Un inverno in controtendenza: le aspettative per il 2024
Con l’avvicinarsi del nuovo anno, gli occhi degli appassionati di meteorologia e non solo si rivolgono alle previsioni per i mesi invernali. Dopo un periodo natalizio caratterizzato da temperature insolitamente miti, si inizia a guardare con speranza a Gennaio, nella speranza che possa portare con sé un clima più rigido e tipicamente invernale. Le condizioni meteo finora registrate in Italia hanno visto solo brevi episodi di freddo e neve a quote basse, ma gli elementi in gioco suggeriscono che potremmo essere di fronte a un’inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni.
Le premesse di un inverno diverso
Nonostante un Dicembre che ha iniziato a farci sognare un inverno diverso, con temperature più basse e nevicate, siamo rapidamente tornati alla realtà di un anticiclone dominante e di un clima mite durante le festività. Tuttavia, le possibilità che quest’inverno possa riportarci le severe temperature continentali, tipiche degli inverni di un tempo, rimangono intatte. Le ondate di freddo più intense potrebbero avere origine dalla Siberia, dove le temperature si mantengono particolarmente basse nonostante la mitezza prevalente in gran parte d’Europa.
È interessante notare che il gelo si è spostato più ad est rispetto a poche settimane fa, a causa dell’influenza della circolazione atlantica. Questo inizio di inverno ha sorpreso molti esperti, contraddicendo in parte le previsioni stagionali che non sembravano prevedere un inverno particolarmente rigido. Le possibilità di un ritorno significativo dell’inverno sono elevate, forse anche prima del previsto.
Il ruolo del Vortice Polare
Vortice Polare: cos’è e come funziona
Il Vortice Polare è una vasta area ciclonica che staziona sopra il Polo Nord e gioca un ruolo fondamentale nel determinare le condizioni climatiche invernali. Questa massa di aria molto fredda ruota in senso antiorario e varia in dimensioni con il mutare delle stagioni. Quando il vortice scende verso sud, trascina con sé raffiche di aria gelida. L’Europa è generalmente meno vulnerabile alle sue oscillazioni rispetto ad Asia e Nord America, ma non è immune alle sue influenze.
Il Vortice Polare è un sistema ben documentato e studiato, ma alcuni scienziati sostengono che il cambiamento climatico potrebbe renderlo molto instabile, con conseguenze potenzialmente gravi. Questo è un argomento di lungo dibattito tra gli esperti del settore.
Le conseguenze di un Vortice Polare indebolito
Le previsioni a lungo termine indicano un possibile indebolimento del Vortice Polare nelle prossime settimane, il che potrebbe aumentare la probabilità che l’aria fredda raggiunga le nostre latitudini. Un fattore chiave in questo scenario è la dinamica della stratosfera. I previsti riscaldamenti stratosferici, noti come Stratwarming, potrebbero indebolire il Vortice Polare a questo livello, causando un calo dei venti zonali e, in alcune aree, anche la loro inversione, creando una circolazione da est verso ovest a livello polare.
Se confermato, lo Stratwarming avrà un ruolo determinante nel modificare le condizioni meteorologiche del nostro continente nei mesi a venire. La mancanza di Stratwarming in passato, combinata con un Vortice Polare particolarmente forte, ha contribuito alle condizioni invernali sfavorevoli degli ultimi anni.
Stratwarming e il suo impatto sull’inverno
Uno Stratwarming è un riscaldamento stratosferico improvviso e significativo che può spostare o indebolire il Vortice Polare, dividerlo in due parti distinte e ridurre o invertire la circolazione dei venti occidentali di tipo zonale. Questo evento può permettere all’aria fredda artica di fluire verso latitudini inferiori, influenzando così anche il clima in Italia e nel Mediterraneo.
Per provocare un impatto sostanziale, capace di causare cambiamenti rilevanti anche nella troposfera, è necessario uno stratwarming di tipo major. Eventi di minore entità non sono abbastanza potenti da modificare significativamente e in modo duraturo la velocità dei venti zonali nella stratosfera.
Quest’anno, sembra che i principali indicatori climatici si stiano orientando verso condizioni favorevoli al freddo, in un contesto segnato da un intenso El Niño, notoriamente associato all’incremento recente del riscaldamento globale.
Le prospettive per i primi mesi del 2024
Di conseguenza, potremmo vivere una seconda parte d’inverno scoppiettante e per certi versi più fredda, il che non contrasterebbe con la tendenza globale al riscaldamento su una scala più ampia. Questo rappresenterebbe un evento isolato, uno tra i vari che si verificano in specifiche aree del mondo, in un contesto globalmente più caldo del normale.
Tra Gennaio e Febbraio potrebbe verificarsi un fenomeno un tempo comune nei mesi invernali: l’arrivo del gelo siberiano, spinto dall’anticiclone termico russo. Nonostante la sua rarità negli ultimi anni, quest’anno potrebbe riemergere. E sarebbe anche giunta l’ora!