Nevicate storiche, e GELO siderale. Quello vero, era il GENNAIO 1985

Antonio Brambilla
5 Min tempo di lettura
shutterstock_1010498056 - Nevicate storiche, e GELO siderale. Quello vero, era il GENNAIO 1985

Il 6 gennaio 1985 è una data incisa nella memoria meteorologica dell’Italia. Quel giorno, una straordinaria ondata di freddo e neve colpì gran parte della Penisola, trasformando il clima in un evento eccezionale che segnò profondamente la vita quotidiana e la percezione del meteo in Italia. Questo straordinario fenomeno meteorologico nacque dall’interazione tra correnti polari e masse d’aria di origine artica, generando un drastico abbassamento delle temperature soprattutto nel Centro e nel Nord Italia.

Freddo e neve: un’emergenza senza precedenti

L’ondata di gelo non fu un semplice episodio di clima rigido, bensì una vera emergenza che mise alla prova infrastrutture e abitanti. Le regioni settentrionali e centrali furono particolarmente colpite, con nevicate eccezionali e temperature mai registrate prima. Traffico paralizzato, treni in ritardo e attività lavorative sospese furono solo alcune delle conseguenze di una situazione climatica senza precedenti.

Roma, la Capitale, fu protagonista di un evento storico: il 6 gennaio 1985, la città si svegliò sotto una coltre di neve che raggiunse i 15 centimetri, un fenomeno estremamente raro che lasciò cittadini e turisti senza parole.

La neve a Roma: un evento straordinario

A Roma, la neve iniziò a cadere durante la notte e continuò per buona parte della giornata, creando uno spettacolo mozzafiato. Alle 8:00 del mattino, il manto nevoso era già di 2,5 centimetri, ma alle 14:00 raggiunse 8 centimetri, per poi arrivare ai 15 centimetri entro le 19:00.

Le temperature nella zona della Capitale furono eccezionalmente rigide. Presso l’aeroporto di Roma Urbe, si registrarono valori tra -3,0°C e +1,0°C, mentre a Ciampino il termometro oscillò tra 0,0°C e +5,0°C. Guidonia, a pochi chilometri dalla città, sperimentò un gelo ancora più intenso, con minime di -5,8°C e massime di +0,8°C.

Il panorama cittadino divenne un vero e proprio spettacolo: luoghi iconici come il Colosseo, il Vaticano e Piazza San Pietro si trasformarono in scenari incantati, attirando non solo l’attenzione dei romani ma anche quella dei turisti.

L’impatto sulla Penisola e sulle isole

L’ondata di gelo non risparmiò altre regioni d’Italia. Il Centro-Nord fu particolarmente colpito, con temperature estremamente basse e nevicate che causarono enormi disagi. Firenze, ad esempio, registrò una minima di -23°C, un dato sorprendente per la città. Nel Lazio, a Frosinone, il termometro toccò punte di -19°C, mentre in Sardegna anche Cagliari osservò neve cadere in maniera significativa, evento ancor più marcato nelle aree interne dell’isola.

Nei giorni successivi, una nuova perturbazione, tra il 13 e il 17 gennaio, colpì il Nord Italia con intensità tale da essere definita la “nevicata del secolo”. A Milano, il manto nevoso raggiunse i 90 centimetri, mentre Bologna registrò 80 centimetri, Trento superò i 130 centimetri e Como si avvicinò ai 110 centimetri. Le nevicate furono così copiose da paralizzare intere città.

Trasporti e infrastrutture in crisi

I disagi provocati da questa eccezionale ondata di gelo furono molteplici, soprattutto nel settore dei trasporti. Gli aeroporti di Ciampino e Fiumicino furono costretti alla chiusura, un evento raro che isolò la Capitale dai voli commerciali per giorni. La rete ferroviaria subì cancellazioni e ritardi così significativi che, in alcune giornate, solo il 10% dei treni riuscì a viaggiare.

La circolazione stradale, soprattutto nelle città del Nord, fu completamente bloccata. A Milano, l’impiego di mezzi militari fu necessario per sgomberare le arterie principali dalla neve accumulata. Non era certo consueto vedere i carri armati attraversare le vie cittadine, ma fu una misura indispensabile per affrontare una situazione così critica.

Agricoltura devastata dal gelo

L’effetto dell’ondata di freddo fu devastante anche per l’agricoltura. Nel Centro Italia, migliaia di ulivi furono compromessi, con una perdita significativa della produzione di olio per diversi anni. Le colture orticole e frutticole subirono danni ingenti, con piante distrutte dal gelo e una conseguente riduzione della produzione agricola. Questo portò a un aumento dei prezzi dei prodotti locali nei mercati e a una crisi economica per molti agricoltori.

Le lezioni apprese dall’emergenza

L’ondata di freddo del gennaio 1985 non solo cambiò la percezione collettiva del meteo in Italia, ma evidenziò anche l’importanza di una pianificazione più efficace per affrontare simili emergenze climatiche. La straordinaria portata dell’evento mostrò i limiti delle infrastrutture e delle strategie dell’epoca, sottolineando la necessità di investire in sistemi di prevenzione e risposta rapida per il futuro.

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