Analisi del meteo: previsioni e tendenze
Nel panorama meteorologico, il modello di Reading ha previsto diverse soluzioni, tra le quali spicca la formazione di un HP finnico. Questa figura pressoria, nella sua parte più meridionale, lascia spazio sia all’aria di origini atlantiche che a quella di origini nord europee, ovvero l’aria artica continentale. Questo fenomeno si inserisce in un intricato gioco di depressioni e selle anticicloniche.
Depressione fredda e aria atlantica
La carta meteorologica rielaborata evidenzia una “apertura barica totale” situata sulla fascia della media Europa. In questo contesto, si inserisce una depressione fredda molto significativa tra la bassa Russia e la parte centro-orientale dei Balcani. Sul settore più occidentale, invece, si registra un tentativo di ingresso atlantico, ovvero aria umida di origini oceaniche, spinta da una saccatura del vortice a sud della Groenlandia che crea un minimo secondario sulla Francia di NW.
Contrasti termici e piogge
Il meteo ci presenta una situazione di “marcati contrasti termici”, con una ”trincea” che si scava tra il bacino centro-settentrionale del Mediterraneo e la Germania. A causa dell’avanguardia di aria più fredda che si spinge fino al settore alpino centro-occidentale, si prevede la formazione di una depressione orografica sul NW peninsulare. Il periodo sarà quindi contrassegnato da piogge sul settore centro-settentrionale italiano, che dovrebbero iniziare già da metà della settimana prossima.
Previsioni per novembre
Guardando al futuro, agli inizi del mese di novembre, si prevede un allungamento verso SSW dell’asse altopressorio ora sul nord Europa. Questo asse, non incontrando ostacoli barici particolarmente rilevanti in tale area geografica, favorirebbe l’ingresso “franco” dell’aria fredda verso la nostra Penisola.
Interpretazione delle previsioni meteorologiche
Ho scelto di tradurre ed esporre questa rilettura della situazione alla quota di 850 hpa perché, alle quote superiori (come quella a 500 hpa), la situazione, interpretata attraverso la disposizione dei geopotenziali e la loro quota di riferimento, risulta essere ancora più complessa e potenzialmente fuorviante. Non è necessario concentrarsi “spasmodicamente” sulle quote più alte, ma è importante riuscire a tradurre e ricondurre tutto verso una situazione che sia più prossima a quella del suolo. È vero che i 500 hpa rimangono una quota previsionale di assoluto riguardo, ma spesso si presenta poco dinamica e reattiva.