Il freddo che dilaga
Il meteo sta per subire un cambiamento significativo, con l’arrivo di una massa d’aria fredda che interesserà il nostro Paese dal fine settimana della Befana sino ai giorni successivi. Si tratta di un fenomeno che i modelli meteo hanno già previsto da tempo, ma ora possiamo analizzarlo con maggiore precisione.
Freddo Polare e Artico: quali sono le differenze?
Il freddo che ci aspetta avrà origine Polare in un primo momento, per poi trasformarsi in un freddo di matrice Artica. La differenza tra i due sta nel fatto che l’aria Polare, per raggiungere la nostra penisola, deve percorrere una distanza maggiore e, di conseguenza, si carica di umidità oceanica, risultando meno fredda. Al contrario, l’aria Artica ha un percorso più breve da compiere e incontra meno aree marittime, il che la rende più fredda e pungente.
L’arrivo dell’aria Artica: un rinfresco per la memoria
La prossima settimana, l’aria fredda proveniente dal Circolo Polare Artico ci farà “rinfrescare la memoria”, ricordandoci cosa significa affrontare temperature decisamente basse. Tuttavia, questo è solo un aspetto previsionale del fenomeno, che verrà approfondito nei prossimi giorni. Ciò che riteniamo più importante, però, è il motivo alla base di questo cambiamento climatico.
Le dinamiche del Vortice Polare e l’evento gelido in arrivo
Le dinamiche che stanno interessando il Vortice Polare sono notevoli e potrebbero essere solo all’inizio di un processo più ampio. Queste dinamiche stanno gettando le basi per un evento gelido di grande portata. Il fatto è che non possiamo sapere se interesserà appieno anche il nostro Paese. Per ora il gelo estremo coinvolge solo la Scandinavia, con anomalie ingentissime. Non sappiamo se riuscirà a venire da noi, ma intanto stiamo gettando le basi per un’invernata di quelle interessanti.
Le possibili conseguenze
I modelli suggeriscono che il picco del freddo si verificherà a febbraio, ma non escludiamo che alcuni movimenti atmosferici possano accelerare il processo, portando il gelo già nella seconda metà di gennaio e riproponendosi poi a febbraio. Se ciò dovesse accadere, ci troveremmo di fronte a un’anomalia climatica significativa, soprattutto se confrontata con gli inverni relativamente miti degli ultimi due anni.
Resta da vedere se tutto ciò verrà confermato anche per il nostro Paese o se non saremo coinvolti appieno, come peraltro già accaduto più volte.