Analisi del meteo: Oscillazione Artica e Vortice Polare
Iniziamo con un’analisi dettagliata dell’Oscillazione Artica (AO) e del Vortice Polare (PV). Questo studio si concentrerà sulle condizioni meteorologiche nell’emisfero settentrionale, identificando i fattori più importanti per comprendere le tendenze del meteo in Nord America ed Europa. Esamineremo il ruolo del ghiaccio e della copertura nevosa, a partire dalla Siberia, lo stato dei ghiacci in Artico, e l’arrivo di irruzioni di aria fredda nel nostro emisfero, con un’attenzione particolare per l’Europa e l’Italia.
Il Vortice Polare al centro dell’attenzione
Al momento, l’Oscillazione Artica (AO) è positiva e si prevede che diventi lentamente negativa nelle prossime due settimane a causa di un cambiamento nelle anomalie di pressione e altezza geopotenziale nell’Artico. Un’Oscillazione Artica (AO) negativa comporta una configurazione atmosferica caratterizzata da una pressione elevata sull’Artico e una pressione bassa alle medie latitudini, soprattutto su Europa e Nord America. Questa situazione causa un indebolimento del Vortice Polare, favorendo l’espansione verso sud delle masse di aria artica fredda. In Europa, e in particolare in Italia, un AO negativo ha conseguenze significative.
Aria fredda e ondate di gelo
Dal punto di vista didattico, con un AO negativo, le correnti di aria artica scendono verso le latitudini più basse. In inverno, questo significa che l’Europa centro-meridionale e l’Italia sono esposte a ondate di gelo più intense e frequenti, con un rischio maggiore di freddo improvviso, neve e gelate anche a bassa quota. In alcune aree, specie in Val Padana, si possono verificare periodi prolungati di temperature sottozero.
Instabilità meteorologica e precipitazioni abbondanti
Dal punto di vista didattico, un AO negativo provoca un aumento dell’instabilità atmosferica in Europa meridionale, con sistemi di bassa pressione che si instaurano più facilmente nel bacino del Mediterraneo. Ciò può causare precipitazioni più abbondanti e frequenti sia sotto forma di neve sia di pioggia, soprattutto sulle regioni tirreniche e sull’arco alpino. Al sud Italia, le piogge possono causare fenomeni di alluvioni e frane nelle zone più vulnerabili.
Nevicate a bassa quota
Dal punto di vista didattico, l’aria artica che affluisce dall’Europa settentrionale può abbassare le temperature al punto che anche il Centro-Sud Italia è esposto a nevicate insolite a basse quote. Un’Oscillazione Artica negativa porta spesso a periodi rigidi e perturbati in Europa e Italia, con condizioni anche di freddo estremo, neve e fenomeni atmosferici intensi.
La NAO si dirige verso il negativo
Anche l’Oscillazione Nord Atlantica (NAO) è positiva, con un’anomalia di pressione negativa concentrata in Groenlandia; però, secondo i modelli, anche la NAO dovrebbe passare lentamente a valori negativi nel corso della prima decade di novembre. Tale cambiamento di valori si riflette nelle temperature: questa settimana l’Europa vedrà temperature nella media o superiori, compreso il Regno Unito, mentre un flusso settentrionale apporterà condizioni di freddo in Scandinavia, Russia e Turchia. A partire dalla prossima settimana, il calo delle temperature inizierà a diffondersi in Europa occidentale e poi centrale, prospettando un abbassamento della media stagionale per queste aree, Italia compresa, dove però persiste l’incognita aria calda nordafricana, sempre latente.
Avanzamento della neve e ghiaccio marino artico
La copertura nevosa in Eurasia, che quest’anno ha raggiunto livelli elevati fino alla seconda settimana di ottobre, superando la media degli ultimi nove anni. Tuttavia, nonostante l’iniziale progresso della neve in Siberia, la copertura nevosa eurasiatica è tornata su valori medi per la stagione. La copertura nevosa estesa a ottobre è solitamente un segnale di un inverno più freddo per l’emisfero settentrionale, ma quest’anno tale segnale appare debole. Con l’AO attualmente positivo e una copertura nevosa non superiore alla media, l’avanzamento della neve non indica particolari anomalie invernali, portando ad aspettative di un inverno probabilmente meno rigido sul nostro Emisero, ciò in una visione d’insieme, e dalla sola osservazione di pochi parametri.
