Recentemente, il capo della polizia locale di una città friulana ha annunciato la disattivazione degli autovelox. Questa mossa è stata fatta con l’intento di garantire l’osservanza della legge e preservare la fiducia dei cittadini, in linea con la sentenza della Cassazione, che impone l’omologazione dei dispositivi di controllo della velocità.
In molte città, gli autovelox sono stati “messo in stand-by” in attesa di ulteriori dettagli sull’omologazione. Il cosiddetto decreto autovelox, noto come decreto Salvini, recentemente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e in vigore dal 12 giugno, non ha risolto completamente il problema. Dal 2015, sia la Corte Costituzionale che la Cassazione hanno sottolineato che i dispositivi di controllo elettronico della velocità devono essere approvati, omologati e tarati.
Il decreto del Ministro ha innescato discussioni sulla verifica metrologica legale, ma c’è un consenso unanime sulla mancanza di omologazione degli autovelox. Nonostante Salvini veda questi dispositivi come una garanzia di sicurezza stradale, è chiaro che alcuni Comuni li hanno utilizzati per incrementare le loro entrate.
È stato affermato che l’uso improprio degli autovelox si verifica quando si stabiliscono limiti di velocità irragionevolmente bassi, come impostare un limite di 50 km/h su una strada con limite di 70 km/h, con l’intento di fare cassa. Il decreto stabilisce che non si possono installare autovelox se il limite di velocità è ridotto di oltre 20 km/h con un’ordinanza.
Nel frattempo, sembra che verranno utilizzati, a discrezione, altri metodi per il controllo della velocità. L’articolo 141 del codice della strada, ad esempio, fa riferimento alla velocità non adeguata alle condizioni meteo o urbanistiche. Pertanto, se una pattuglia vede un veicolo procedere a velocità eccessiva, può intervenire direttamente.
La tecnologia è fondamentale, ma non può sostituire i controlli su strada.
Molte città in diverse regioni d’Italia, hanno sospeso le pattuglie mobili per le stesse ragioni. L’assenza di una normativa chiara e di regolamenti adeguati per l’approvazione degli autovelox mobili ha portato a questa decisione condivisa.
L’importanza di rispettare la legge e la fiducia dei cittadini è al centro delle decisioni di vari capi della polizia. La questione dell’omologazione degli autovelox rimane aperta e fino a quando non ci sarà chiarezza, la priorità sarà data ai controlli su strada e ad altre forme di monitoraggio della velocità. La decisione di “spegnere” gli autovelox è stata presa per garantire che ogni azione sia in linea con la legge e per evitare qualsiasi forma di strumentalizzazione a fini economici. E le multe applicate? Una domanda che sembra non avere una risposta, forse risponderà un’altra Istituzione.
E qui entra in gioco la scienza, quando si utilizza uno strumento come l’autovelox, altri dispositivi devono garantire la sua perfetta taratura, quindi omologare questo dispositivo elettronico per la sicurezza stradale ed il rispetto delle risorse economiche dell’automobilista che rispetta i limiti di velocità.