dall’aria calda condensa rapidamente a contatto con lo strato freddo sottostante.
Irruzioni di aria polare e neve nel Nord Italia
Perché il fenomeno del freddo e della neve sia significativo nel Nord Italia, è necessario che sia preceduto da un’irruzione di aria fredda continentale o polare. L’arrivo di venti di caduta dalle Alpi, noti in questa regione come Favonio o foehn, provoca inizialmente un aumento della temperatura. Tuttavia, una volta terminata la fase ventosa, le temperature crollano rapidamente, specialmente in Val Padana, dove si verifica spesso anche la formazione di nebbie. L’aria proveniente dalla Siberia rimane comunque la più efficace nel generare episodi di freddo intenso.
Un esempio storico di tali condizioni si è verificato nel dicembre 2012, quando l’arrivo di correnti siberiane ha portato abbondanti nevicate su vaste aree della pianura. Eventi simili, però, sembrano essere diventati meno frequenti negli ultimi decenni, nonostante ondate di freddo continuino a manifestarsi in altre parti del mondo.
Il Buran e le sue conseguenze in Italia
Il Buran, vento freddo e secco proveniente dalla Siberia, è tra i principali responsabili delle ondate di gelo in Italia, soprattutto lungo le coste adriatiche e tirreniche quando si forma una bassa pressione. Le sue raffiche intense possono abbassare rapidamente le temperature, portando a gelo estremo e tempeste di neve. Non è raro che il Buran trasporti neve e ghiaccio, provocando pesanti accumuli di neve e impatti sulla circolazione.
Sebbene il Buran sia spesso associato alle ondate di freddo più intense, anche le irruzioni di aria polare possono generare nevicate significative. In diversi episodi storici, come nell’inverno del 1985, queste correnti hanno portato abbondanti nevicate anche nelle zone costiere e meridionali dell’Italia, con temperature ben al di sotto dello zero.
La neve nel resto d’Italia
Per quanto riguarda la costa adriatica, le condizioni ideali per la neve si verificano quando correnti fredde provenienti dai Balcani attraversano l’Adriatico. Questo fenomeno è noto come “effetto mare”, che si verifica principalmente quando il contrasto termico tra la temperatura del mare e l’aria fredda che scorre al di sopra crea instabilità. Durante i mesi di dicembre, gennaio e febbraio, queste correnti fredde, che spesso accompagnano le ondate di freddo dall’Europa orientale, possono causare nevicate anche sulle pianure costiere. In situazioni di meteo più estreme, come durante il “Buran”, si possono osservare accumuli significativi di neve fino a quote molto basse, persino a livello del mare.
Per quanto riguarda la costa tirrenica, le condizioni per la neve sono più rare, poiché le correnti miti provenienti dall’Atlantico e dal Mediterraneo tendono a mitigare le temperature. Tuttavia, quando l’aria fredda proveniente da Nord o da Est viene spinta fino al Centro Italia e si scontra con le umide correnti tirreniche, si possono verificare nevicate. Questo avviene soprattutto quando una depressione posizionata tra la Corsica e la Sardegna attira aria fredda attraverso il meteo del Nord Italia, portando nevicate fino alle basse quote delle regioni tirreniche, come la Toscana e il Lazio. Anche durante questo tipo di meteo estremo, fenomeni come il “cuscino freddo” possono trattenere l’aria gelida nelle pianure e permettere alla neve di cadere fino a livelli molto bassi.
La Sardegna e la Sicilia vedono raramente la neve lungo le coste, ma eventi meteo eccezionali possono portare nevicate anche in queste aree. In Sardegna, le nevicate si verificano più frequentemente sui rilievi del Gennargentu, ma in anni particolarmente freddi, come durante le incursioni di aria artica o siberiana, la neve può cadere anche nelle città costiere come Cagliari o Olbia. Questo avviene solitamente quando le temperature scendono sotto i 2-3°C e il mare offre sufficiente umidità per creare nuvole cariche di neve.
In Sicilia, la neve è più comune nell’Etna e nei Nebrodi, ma in situazioni di meteo estremo, come durante le ondate di freddo da Nord-Est, può nevicare anche su Palermo e ben più raramente a Catania. Il meteo ideale per queste nevicate avviene quando l’aria fredda raggiunge il Canale di Sicilia e, combinandosi con l’umidità del mare, porta precipitazioni nevose fino alle coste. Durante queste rare condizioni, le temperature devono scendere sotto i 5°C per permettere alla neve di attecchire anche a bassa quota durante i rovesci di neve, che a loro volta, abbattono verso il suolo aria ancor più fredda proveniente dall’alta quota. Un po’ come succede con un’acquazzone.
In generale, per osservare neve in queste aree geografiche è necessario che si verifichino condizioni di meteo specifiche, come un’importante irruzione di aria fredda accompagnata da umidità. Queste situazioni non sono frequenti, ma quando si verificano, possono creare scenari suggestivi e inusuali lungo le coste dell’Adriatico, del Tirreno e delle isole maggiori, che normalmente godono di un clima mite anche in inverno.
Cambiamenti climatici e previsioni per l’inverno 2024/25
Con l’avvicinarsi dell’inverno, ci chiediamo se ci sarà un’ondata di gelo storica. Tuttavia, è evidente che il nostro pianeta sta subendo un rapido riscaldamento, e molti studi scientifici dimostrano che l’aumento delle temperature è legato all’accumulo di carbonio in atmosfera. Paradossalmente, il riscaldamento globale può portare anche a eventi meteo estremi, come tempeste di neve eccezionali anche a basse latitudini. Ne abbiamo dato notizia nelle cronache meteo di questi anni, con inusuali nevicate avvenute di recente, seppur con tempi di ritorno ultra secolari.
In particolare, l’inverno 2024/25 potrebbe vedere – teoricamente – l’arrivo di ondate di gelo provenienti dalla Siberia. Potreste chiedervi perché, ma è un discorso molto ampio che è preferibile approfondire in un altro articolo.