Analisi del meteo: un’interpretazione complessa
La lettura e l’interpretazione delle previsioni meteorologiche possono talvolta presentare delle sfide. Questo è il caso del recente modello di previsione di Reading, che ha suscitato una certa sorpresa e ha posto qualche difficoltà interpretativa. Il contesto era già stato delineato in precedenti editoriali, ma ora, con l’avvicinarsi della scadenza previsionale indicata dal modello ECMWF, si evidenzia un marcato contrasto tra due masse d’aria di natura diversa.
Contrasto tra masse d’aria e conseguenze sul meteo
Da un lato, l’aria artica di origine continentale, nel suo vasto tragitto (come si può vedere dalla rielaborazione della circolazione alla quota di 500 hpa), arriverà sulle nostre regioni centro-settentrionali portando con sé un gradiente termico “gelido”. Questo richiamerà un flusso d’aria relativamente più mite e ricco di nuclei di condensazione sul medio e alto Tirreno.
Il confine tra le zone di maggior contrasto termico sembra delinearsi in corrispondenza della media e alta Toscana, per poi estendersi fino all’estremo nord-est Padano.
Previsioni meteo per le diverse zone geografiche
Per queste aree geografiche, si prevede un progressivo e sempre più marcato peggioramento del meteo. Questo comporterà, novità per il nord, una fase di notevole instabilità. È confermata la possibilità, non remota, di neve a quote pianeggianti su quasi tutto il settore padano, a partire dalla prossima domenica e fino a lunedì/martedì prossimo. La neve potrebbe cadere abbondante sul settore centro-orientale, senza trascurare alcune zone del Piemonte centrale e la Liguria.
Le temperature alla quota di riferimento di 850 hpa sono ”perfette”, il resto sarà compito del ristagno di aria fredda nei bassi strati. Inoltre, se si considerano i bassi geopotenziali previsti, non dovrebbero essere necessarie temperature particolarmente rigide per assistere a nevicate in pianura. Rimane un leggero dubbio per la parte più orientale padana, che potrebbe essere più “vulnerabile” a correnti dalla componente più meridionale; tuttavia, allo stato attuale, sembra un’ipotesi molto remota.
Previsioni meteo per le regioni centrali
Il discorso cambia per le regioni centrali. Qui le correnti saranno decisamente più occidentali o sud-occidentali e, nonostante tutti gli elementi che generano la “meteora neve” sembrino essere ideali, il Tirreno potrebbe riservare delle “sgradite sorprese” nelle zone più esposte a tale circolazione. Qui la quota neve, nelle zone interne e a quote variabili tra i 300/400 mt, potrebbe fare la sua nuova comparsa (Toscana centro-meridionale, parte settentrionale del Lazio, Umbria e il resto delle regioni, tra Marche ed Abruzzi). Molto meno probabili le precipitazioni, a quote medio-basse, sulle aree centro-meridionali e la Sardegna dove si potrebbero avere manifestazioni nevose a quote 600/700mt. circa. Un “rasoio” sul quale, idealmente, correrà il destino della “bianca dama”. Una maggiore disposizione delle correnti verso sud potrebbe incrementare le aspettative del “nord” e far “scemare” quelle tirreniche/adriatiche.