Il gelo del passato e il suo possibile ritorno
Il clima è un argomento che suscita sempre grande interesse e preoccupazione, soprattutto quando si parla di eventi estremi come le ondate di gelo. In Europa, si è notato un allungamento dei tempi di ritorno di questi fenomeni, che potrebbero essere influenzati sia dai cambiamenti climatici che dalle fluttuazioni naturali del clima. Ma cosa accadrebbe se il meteo del passato si ripresentasse nel futuro?
Le cause delle ondate di gelo in Europa
Le ondate di freddo che si abbattono sull’Europa sono spesso legate alla posizione geografica della Russia, che si estende dalle zone boreali alle latitudini temperate. Durante l’inverno, questa vasta area si raffredda notevolmente, diventando la principale fonte di aria gelida per l’Emisfero Nord. Quando l’aria fredda dalle regioni artiche si sposta verso sud, porta con sé temperature molto basse e condizioni meteorologiche estreme in varie parti dell’Europa continentale.
Il gelo storico del 1963
Nel 1963, l’Europa fu colpita da una delle ondate di gelo più intense del secolo. In Inghilterra, le tempeste di neve iniziarono nel periodo natalizio e il 26 dicembre un blizzard colpì Londra. A Windsor, la neve raggiunse i 90 cm. Dopo il 10 gennaio, il freddo e la neve tornarono a farsi sentire e il Tamigi a Londra si ghiacciò. Il 21 gennaio, le temperature a Londra scesero a -2°C, mentre nelle campagne circostanti si registrarono -6°C.
L’impatto dell’inverno del 1963 sull’Italia
Anche l’Italia non fu risparmiata da quell’inverno rigido. La prima grande ondata di freddo arrivò durante il Natale del 1962, seguita da giorni più miti ma movimentati in termini di maltempo. Il 12 gennaio, il freddo intenso fece il suo ritorno e il 15 gennaio le temperature scesero drasticamente, con -7°C a Roma, -11°C a Verona e un freddissimo -20°C nelle Alpi e nell’Appennino Settentrionale a 2000 metri.
Le nevicate e il freddo in Italia
Quell’inverno terribile portò con sé un freddo intenso e abbondanti nevicate. Dal 18 gennaio, un’altra ondata di gelo colpì l’Europa: un anticiclone tra Scozia e Islanda spinse un’ondata di aria siberiana verso l’Europa centrale e l’Italia settentrionale. Allo stesso tempo, una depressione vicino al Portogallo portava una perturbazione africana sull’Italia. Nel Sud Italia soffiavano venti caldi di scirocco, mentre nel Centro-Nord nevicava abbondantemente a causa del contrasto tra queste due masse d’aria di diversa origine.
Gli effetti del gelo sulle regioni italiane
Le principali città della Toscana furono coperte di neve, con Siena che registrò ben 20 cm. In Liguria, nevicò sulla Riviera di Levante, mentre a Genova si ebbero solo alcuni fiocchi di neve, ma con un freddo e una tramontana intensi. In Romagna, il freddo era pungente, con la bora che soffiava forte, nevicate intermittenti e corsi d’acqua che ghiacciavano, raggiungendo temperature fino a -15°C. La Laguna Veneta si congelò; a Trieste soffiava la bora e sul Carso si registrarono -11°C. Bufere di neve colpirono Marche, Abruzzo e Molise. Nevicate raggiunsero anche la Puglia, con 30 cm di neve sul Tavoliere. Sardegna e Sicilia, sotto l’influsso dell’aria africana, godettero in tale frangente di temperature molto miti. A seguire anche tutta la terza decade di Gennaio fu caratterizzata da gelo e neve sull’Italia.
In conclusione, il meteo del passato può fornirci preziose informazioni su ciò che potrebbe accadere in futuro. Gli eventi estremi come le ondate di gelo del 1963 ci ricordano quanto sia importante essere preparati e consapevoli delle possibili conseguenze dei cambiamenti climatici e delle fluttuazioni naturali del clima. Solo così potremo affrontare al meglio le sfide che il futuro ci riserva.