Il dott. Judah Cohen, un rinomato esperto dell’Atmospheric and Environmental Research (AER), ha condotto un’analisi dettagliata sui fenomeni meteorologici associati al Vortice Polare (PV) e all’Oscillazione Artica (AO). Questi fenomeni hanno un impatto diretto sul meteo dell’emisfero settentrionale, con effetti notevoli sia sul Nord America che sull’Europa. In particolare, l’interazione tra un debole vortice polare e le temperature estreme in Europa è un argomento di costante ricerca.
Al momento, l’Oscillazione Artica (AO) è in fase negativa, ma le previsioni meteo indicano che questa tendenza potrebbe invertirsi nelle prossime due settimane, portando l’AO in una fase positiva. Questa variazione è dovuta alle anomalie di pressione e altezza geopotenziale nell’Artico, che attualmente sono positive e dovrebbero intensificarsi ulteriormente la settimana successiva. Parallelamente, l’Oscillazione Nord Atlantica (NAO), attualmente negativa, presenta anomalie di pressione/altezza geopotenziale fortemente positive sopra la Groenlandia. Si prevede che la NAO rimarrà negativa nelle prossime settimane, poiché queste anomalie geopotenziali persisteranno, portando a significativi effetti meteo in Europa.
Le anomalie di altezza geopotenziale positiva in Groenlandia supporteranno anomalie di altezza geopotenziale negativa sull’Europa occidentale e settentrionale. Questo modello favorirà temperature normali o leggermente inferiori alla norma in regioni come il Regno Unito e la maggior parte dell’Europa settentrionale, inclusa la Scandinavia. Al contrario, nelle aree dell’Europa sud-orientale, il flusso di aria da sud-ovest porterà temperature normali o superiori alla media, offrendo un meteo più mite.
Per quanto riguarda il blocco atmosferico in Groenlandia, si prevede che porterà condizioni meteo più fresche e precipitazioni superiori alla norma in molte parti dell’Europa settentrionale e occidentale. Questo modello potrebbe contribuire a un incremento delle nevicate in alcune aree già durante il mese di ottobre, specialmente nelle regioni settentrionali e montuose. Gli effetti della pressione alta in Groenlandia influenzeranno non solo le temperature, ma anche la circolazione generale dell’atmosfera, con conseguenze potenzialmente significative per tutto il Nord Europa.
Un elemento chiave che emerge dall’analisi di Cohen è l’osservazione di un vortice polare insolitamente debole in questo periodo dell’anno. Normalmente, il vortice polare si rafforza durante l’autunno per poi influenzare il meteo invernale in modo significativo. Tuttavia, la debolezza precoce del PV è una caratteristica che potrebbe portare a cambiamenti climatici inaspettati, inclusi periodi di freddo intenso nell’Europa settentrionale e occidentale. Se questa tendenza proseguirà, le temperature in Ottobre e Novembre potrebbero scendere ben al di sotto della media, con un impatto anche sul progredire della stagione invernale.
L’anomalia del vortice polare osservata a settembre solleva dubbi su come potrebbe evolversi il clima invernale. Storicamente, un vortice polare debole può portare a scambi di calore tra la stratosfera e la troposfera, causando un aumento delle temperature superficiali in alcune aree e un raffreddamento in altre. In particolare, l’Europa settentrionale potrebbe sperimentare temperature molto più fredde della media durante i prossimi mesi, a causa della persistenza di queste anomalie. Tuttavia, Cohen sottolinea che settembre è generalmente troppo presto per trarre conclusioni definitive riguardo alle condizioni invernali. Sarà ottobre il mese cruciale che offrirà indizi più chiari su come si evolveranno le temperature nel lungo termine.
