Il Mediterraneo è teatro di un fenomeno meteorologico di grande potenza e complessità: i Medicane, cicloni mediterranei che presentano molte similitudini con i cicloni tropicali. Questi cicloni si distinguono per la loro struttura del campo di vento ad alta vorticità, con venti che possono estendersi ben oltre il nucleo centrale di bassa pressione. La scala Saffir-Simpson, utilizzata per misurare l’intensità dei cicloni tropicali, è spesso impiegata per classificare i Medicane, che possono raggiungere una potenza pari alla terza categoria su cinque.
La genesi dei Medicane è spesso legata a una profonda saccatura in alta atmosfera e può essere accelerata dalla presenza della corrente a getto. Questi sistemi meteorologici si sviluppano in presenza di un’anomalia di vorticità potenziale, sostenuta dal rilascio di ingenti quantità di calore latente e sensibile. Un elemento cruciale per la loro formazione è la temperatura superficiale del mare, che deve essere almeno di 15°C per permettere lo sviluppo di un Medicane.
Identificazione e classificazione dei Medicane: i metodi utilizzati
Per identificare e classificare i Medicane si utilizzano due principali metodi. Il primo, ideato da Tous e Romero, richiede la presenza di un occhio ciclonico ben definito, simmetria delle nubi attorno all’occhio, continuità della copertura nuvolosa, un diametro inferiore ai 300 km e una persistenza di almeno sei ore. Tuttavia, esiste un secondo metodo, basato sui diagrammi di fase di Hart, che offre un’analisi più dettagliata dell’evoluzione del sistema attraverso la simmetria termica e il vento termico a diversi livelli atmosferici, risultando spesso più accurato e sensibile.
Nonostante i progressi nella comprensione di questi fenomeni, molte domande restano aperte, specialmente riguardo all’origine, allo sviluppo e al ciclo di vita dei Medicane. È fondamentale continuare a studiare questi fenomeni, considerando anche come i cambiamenti del meteo possano influenzare la frequenza e l’intensità di tali eventi.
Medicane nel Mediterraneo: gli impatti recenti
Negli ultimi anni, diversi Medicane hanno colpito duramente il Mediterraneo, con conseguenze significative per varie regioni, tra cui alcune aree del Nord, Centro e Sud Italia. Durante l’autunno scorso, un Medicane ha scatenato gravi inondazioni in Grecia e successivamente in Libia, causando un numero elevato di vittime.
Libia: una catastrofe senza precedenti
Il ciclone Daniel ha rappresentato una delle più gravi tragedie nella storia recente della Libia, con almeno cinquemila vittime e diecimila persone disperse. L’intensità del ciclone è stata amplificata dalle temperature insolitamente alte del Mediterraneo, che hanno alimentato la tempesta trasformandola in un evento di devastante potenza. Al momento dell’impatto con la costa libica, Daniel ha causato il collasso di due dighe, liberando un’ondata d’acqua lungo il fiume Wadi Derna, che ha travolto gran parte della città di Derna.
Prima di colpire la Libia, Daniel aveva già provocato danni enormi in Grecia, specialmente nella regione della Tessaglia, dove città intere sono state sommerse e nuovi record di precipitazioni sono stati stabiliti. Le operazioni di soccorso sono state rese difficili dalle condizioni estreme, con strade impraticabili che hanno ostacolato gli interventi.
La Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa ha lanciato un appello per un significativo sostegno finanziario per affrontare l’emergenza. Gli esperti avvertono che i cambiamenti del meteo non solo potrebbero aumentare l’intensità di tali cicloni, ma anche la loro frequenza. Ehsan, ricercatore presso l’International Research Institute for Climate and Society della Columbia University, ha evidenziato come le modifiche nella corrente a getto e l’aumento delle temperature superficiali dei mari stiano creando le condizioni per eventi meteorologici sempre più estremi.
Il Mediterraneo è teatro di un fenomeno meteorologico di grande potenza e complessità: i Medicane, cicloni mediterranei che presentano molte similitudini con i cicloni tropicali. Questi cicloni si distinguono per la loro struttura del campo di vento ad alta vorticità, con venti che possono estendersi ben oltre il nucleo centrale di bassa pressione. La scala Saffir-Simpson, utilizzata per misurare l’intensità dei cicloni tropicali, è spesso impiegata per classificare i Medicane, che possono raggiungere una potenza pari alla terza categoria su cinque.
