Il tragico incidente aereo del 4 maggio 1949: un ricordo ancora vivo
Era il 4 maggio 1949 quando, in un contesto di meteo avverso, l’aereo trimotore I-Elce, di ritorno da Lisbona, si schiantò contro il muraglione del terrapiano superiore della Basilica di Superga, sulla collina torinese. Sono passati 71 anni da quel tragico evento, ma il ricordo è ancora vivo.
Le condizioni meteo e l’incidente
Il meteo quel giorno era particolarmente ostile. Pioggia fitta e nebbia avvolgevano la città di Torino, con nubi basse quasi a contatto col suolo, rovesci di pioggia, forte libeccio con raffiche e una visibilità orizzontale ridotta a soli 40 metri. Queste condizioni meteorologiche avverse hanno giocato un ruolo fondamentale nel tragico incidente.
Le cause dell’incidente
Per anni, gli esperti hanno cercato di capire le cause esatte che hanno portato l’aereo fuori rotta. Dalle indagini più recenti è emersa la possibilità che l’altimetro si fosse bloccato sui 2000 metri, inducendo i piloti a credere di essere a tale quota, mentre in realtà erano a soli 600 metri dal suolo.
Le vittime dell’incidente
A bordo del velivolo c’era l’intera squadra di calcio del Torino, un team in quel periodo di invincibili etichettato come il “Grande Torino”. Le vittime furono 31, comprensive dell’intera squadra, i dirigenti, gli accompagnatori, l’equipaggio e tre giornalisti: Renato Casalbore, Renato Tosatti e Luigi Cavallero. Non solo la squadra dominatrice assoluta di quegli anni del Dopoguerra venne azzerata, ma anche tanti giocatori della Nazionale Italiana, che provenivano proprio dal Torino.
Il ricordo delle vittime
Una lapide ricorda i 31 caduti ed anche quest’anno, nonostante il coronavirus, si è ricordato l’evento con una cerimonia. La tragedia ebbe una grande risonanza sulla stampa mondiale, oltre che in Italia, proprio per la grande fama della squadra calcistica. Il giorno dei funerali quasi un milione di persone si recò in piazza per partecipare all’ultimo estremo saluto alla squadra.