La regione tropicale del Pacifico persiste in uno stato neutro, tuttavia, la natura ci sta fornendo indicazioni inequivocabili dell’imminente arrivo di La Niña. Le previsioni dei meteorologi suggeriscono una probabilità del 71% che La Niña si manifesti durante i mesi di settembre–novembre, con proiezioni che prevedono la sua persistenza per l’intera stagione invernale nell’emisfero settentrionale. Secondo le informazioni attuali, è più probabile che si tratti di un evento di La Niña debole.
Il meteo e i fenomeni ENSO: l’essenza delle previsioni
I meteorologi che studiano il fenomeno ENSO (El Niño Southern Oscillation) si affidano principalmente a due fonti: i modelli di previsione climatica e le condizioni attuali rilevate nell’oceano e nell’atmosfera. I modelli climatici costituiscono la base delle previsioni, utilizzando dati aggiornati sulle condizioni globali per generare simulazioni future. Uno dei modelli principali utilizzati è il North American Multi-Model Ensemble (NMME), che è un insieme di modelli computerizzati.
Secondo queste simulazioni, l’arrivo di La Niña era stato previsto già dall’inverno passato, sebbene lo sviluppo sia stato più lento del previsto. Questa lentezza non è insolita, poiché le previsioni fatte in primavera sono spesso meno accurate rispetto ad altri periodi dell’anno. Tuttavia, nonostante questo ritardo, i modelli continuano a confermare un rafforzamento di La Niña nei prossimi mesi, in particolare verso l’inverno.
Temperature dell’oceano e modelli di previsione
Uno degli elementi fondamentali delle previsioni ENSO è la temperatura superficiale del Pacifico tropicale, in particolare nella regione Niño-3.4. Durante il mese di agosto, la temperatura media in quest’area è risultata di circa 0.1°C più fredda rispetto alla media a lungo termine (1991-2020), ma ancora nel range neutro. La soglia per definire La Niña è un’anomalia di almeno 0.5°C al di sotto della media, quindi il raffreddamento sta avvenendo gradualmente.
Un altro aspetto fondamentale è il ruolo dei venti di superficie, noti come alisei. Questi venti, quando sono più forti del normale, contribuiscono al raffreddamento della superficie oceanica, mantenendo l’acqua più calda verso l’ovest del Pacifico. Durante il mese di agosto, gli alisei sono stati più intensi della media, supportando il raffreddamento della superficie e rafforzando il deposito di acqua fredda sotto la superficie, che emergerà nei prossimi mesi.
Previsioni meteo per l’inverno 2024
Guardando al futuro, le previsioni continuano a indicare una probabilità superiore all’80% che La Niña si manifesti entro i mesi di novembre–gennaio. Si prevede un evento di intensità debole, il che significa che l’impatto sulle circolazioni atmosferiche globali sarà meno pronunciato rispetto a un La Niña forte. Tuttavia, anche un evento debole può influenzare il meteo invernale nel Nord America, Europa e in altre parti del mondo.
Una La Niña debole potrebbe tradursi in inverni più freddi e secchi nel Nord Italia e Centro Italia, con possibilità di nevicate al di sotto della media, ma a quote inferiori rispetto agli altri anni. Al contrario, il Sud Italia e le Isole Maggiori come Sicilia e Sardegna potrebbero sperimentare condizioni più miti e secche, con precipitazioni più scarse rispetto alla norma. E questo sarebbe un fatto gravissimo per la Sicilia che è colpita da una siccità di rilevanza storica.
Variabili a breve termine e cambiamenti climatici
Uno degli aspetti più complicati della previsione meteo stagionale è la variabilità a breve termine. Eventi climatici imprevedibili, come improvvisi indebolimenti degli alisei, possono rallentare o modificare l’evoluzione di fenomeni come La Niña. Anche se la tecnologia attuale permette di prevedere con una certa accuratezza l’evoluzione climatica nei prossimi mesi, le variazioni meteo a breve termine rimangono una sfida.
Un altro fattore che influisce è il cambiamento climatico globale. Le temperature degli oceani sono state al di sopra della media globale negli ultimi anni, e questo potrebbe avere un impatto sull’evoluzione di ENSO. Sebbene gli effetti del riscaldamento globale sull’ENSO non siano ancora completamente compresi, è probabile che influenzino i fenomeni stagionali come La Niña o El Niño.
Conclusione delle previsioni ENSO per il 2024
Concludendo, anche se La Niña è in ritardo, gli indicatori attuali supportano ancora una previsione che vedrà questo fenomeno prendere piede durante i mesi autunnali e persistere per tutto l’inverno. Questo avrà un impatto sulle condizioni meteo globali, con particolare attenzione alle temperature e alle precipitazioni invernali in molte regioni, inclusa l’Italia.
Credit www.climate.gov