L’estensione del ghiaccio marino artico è ancora ridotta, specialmente nelle aree di Barents-Kara. Ma la situazione qui è attesa in rapido cambiamento nella prima decade di novembre, con persino tempeste di neve di eccezionale intensità, dalla Scandinavia verso la Russia europea e Mosca.
Temperature oceaniche e impatto del fenomeno ENSO
Le temperature della superficie del mare nel Pacifico equatoriale mostrano attualmente valori che indicano condizioni di La Niña debole, previste per persistere per tutto l’inverno. Questo fenomeno oceanico, che influenza i pattern climatici globali, sembra particolarmente debole quest’anno e potrebbe favorire un clima invernale più prolungato negli Stati Uniti orientali e in Europa rispetto agli inverni recenti, durante i quali ENSO era in condizioni più intense. Negli ultimi anni, inoltre, l’area del Nord Atlantico era caratterizzata da una “macchia fredda” che quest’anno appare scomparsa. Ciò potrebbe supportare una NAO negativa rispetto agli inverni recenti, con una tendenza a favorire temperature più rigide in Europa.
Tendenze e cambiamenti nel Vortice Polare
Durante l’estate, il Vortice Polare stratosferico ha mostrato una configurazione estremamente debole, proseguendo anche in autunno con un periodo di instabilità. Le previsioni indicano che questo modello continuerà fino a fine autunno, specialmente se si verifica un blocco degli Urali che rafforzerebbe le pressioni nelle alte latitudini artiche. Tuttavia, negli ultimi giorni si è osservato un indebolimento di tale blocco, che sta portando a una graduale stabilizzazione del vortice. Per novembre, è atteso un ritorno di un Vortice Polare molto instabile, e questo è foriero di repentini cambiamenti atmosferici a livello emisferico.
Previsioni per novembre: scenario climatico e impatti
Per il mese di novembre, i modelli del Climate Forecast System (CFS) prevedono una dorsale di alta pressione centrata su Europa occidenrale. In Russia e Scandinavia basse pressioni con frequenti irruzioni gelide verso il Mar Nero, con la tendenza a interessare i Balcani, ed in minor misura l’Italia, dove si avrà un deciso ridimensionamento della temperatura.
La Siberia orientale potrebbe registrare un inverno più rigido. Le condizioni di La Niña deboli, combinate con temperature oceaniche elevate in altre aree, potrebbero supportare modelli invernali a lungo termine che prolungano il clima rigido in varie aree. Tuttavia, al momento le previsioni sull’evoluzione stagionale del Vortice Polare rimangono caute, poiché le dinamiche atmosferiche richiedono tempo per consolidarsi.
Oscillazione di Madden Julian (MJO)
La Madden Julian Oscillation (MJO) è attualmente nella fase cinque e dovrebbe attraversare rapidamente le fasi sei, sette e otto nelle prossime due settimane. La fase sei è favorevole alla formazione di depressioni in Nord America occidentale, con un rafforzamento delle dorsali in Nord America orientale, il che potrebbe influenzare ulteriormente il pattern di temperature miti e rigide nelle prossime settimane.
L’inverno 2024/25 potrebbe vedere una prevalenza di pattern più freddi rispetto agli altri anni in Europa e negli Stati Uniti orientali. Tuttavia, permangono incertezze per quanto riguarda l’estensione del ghiaccio marino e la durata delle configurazioni attuali di blocco negli Urali, elementi che influenzeranno il Vortice Polare e, di conseguenza, la severità dell’inverno. La novità, però è che non si osservavano così tanti elementi tutti assieme indirizzati verso la possibilità di ondate di gelo precoci, anche se brevi, ma intense.