Il meteo in Italia è stato recentemente caratterizzato da frequenti intrusioni di polvere proveniente dal Sahara, un fenomeno che ha destato non poche preoccupazioni. Il centro europeo Copernicus Atmosphere Monitoring Service ha rilevato che, negli ultimi mesi, la polvere del deserto più esteso e caldo del pianeta ha raggiunto la regione del Mediterraneo un numero di volte superiore alla norma. Questo ha sollevato interrogativi sulla possibile anomalia del meteo.
La presenza di polvere sahariana nell’aria ha causato un incremento dei livelli di PM10, particelle di polvere sottili con un diametro inferiore ai 10 millesimi di millimetro. Questo aumento ha raggiunto valori tra i 150 e i 200 microgrammi per metro cubo, un dato considerevole che ha reso l’aria particolarmente pesante. Tale valore è quattro volte superiore al limite giornaliero stabilito dalle linee guida dell’Unione Europea per questo tipo di particolato, rendendo l’aria inquinata a causa di cause naturali.
Non è sabbia, ma polvere
È un errore comune riferirsi a questo fenomeno come “sabbia” del Sahara. In realtà, il termine corretto è “polvere”. La sabbia è costituita da particelle con dimensioni comprese tra 0,1 millimetri e 2 millimetri, mentre la polvere che cade con la pioggia è molto più fine, con particelle di circa 20 millesimi di millimetro o meno. Le particelle più grandi sono troppo pesanti per rimanere sospese nell’aria per lunghi periodi, mentre la polvere può viaggiare per migliaia di chilometri, trasportata dal vento fino all’Europa.
Le condizioni per il fenomeno
Perché si verifichi l’intrusione di polvere sahariana, sono necessarie due condizioni: bassa pressione nell’Oceano Atlantico settentrionale e alta pressione nel Mediterraneo centro-orientale o nell’Europa sudorientale. Le correnti d’aria si muovono in senso antiorario dall’alta alla bassa pressione, passando sopra il deserto del Nord Africa e raccogliendo sabbia e polvere. Quando arrivano perturbazioni dall’Atlantico, questa circolazione rallenta, raccogliendo così più materiale che poi cade a terra in Europa a causa delle precipitazioni.
Il ruolo del riscaldamento globale
Il cambiamento climatico sta rendendo questo fenomeno sempre più frequente, facendolo verificarsi anche in periodi dell’anno in cui era meno comune. Il riscaldamento globale sta spostando sempre più a nord la fascia tropicale, portando le estremità settentrionali dell’anticiclone subtropicale africano (ovvero l’alta pressione tipica del Nordafrica) sempre più spesso nel Mediterraneo. Inoltre, favorisce il riscaldamento delle acque del Mediterraneo, aumentando la probabilità di precipitazioni in grado di depositare la polvere sahariana al suolo.