Il mutamento del meteo ci ha catapultati in un meteo differente, più torrido. L’estate si fa sempre più bollente, mentre l’inverno si addolcisce. Copernicus, l’osservatorio del meteo europeo, afferma che l’Europa è il continente che si sta surriscaldando più velocemente. Le ragioni di questo fenomeno hanno portato alla formulazione di diverse ipotesi da parte dei vari centri di ricerca meteorologica nel mondo. L’Africa, così vicina a noi, con il Sahara che si estende tra una zona subtropicale e tropicale, gioca un ruolo significativo, inviando verso di noi correnti d’aria calda e secca in quota, che hanno modificato il ritmo delle precipitazioni e influenzano le temperature. Tuttavia, questo non è l’unico fattore: il meteo è cambiato notevolmente anche nel Nord Europa.
Il meteo invernale: un lontano ricordo?
Non è un particolare trascurabile, anzi, è un elemento che potrebbe passare inosservato a molti, non solo agli amanti del meteo freddo e nevoso. Dobbiamo riconoscerlo: quanto tempo è passato dall’ultima volta che abbiamo vissuto un vero meteo invernale? Troppo tempo. Nella Val Padana, una regione che dovrebbe avere una media di alcuni giorni con nevicate e diversi con neve al suolo, nell’inverno 2023-2024 quasi non ha visto neve. La neve caduta sotto i 1000 metri di quota nella regione alpina è stata scarsissima, mentre non si può dire lo stesso per le quote più elevate, dove, verso i ghiacciai, si registra uno strato nevoso di altezza eccezionale.
Ma questa abbondanza di neve non significa che stiamo per entrare in un’era glaciale, che il meteo non è cambiato, che tutto è come al solito; tutt’altro. È un chiaro segno di .
Gli inverni recenti hanno lasciato un segno
Non c’è dubbio, gli inverni degli ultimi anni hanno lasciato un segno. Purtroppo, non in senso positivo. Nonostante le premesse fossero promettenti, tutto si è concluso in un nulla di fatto. Il vortice polare, entità mitologica della stagione invernale, non ha permesso il passaggio di un filo d’aria fredda. Le regioni polari, come rilevato da un recente studio, in particolare al Polo Nord, hanno un potere di raffreddamento del 15% inferiore rispetto ad alcune decine di anni fa. Questo è un fenomeno di una gravità impressionante, perché potrebbe alterare il meteo mondiale ben oltre ogni previsione. Infatti, sono le differenze di temperatura tra Equatore e poli a favorire la variabilità meteorologica. Gli scambi di correnti d’aria meridiani rendono il meteo meno torrido in certe zone e meno freddo in altre, oltre a regolare il ritmo delle precipitazioni e della neve. Questo cambiamento rischia di annullare le stagioni come le abbiamo conosciute fino ad oggi, compreso il cambiamento del meteo.
Un inverno assente alle nostre latitudini
Non c’è traccia di inverno, almeno nelle nostre zone. Ecco perché discutere di meteo invernale mentre siamo nel pieno dell’estate potrebbe sembrare un paradosso. Ma non lo è affatto. Sapete perché? Perché è proprio in questo periodo che si iniziano a gettare le basi per la prossima stagione invernale. Il vortice polare stratosferico è in formazione e, sebbene sia qualcosa immensamente lontano da noi e dal nostro tempo meteorologico quotidiano, specie quello torrido che avremo su gran parte di agosto, inizia a prendere forma e influenzerà le prossime stagioni intorno all’inverno.
Uno sguardo all’atmosfera può fornire indicazioni preziose
Uno sguardo all’atmosfera può fornire indicazioni preziose. La Niña, ad esempio, è uno di quegli elementi che potrebbero influenzare notevolmente sia l’autunno che l’inverno. Seguire la sua evoluzione diventa quindi fondamentale.
La Niña è un fenomeno meteorologico caratterizzato dal raffreddamento delle acque superficiali dell’Oceano Pacifico centrale e orientale, che influisce sulle condizioni meteorologiche globali.
Qualcosa potrebbe cambiare
Qualcosa potrebbe cambiare. Magari l’atmosfera in Atlantico si presenterà in un certo modo e non ci sarà nulla da fare. O forse i ghiacci artici si comporteranno in modo diverso e ci sarà molto da discutere. Al momento non possiamo fare previsioni precise, ma è importante sottolineare che qualcosa è cambiato. Negli ultimi anni si sta verificando una trasformazione, e i prossimi inverni potrebbero essere come quelli di un tempo.
Nulla è impossibile quando si parla di condizioni meteo
Impossibile? Assolutamente no. Quando si parla di condizioni meteo, nulla è impossibile. In un sistema dinamico come quello atmosferico, tutto può succedere. Tutto e il suo contrario, per essere precisi.
Parliamo di caldo, non perché è Luglio e sarà Agosto
È luglio, può sembrare strano parlare di caldo come anormalità, direte, ma che essendo estate, è normale se fa caldo, anzi, deve fare caldo. La concezione di calore cambia a seconda del luogo. Pensate al meteo di Las Vegas, molto secco, ma con temperature minime che da settimane non scendono sotto i 35°C e di giorno sono attorno ai 45°C, con il picco estremo di una decina di giorni fa a 48°C. Per noi italiani sarebbe rovente. L’assenza di climatizzazioni in tutte le abitazioni e luoghi di lavoro, ma anche di risorse energetiche, genererebbe un blackout, e il caldo causerebbe migliaia di vittime. Il caldo è una percezione, come il freddo, e dobbiamo confrontarci con temperatura e umidità tipiche delle nostre località per definire se fa caldo o freddo. Quindi, le ondate di caldo che in Italia portano su alcune località i 40°C sono caldo rovente perché da noi le temperature medie massime dell’ultimo trentennio dovrebbero aggirarsi ai 30°C circa in pianura.
Nelle nostre estati si parla dell’Anticiclone africano. Negli ultimi due decenni è stato il protagonista indiscusso in tutte le stagioni, ma specialmente in quella estiva, portando per settimane temperature anche tra i 5 e 10°C sopra la media. Tutto iniziò in maniera violenta, direi vistosa, nell’estate 2003.
Il freddo manca all’appello
Ma quello che manca davvero è il freddo e chissà, forse nei prossimi mesi le condizioni potrebbero cambiare. Sarebbe un risultato notevole, non solo per gli appassionati di meteo freddo, ma forse per quasi tutti, anche per coloro che detestano dover indossare guanti, cappelli e giacche pesanti. Alle nostre latitudini, in Italia, estesa attorno ai 40° di latitudine nord, viviamo la stagione invernale più mite del pianeta assieme a vari Paesi europei e pochi altri nel mondo. Pensate come sono gli inverni di New York, che si trova alla stessa latitudine di Napoli, o ancor meglio, quelli di Seul, capitale della Corea del Sud, che è alla latitudine di Catania.
A a gennaio la temperatura media è di –2°C, mentre il record di freddo è attorno a -23°C. A , invece, la media di gennaio è di 8°C. L’ ha un meteo mite rispetto a molte aree del pianeta, ma quel briciolo di freddo si è ulteriormente ridotto.
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