La genesi dei Medicane è spesso legata a una profonda saccatura in alta atmosfera e può essere accelerata dalla presenza della corrente a getto. Questi sistemi meteorologici si sviluppano in presenza di un’anomalia di vorticità potenziale, sostenuta dal rilascio di ingenti quantità di calore latente e sensibile. Un elemento cruciale per la loro formazione è la temperatura superficiale del mare, che deve essere almeno di 15°C per permettere lo sviluppo di un Medicane.
Identificazione e classificazione dei Medicane: i metodi utilizzati
Per identificare e classificare i Medicane si utilizzano due principali metodi. Il primo, ideato da Tous e Romero, richiede la presenza di un occhio ciclonico ben definito, simmetria delle nubi attorno all’occhio, continuità della copertura nuvolosa, un diametro inferiore ai 300 km e una persistenza di almeno sei ore. Tuttavia, esiste un secondo metodo, basato sui diagrammi di fase di Hart, che offre un’analisi più dettagliata dell’evoluzione del sistema attraverso la simmetria termica e il vento termico a diversi livelli atmosferici, risultando spesso più accurato e sensibile.
Nonostante i progressi nella comprensione di questi fenomeni, molte domande restano aperte, specialmente riguardo all’origine, allo sviluppo e al ciclo di vita dei Medicane. È fondamentale continuare a studiare questi fenomeni, considerando anche come i cambiamenti del meteo possano influenzare la frequenza e l’intensità di tali eventi.
Medicane nel Mediterraneo: gli impatti recenti
Negli ultimi anni, diversi Medicane hanno colpito duramente il Mediterraneo, con conseguenze significative per varie regioni, tra cui alcune aree del Nord, Centro e Sud Italia. Durante l’autunno scorso, un Medicane ha scatenato gravi inondazioni in Grecia e successivamente in Libia, causando un numero elevato di vittime.
Libia: una catastrofe senza precedenti
Il ciclone Daniel ha rappresentato una delle più gravi tragedie nella storia recente della Libia, con almeno cinquemila vittime e diecimila persone disperse. L’intensità del ciclone è stata amplificata dalle temperature insolitamente alte del Mediterraneo, che hanno alimentato la tempesta trasformandola in un evento di devastante potenza. Al momento dell’impatto con la costa libica, Daniel ha causato il collasso di due dighe, liberando un’ondata d’acqua lungo il fiume Wadi Derna, che ha travolto gran parte della città di Derna.
Prima di colpire la Libia, Daniel aveva già provocato danni enormi in Grecia, specialmente nella regione della Tessaglia, dove città intere sono state sommerse e nuovi record di precipitazioni sono stati stabiliti. Le operazioni di soccorso sono state rese difficili dalle condizioni estreme, con strade impraticabili che hanno ostacolato gli interventi.
La Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa ha lanciato un appello per un significativo sostegno finanziario per affrontare l’emergenza. Gli esperti avvertono che i cambiamenti del meteo non solo potrebbero aumentare l’intensità di tali cicloni, ma anche la loro frequenza. Ehsan, ricercatore presso l’International Research Institute for Climate and Society della Columbia University, ha evidenziato come le modifiche nella corrente a getto e l’aumento delle temperature superficiali dei mari stiano creando le condizioni per eventi meteorologici sempre più estremi.
Il Mediterraneo è teatro di un fenomeno meteorologico di grande potenza e complessità: i Medicane, cicloni mediterranei che presentano molte similitudini con i cicloni tropicali. Questi cicloni si distinguono per la loro struttura del campo di vento ad alta vorticità, con venti che possono estendersi ben oltre il nucleo centrale di bassa pressione. La scala Saffir-Simpson, utilizzata per misurare l’intensità dei cicloni tropicali, è spesso impiegata per classificare i Medicane, che possono raggiungere una potenza pari alla terza categoria su cinque.
La genesi dei Medicane è spesso legata a una profonda saccatura in alta atmosfera e può essere accelerata dalla presenza della corrente a getto. Questi sistemi meteorologici si sviluppano in presenza di un’anomalia di vorticità potenziale, sostenuta dal rilascio di ingenti quantità di calore latente e sensibile. Un elemento cruciale per la loro formazione è la temperatura superficiale del mare, che deve essere almeno di 15°C per permettere lo sviluppo di un Medicane.
