Il clima sta cambiando e con esso le nostre abitudini e percezioni del tempo atmosferico. Coloro che sono cresciuti con un certo tipo di clima, con stagioni ben definite e fenomeni atmosferici prevedibili, stanno assistendo a una trasformazione che li costringe a rivedere le proprie convinzioni. Le strutture anticicloniche, ad esempio, non sono più quelle di una volta. Un tempo l’Anticiclone delle Azzorre dominava la scena, mentre ora è l’Anticiclone Africano a farla da padrone, portando con sé temperature elevate che in passato sarebbero state impensabili.
Anche il regime delle precipitazioni è cambiato. Se prima le piogge seguivano un andamento regolare, con precipitazioni costanti in autunno, una diminuzione in inverno e un ritorno in primavera, ora assistiamo a periodi di siccità alternati a piogge torrenziali. L’estate, che un tempo era calda ma senza eccessi, ora vede temperature che sfiorano i valori desertici.
La neve, poi, è un altro capitolo a parte. In Appennino si registra una diminuzione del 40% delle nevicate, con conseguenze importanti per il turismo montano. Le località appenniniche stanno già ripensando la propria offerta turistica per adattarsi a questa nuova realtà.
Accettare questi cambiamenti non è facile, soprattutto quando si pensa a come il clima di una volta rappresentava una certezza su cui basare la propria vita quotidiana. Adattarsi a un clima che un tempo avremmo considerato un incubo è una sfida che richiede tempo e comprensione. La domanda che ci poniamo è se questa nuova normalità climatica riscriverà la storia e come noi saremo in grado di affrontarla.