La NOAA ha recentemente dichiarato la conclusione del fenomeno di El Niño, che ha contribuito al riscaldamento della superficie terrestre nell’ultimo anno, e ha annunciato l’imminente arrivo della sua controparte fredda, La Niña. Questo cambiamento meteorologico coincide con una fase cruciale nei pronostici stagionali: estate, autunno e inverno. La fase “neutrale” tra i due fenomeni è stata dichiarata il 13 giugno, ma quanto durerà? E perché si registrano record di caldo in tutto il pianeta? Perché si prevedono temperature estremamente alte anche in gran parte d’Italia? Analizzeremo queste questioni in questo approfondimento meteo.
Analisi delle condizioni attuali
Secondo la NOAA, El Niño si verifica quando la temperatura della superficie del mare nel Pacifico centrale supera di 0,5°C la norma per un mese. Poiché le misurazioni sono rimaste al di sotto della media senza cambiamenti significativi, il fenomeno è stato dichiarato concluso. La Niña, che comporta una temperatura superficiale inferiore, non è ancora arrivata. La NOAA segnala che l’area oceanica si trova in una situazione neutrale, con temperature vicine alle medie a lungo termine. Michelle L’Heureux del NOAA ha indicato che queste condizioni neutrali sono sempre più rare e probabilmente non dureranno a lungo quest’anno. C’è una probabilità del 65% che La Niña si sviluppi tra luglio e settembre, con l’85% di probabilità che persista durante l’inverno dell’emisfero nord.
Impatto sul meteo italiano
La Niña influenzerà il meteo in Italia. In teoria, dovrebbe inibire eventi di caldo estremo africano, ma vi è una diffusa informazione errata su questo argomento in Italia, complici le semplificazioni necessarie nella meteorologia. Le onde di calore che, soprattutto dal 2003, si presentano d’estate e ormai in tutti i mesi dell’anno, sono causate da alte pressioni più potenti rispetto al passato, con un forte effetto DOME. Questa situazione ha causato record di caldo che in regioni settentrionali sono superiori a quelle più a sud.
Connessione con la stagione degli uragani
L’arrivo di La Niña è particolarmente significativo per la stagione degli uragani 2024 nell’Atlantico, prevista come “estremamente attiva”. La combinazione di La Niña con le temperature record della superficie del mare aumenterà l’attività degli uragani. Kathie Dello, climatologa della Carolina del Nord, ha spiegato che La Niña e il riscaldamento globale potrebbero generare condizioni di siccità nel sud degli Stati Uniti durante l’inverno.
Quando La Niña inizia, le acque si raffreddano e cambia la circolazione dell’aria nell’atmosfera, con effetti opposti a quelli di El Niño. La NOAA ha annunciato che esiste una probabilità del 49% che La Niña si sviluppi tra giugno e agosto, e del 69% tra luglio e settembre 2024. Le condizioni per La Niña iniziano con un’anomalia negativa della temperatura superficiale del mare di -0,5°C o meno nella regione Niño-3.4 del Pacifico equatoriale, con l’indice di El Niño Oceanico (ONI) che raggiunge la soglia dei tre mesi.
Oscillazioni e cicli
El Niño e La Niña sono considerati oscillazioni, ma con alcuni ritardi o anticipazioni. Questi eventi si verificano ogni due-sette anni, con cicli di uno e dell’altro. Il periodo di attività di un evento è di circa un anno, iniziando in primavera e terminando nella stessa stagione dell’anno successivo, con il picco di attività in dicembre.
L’anno scorso, quando si è verificato il cambiamento, siamo passati da tre anni consecutivi di La Niña a condizioni di El Niño. Questo ha portato a un riscaldamento delle acque del Pacifico e a cambiamenti nei modelli di circolazione atmosferica a livello globale. Nonostante l’intensità di El Niño, non è stato uno dei più forti registrati.
Condizioni oceaniche e meteorologiche
Attualmente, ci troviamo in una fase di transizione con condizioni oceaniche del Pacifico normali (ma il meteo non lo è da nessuna parte, quasi). Le acque calde del Pacifico si sposteranno verso le regioni occidentali vicino alla linea internazionale di cambio di data, accumulandosi nella Alberca Caliente del Pacifico e saranno sostituite da acque più fredde, riducendo la temperatura dell’oceano nella regione centrale tropicale.
Le probabilità che La Niña si verifichi nei prossimi mesi raggiungono quasi il 70%, ma è ancora possibile che non accada e si mantengano condizioni normali nel Pacifico. I possibili contraccolpi dipendono dall’intensità di La Niña. Attualmente si prevede che l’attività ciclonica nel Pacifico sarà normale o inferiore alla norma, mentre nell’Atlantico sarà più attiva del normale con le temperature superficiali dell’oceano odierne.
Fenomeni separati e impatti globali
L’influenza umana sul riscaldamento globale è evidente, ma El Niño e La Niña sono fenomeni separati. Non c’è ancora evidenza dell’impatto umano su questi fenomeni, ma gli studi mostrano che con l’aumento delle temperature globali, la frequenza di questi eventi cambierà.