Un altro fattore rilevante discusso nel rapporto è l’eruzione del vulcano Honga Tonga, che ha rilasciato una notevole quantità di vapore acqueo nella stratosfera. Questo vapore acqueo potrebbe aver contribuito all’anomalo riscaldamento della stratosfera durante l’estate, un fenomeno ancora in gran parte misterioso. Durante l’estate, il vapore acqueo agisce come un gas serra, assorbendo radiazioni solari e riscaldando localmente l’atmosfera. Tuttavia, durante l’inverno, quando la luce solare è assente nelle regioni polari, lo stesso vapore acqueo può emettere radiazioni a onde lunghe, raffreddando l’atmosfera circostante. Questo ciclo di riscaldamento estivo e raffreddamento invernale potrebbe influenzare il comportamento del vortice polare nei prossimi mesi, con conseguenze significative per il clima in Europa.
Durante la terza settimana di settembre, un blocco atmosferico particolarmente forte è stato osservato sugli Urali e sulla Scandinavia, accompagnato da una bassa pressione sull’Asia nord-orientale e nel Pacifico settentrionale. Questo modello di onde atmosferiche è insolito per il mese di settembre ed è più tipico dei mesi invernali. Tali modelli sono ideali per propagare energia dalle onde atmosferiche verso l’alto, dalla troposfera alla stratosfera, indebolendo ulteriormente il vortice polare. L’energia delle onde verso l’alto è diventata particolarmente attiva e si prevede che continuerà fino alla fine del mese. Questa condizione è un segnale chiaro di un possibile indebolimento del vortice polare nel breve termine.
Le proiezioni mostrano chiaramente un riscaldamento previsto nella stratosfera artica, un fenomeno caratteristico di un “riscaldamento stratosferico improvviso” (SSW), benché tale evento sia raro a settembre. Questo riscaldamento potrebbe portare a una propagazione verso il basso delle anomalie di circolazione, influenzando la troposfera e causando un AO negativo. Se questo scenario si realizzerà, l’Europa settentrionale, così come parte dell’Asia settentrionale e del Nord America, potrebbe sperimentare temperature molto più fredde alla fine di ottobre e durante novembre.
L’animazione del PV, mostrata nella figura del rapporto di Cohen, indica che il riscaldamento è concentrato nell’Artico centrale, un segnale che somiglia a un riscaldamento di origine sud-sudovest. Tuttavia, è ancora troppo presto per affermare se questo riscaldamento provocherà un allungamento del vortice polare o altre modifiche significative alla circolazione atmosferica. Ciò che è chiaro, tuttavia, è che una propagazione verso il basso delle anomalie di circolazione potrebbe portare a un abbassamento delle temperature e a un aumento delle nevicate in Siberia, un fattore cruciale per le previsioni di temperature invernali in Europa.
Le nevicate in Siberia sono attualmente superiori alla norma, ma è ottobre il mese che determinerà se la copertura nevosa avrà un impatto significativo sulle temperature invernali. Un aumento precoce della copertura nevosa potrebbe favorire un rafforzamento del vortice polare, rendendo più probabili temperature fredde persistenti in Europa e in altre regioni dell’emisfero settentrionale.
Le previsioni a lungo termine indicano che un probabile rafforzamento del vortice polare potrebbe seguire questa fase di debolezza. Tuttavia, l’incertezza resta alta, poiché l’atmosfera si trova in uno stato altamente anomalo e imprevedibile. Anche la NAO rimarrà probabilmente negativa per tutto il mese di ottobre, continuando a influenzare le condizioni meteo in Europa settentrionale e occidentale. Questo schema porterà probabilmente a temperature più basse della media in queste regioni, mentre l’Europa meridionale vedrà temperature stagionali o leggermente superiori alla norma.
l’attuale situazione meteorologica è estremamente complessa e ricca di incognite. Il comportamento anomalo del vortice polare e le influenze climatiche derivanti dall’Artico e dalla Groenlandia giocheranno un ruolo cruciale nel determinare le condizioni meteo nei prossimi mesi. L’Europa settentrionale e centrale potrebbero affrontare un inverno rigido, mentre l’Europa meridionale potrebbe sperimentare un clima relativamente mite. Tuttavia, molto dipenderà dall’evoluzione del PV e dall’interazione tra i diversi fenomeni atmosferici in atto.