Il fenomeno meteorologico noto come El Niño, responsabile del riscaldamento delle acque superficiali dell’Oceano Pacifico centrale e orientale, è in fase di conclusione. Questa notizia è stata diffusa dagli Uffici meteorologici dell’Australia e dell’India, che già il 16 aprile avevano annunciato la fine della fase di Enso-El Niño Southern Oscillation. Questa transizione avrà un impatto significativo sulle condizioni meteo a livello globale. Tuttavia, la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) ha adottato un approccio più prudente, indicando un’85% di probabilità che El Niño sia effettivamente terminato e prevedendo un periodo di transizione fino a giugno, seguito dall’arrivo di La Niña tra giugno e agosto.
Il nostro Paese, l’Italia, potrebbe risentire di questo cambiamento, con la possibilità di ondate di calore e temporali di forte intensità già a partire da questa Estate.
El Niño è un fenomeno con radici storiche affascinanti. Fu per la prima volta rilevato dai pescatori peruviani, che notavano un riscaldamento delle acque oceaniche ogni 5-6 anni, con conseguente scomparsa temporanea dei pesci. Questo fenomeno venne chiamato El Niño, in riferimento al Bambino Gesù, poiché si manifestava durante il periodo natalizio. Al contrario, La Niña rappresenta la fase opposta, caratterizzata dal raffreddamento delle acque del Pacifico centro-meridionale e orientale.
La fine di El Niño comporta numerose conseguenze meteorologiche. Storicamente, El Niño è stato associato a piogge torrenziali, inondazioni, siccità e ondate di calore in diverse parti del mondo. In Africa, ad esempio, El Niño ha aggravato gli effetti del cambiamento climatico, causando inondazioni devastanti, raccolti scarsi e un’impennata dei prezzi delle materie prime. La Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe (SADC) ha recentemente lanciato un appello umanitario per raccogliere 5,5 miliardi di dollari per affrontare le conseguenze delle inondazioni e delle siccità.
Il passaggio da El Niño a La Niña porterà benefici a molte regioni, ma i suoi effetti non si faranno sentire immediatamente nell’emisfero boreale. Gli impatti di La Niña sull’Europa, infatti, non saranno avvertiti prima dell’autunno inoltrato. Tuttavia, la rapidità con cui si alternano El Niño e La Niña è aumentata negli ultimi anni, complicando ulteriormente la gestione dei cambiamenti climatici.
La Niña, caratterizzata da temperature superficiali marine inferiori alla media, avrà effetti significativi anche sull’Europa e il Mediterraneo. Secondo il Climate Prediction Center della NOAA, le temperature oceaniche nel Pacifico orientale sono ancora superiori alla media, ma in calo rispetto ai mesi precedenti, indicando un indebolimento di El Niño e una transizione verso La Niña. Le previsioni per l’estate 2024 mostrano un raffreddamento significativo delle acque del Pacifico orientale, segnalando l’inizio di La Niña.
Gli effetti di La Niña includono un aumento delle piogge nel Sud-Est asiatico, in Brasile, Australia e alcune zone dell’Africa, mentre gli Stati Uniti occidentali, il Messico e l’Africa nord-orientale sperimenteranno periodi di siccità. La Niña favorisce anche la formazione di uragani nel bacino del centro Atlantico, aumentando il rischio di tempeste frequenti e intense.
Per quanto riguarda il Mediterraneo, La Niña potrebbe portare a una maggiore esposizione ai MediCane, uragani mediterranei che possono causare nubifragi e temporali intensi, oltre a mareggiate provocate da forti venti. In Italia, questi eventi estremi potrebbero tradursi in nubifragi e alluvioni lampo, simili a quelli recenti in Toscana, Romagna, Ischia, Marche e Sicilia.
Nonostante l’aumento delle precipitazioni, ciò non significa che le temperature estive saranno miti. Le proiezioni del Centro Europeo indicano che l’estate potrebbe essere molto calda, con periodi prolungati di caldo intenso interrotti da fenomeni temporaleschi legati a La Niña. Queste condizioni meteo estreme richiederanno una preparazione adeguata per mitigare i potenziali danni e proteggere le popolazioni vulnerabili.
Sebbene il passaggio da El Niño a La Niña possa portare alcuni benefici, soprattutto nelle regioni colpite da inondazioni e siccità, le implicazioni a livello globale continueranno a essere complesse e imprevedibili.