Comprendere i fenomeni climatici globali: NAO e El Niño
Il cambiamento climatico è un argomento di grande attualità e importanza. Non è solo l’attività umana a influenzarlo, ma anche le fluttuazioni climatiche naturali. Per capire meglio cosa ci riserva il futuro in termini di condizioni atmosferiche, è fondamentale analizzare due fenomeni climatici di rilevanza globale: l’oscillazione nord atlantica (NAO) e El Niño (ENSO). Questi fenomeni svolgono un ruolo cruciale nel determinare le variazioni climatiche e influenzano in modo significativo le temperature in molte aree del mondo, compresa l’Italia.
Teleconnessioni atmosferiche: ENSO e NAO
Le teleconnessioni atmosferiche sono schemi di circolazione atmosferica che si manifestano a diverse frequenze, rappresentando la variabilità meteorologica e climatica. Tra queste, ENSO e NAO sono particolarmente influenti.
ENSO, o El Niño, è un fenomeno noto per le sue ripercussioni globali. Originariamente osservato nel 19° secolo, riguarda la temperatura superficiale del mare nell’oceano Pacifico equatoriale e ha un impatto significativo sul clima mondiale. La North Atlantic Oscillation (NAO), identificata nel 1987, è caratterizzata da un dipolo nord-sud di anomalie bariche tra la Groenlandia e il Nord Atlantico e ha un impatto significativo sul clima europeo.
Le fasi della NAO e le loro implicazioni
La fase positiva della NAO si manifesta con pressioni inferiori alla norma nelle alte latitudini del Nord Atlantico e superiori nel Nord Atlantico centrale, la costa orientale degli USA e l’Europa occidentale. La fase negativa presenta un andamento opposto. Queste fasi influenzano la distribuzione barica, la corrente a getto Nord Atlantica e le perturbazioni atmosferiche, modificando i pattern di trasporto di calore e umidità e causando cambiamenti di temperatura e precipitazioni in aree estese.
L’indice NAO viene calcolato dalla differenza di pressione normalizzata tra specifiche località. La NAO mostra una variabilità interannuale e interstagionale significativa. Ad esempio, il periodo 1950-1979 è stato dominato dalla fase negativa, mentre il periodo 1979-1995 ha visto prevalere la fase positiva. Negli anni recenti, si è assistito a un’alternanza tra le due fasi.
Un indice North Atlantic Oscillation (NAO) negativo invernale è sempre associato a maltempo in Italia con frequenti cadute di neve sui rilievi, e se in presenza di cuscinetto d’aria fredda in Valle Padana. Una NAO negativa assieme ad un altro indiche chiamato AO negativo, determinano un aggravamento delle condizioni meteo in Italia, con una maggiore possibilità di nevicate anche nelle regioni tirreniche.
ENSO: El Niño e La Niña
ENSO, o El Niño, è un fenomeno climatico che si verifica ogni tre-sette anni nell’Oceano Pacifico. Il nome deriva dalla coincidenza del suo picco con il Natale e influisce fortemente sulle attività di pesca nelle regioni pacifiche sudamericane. El Niño si caratterizza per il riscaldamento delle acque superficiali del Pacifico, mentre La Niña per il loro raffreddamento. Questi eventi alterano la circolazione equatoriale dei venti e le precipitazioni, influenzando clima e ecosistemi.
Per identificare le fasi di ENSO, si utilizza il Southern Oscillation Index (SOI), basato sulle differenze di pressione tra Tahiti e Darwin, in Australia. Inoltre, il Multivariate ENSO Index (MEI) combina diverse variabili atmosferiche e oceaniche per un’analisi più accurata.
Il ruolo dell’ENSO nei cambiamenti climatici è significativo. Ad esempio, gli anni con El Niño tendono a essere più caldi, mentre La Niña porta generalmente a temperature medie globali inferiori. Studi recenti suggeriscono che El Niño contribuisce al trasferimento di calore negli strati più profondi dell’oceano, influenzando la temperatura superficiale globale.
Implicazioni dei fenomeni climatici per il futuro
In conclusione, sia la NAO sia ENSO sono fenomeni complessi che giocano un ruolo fondamentale nella modulazione del clima globale. La loro comprensione è cruciale per prevedere e gestire gli impatti del cambiamento climatico a livello regionale e globale.
Roma potrà mai rivivere una nevicata simile a quelle dell’11 febbraio 1986 o del 9 febbraio 1965? Diciamo la verità, potrebbe accadere, dipendendo dall’unione di aria fredda e umida. Negli ultimi tempi, Roma ha registrato un aumento delle precipitazioni giornaliere rispetto al passato, con una tendenza verso condizioni meteorologiche più estreme. Questo potrebbe teoricamente portare a nevicate senza precedenti, un fenomeno che si sta verificando anche in altre regioni d’Europa, come Mosca e la Crimea nel Mar Nero. Sebbene questi eventi climatici si verifichino lontano dall’Italia, evidenziano un incremento di fenomeni meteorologici estremi, inclusi freddo e neve, ovvero un peggioramento delle condizioni del maltempo invernale rispetto al passato.
In Crimea, ad esempio, si è verificato un vero e proprio uragano di neve, che ha provocato vittime e lasciato mezzo milione di persone senza energia elettrica. Anche se quelle aree sono abituate a tempeste di neve ogni inverno, questa volta l’evento è stato molto più grave del solito.