Analisi del meteo: l’importanza del “shift”
Nel mondo della meteorologia, il termine “shift” viene utilizzato per indicare un fenomeno particolare. Si tratta di un deviazione, uno scivolo, che non segue una direzione meridiana, ma che viene deviato, a causa della disposizione di certe figure bariche, o verso est o verso ovest.
Le correnti polari e il loro comportamento
Le correnti che provengono dalle regioni polari o artiche, spesso a causa di questioni legate all’orografia, tendono a scivolare, a dividersi nella loro distribuzione, in modo non del tutto perpendicolare rispetto al flusso che ne dà, che ne conferisce, l’impronta iniziale (flusso madre).
Il meteo attuale: un esempio classico
La situazione meteorologica attuale sembra essere una delle rappresentazioni più classiche di quanto descritto sopra. Si manifesta un’avvezione fredda che scorre sui bordi orientali di un anticiclone, dinamico, in “erezione” verso nord; poi nel suo avanzare verso sud i flussi iniziano a presentare delle irregolari diramazioni. Questo è dovuto alla presenza di una depressione che si posiziona sul bordo sud-occidentale della figura altopressoria.
Il ruolo della depressione
Questa depressione, con la sua rotazione antioraria, innesca un processo di richiamo verso SW del flusso principale (inizio dello shift). Se questo flusso, freddo, continua ad alimentare la suddetta depressione, si ottiene una fase di quasi permanenza, per contrasto, del ciclone (bassa pressione) che tende a insistere su detta area. Si assiste quindi a un continuo rigenerarsi della figura bassopressoria praticamente in condizioni di “stallo”.
Le conseguenze sul meteo
Di conseguenza, parte del getto freddo, leggibile anche alle quote della tropopausa, viene letteralmente deviato verso sud ovest producendo una risposta, sul bordo orientale della depressione, di natura mite e con correnti originanti dal bacino centro meridionale del Mediterraneo. Queste correnti, arricchitesi di vapore, in seguito, vanno poi a condizionare il meteo sulla nostra Penisola attraverso la sovrapposizione di “residue masse fredde” con quelle più temperate in progressione.
La persistenza della situazione
La persistenza di questa situazione, creata da un primo flusso artico che, per contrasto, ha generato la suddetta rotazione antioraria, funge da “catalizzatore” per le successive ed ipotizzabili avvezioni fredde. Gli stessi modelli meteorologici, pur tenendo conto di questa disposizione pressoria, iniziano una cattiva lettura circa il destino dell’aria fredda.
Le variabili in gioco
In una soluzione a due variabili tendono a dare, a fasi alterne, segnali meridiani, quindi non eccessivamente spostati ad ovest; poi ritornano, rielaborando la persistenza in loco della depressione, a rimarcare questa “forzata” deviazione del flusso freddo principale (west shift). La carta inserita è eloquente e didattica circa questo processo. Processo che può arrestarsi solo se la depressione in questione viene completamente riassorbita, quindi chiusa, da una repentina rimonta anticiclonica nello stesso luogo nel quale si è generata.
Le prospettive future
Partendo da questo “supposto”, possiamo, in maniera orientativa, dedurre che altre avvezioni fredde, in prospettiva, seguano o possano seguire la sorte della prima. Anche l’inclinazione dell’asse di saccatura (congiunzione ideale tra due centri bassopressori), elaborato tramite un tratteggio in nero, si evidenzia troppo inclinato verso sud ovest, onde permettere all’aria fredda di assumere le caratteristiche, vettoriali, atte ad una chiara e relativa loro disposizione da N/S o NNW/SSE.