Analisi del meteo: un viaggio nel tempo
Prima di tutto, è necessario fare un salto indietro nel tempo, di circa 2 o 3 giorni, per comprendere appieno la situazione meteorologica attuale. Un flusso di correnti provenienti dall’artico ha causato un significativo abbassamento delle temperature nei livelli medi e bassi dell’atmosfera. Questo raffreddamento ha portato a temperature molto basse, spesso sotto lo zero, in gran parte della pianura del nord Italia.
La specifica conformazione del territorio, delimitato a nord dalle Alpi e a sud dall’Appennino, ha contribuito a mantenere questo “freddo” superficiale, che si è ulteriormente intensificato nel tempo grazie alle inversioni termiche.
Il meteo e l’interazione tra correnti fredde e calde
Quando questo “lago stagnante” di aria fredda viene raggiunto da correnti meridionali più “miti”, provenienti dal medio e basso Mediterraneo e ricche di vapore, si verifica un fenomeno di sovrascorrimento. L’aria mite e umida, più leggera di quella fredda, viene spinta in alto e va a collidere con la “grande muraglia” delle Alpi.
Questo provoca una sorta di intrappolamento orografico, in cui l’aria mediterranea, sollevandosi, si arricchisce ulteriormente di vapore, generando anche intensi e vasti corpi nuvolosi. Le marcate differenze tra i due tipi di aria in contatto favoriscono la formazione di nuclei di condensazione e, quindi, le precipitazioni.
Il meteo e la formazione della neve
La persistenza di questa azione mitigatrice in quota aggiunge spessore alla nuvolosità, portando alla formazione di un’agglomerazione di cristalli di neve. Stiamo parlando di nubi (strati alti) che si muovono ad un’altezza variabile tra i 3.000 e i 4.000 metri, con temperature comunque ben al di sotto dello zero.
Le precipitazioni, che inizialmente appaiono deboli e composte da fiocchi minuti, con il passare del tempo si arricchiscono di vapore e diventano molto più intense e di dimensioni maggiori. Questo è l’ambiente ideale per frequenti e continui rovesci di neve che, in poche ore, possono creare piccoli accumuli sul terreno molto freddo.
Il meteo e le tempeste di neve
Inoltre, questo fenomeno di sovrascorrimento genera una debole rotazione antioraria nei livelli medi e bassi dell’atmosfera, favorendo un costante afflusso di correnti prevalentemente settentrionali. La persistenza di correnti in quota provenienti dai quadranti meridionali può spesso portare a vere e proprie “tempeste” di neve, in cui la quantità di neve caduta può raggiungere livelli notevoli.
Pertanto, è il “dolce respiro mediterraneo” uno dei principali responsabili di queste intense precipitazioni, insieme a una “particolare” orografia che “inonda” di bianco il terreno.