Identificazione e classificazione dei Medicane: i metodi utilizzati
Per identificare e classificare i Medicane si utilizzano due principali metodi. Il primo, ideato da Tous e Romero, richiede la presenza di un occhio ciclonico ben definito, simmetria delle nubi attorno all’occhio, continuità della copertura nuvolosa, un diametro inferiore ai 300 km e una persistenza di almeno sei ore. Tuttavia, esiste un secondo metodo, basato sui diagrammi di fase di Hart, che offre un’analisi più dettagliata dell’evoluzione del sistema attraverso la simmetria termica e il vento termico a diversi livelli atmosferici, risultando spesso più accurato e sensibile.
Nonostante i progressi nella comprensione di questi fenomeni, molte domande restano aperte, specialmente riguardo all’origine, allo sviluppo e al ciclo di vita dei Medicane. È fondamentale continuare a studiare questi fenomeni, considerando anche come i cambiamenti del meteo possano influenzare la frequenza e l’intensità di tali eventi.
Medicane nel Mediterraneo: gli impatti recenti
Negli ultimi anni, diversi Medicane hanno colpito duramente il Mediterraneo, con conseguenze significative per varie regioni, tra cui alcune aree del Nord, Centro e Sud Italia. Durante l’autunno scorso, un Medicane ha scatenato gravi inondazioni in Grecia e successivamente in Libia, causando un numero elevato di vittime.
Libia: una catastrofe senza precedenti
Il ciclone Daniel ha rappresentato una delle più gravi tragedie nella storia recente della Libia, con almeno cinquemila vittime e diecimila persone disperse. L’intensità del ciclone è stata amplificata dalle temperature insolitamente alte del Mediterraneo, che hanno alimentato la tempesta trasformandola in un evento di devastante potenza. Al momento dell’impatto con la costa libica, Daniel ha causato il collasso di due dighe, liberando un’ondata d’acqua lungo il fiume Wadi Derna, che ha travolto gran parte della città di Derna.
Prima di colpire la Libia, Daniel aveva già provocato danni enormi in Grecia, specialmente nella regione della Tessaglia, dove città intere sono state sommerse e nuovi record di precipitazioni sono stati stabiliti. Le operazioni di soccorso sono state rese difficili dalle condizioni estreme, con strade impraticabili che hanno ostacolato gli interventi.
La Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa ha lanciato un appello per un significativo sostegno finanziario per affrontare l’emergenza. Gli esperti avvertono che i cambiamenti del meteo non solo potrebbero aumentare l’intensità di tali cicloni, ma anche la loro frequenza. Ehsan, ricercatore presso l’International Research Institute for Climate and Society della Columbia University, ha evidenziato come le modifiche nella corrente a getto e l’aumento delle temperature superficiali dei mari stiano creando le condizioni per eventi meteorologici sempre più estremi.
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La genesi dei Medicane è spesso legata a una profonda saccatura in alta atmosfera e può essere accelerata dalla presenza della corrente a getto. Questi sistemi meteorologici si sviluppano in presenza di un’anomalia di vorticità potenziale, sostenuta dal rilascio di ingenti quantità di calore latente e sensibile. Un elemento cruciale per la loro formazione è la temperatura superficiale del mare, che deve essere almeno di 15°C per permettere lo sviluppo di un Medicane.
Identificazione e classificazione dei Medicane: i metodi utilizzati
Per identificare e classificare i Medicane si utilizzano due principali metodi. Il primo, ideato da Tous e Romero, richiede la presenza di un occhio ciclonico ben definito, simmetria delle nubi attorno all’occhio, continuità della copertura nuvolosa, un diametro inferiore ai 300 km e una persistenza di almeno sei ore. Tuttavia, esiste un secondo metodo, basato sui diagrammi di fase di Hart, che offre un’analisi più dettagliata dell’evoluzione del sistema attraverso la simmetria termica e il vento termico a diversi livelli atmosferici, risultando spesso più accurato e sensibile.
Nonostante i progressi nella comprensione di questi fenomeni, molte domande restano aperte, specialmente riguardo all’origine, allo sviluppo e al ciclo di vita dei Medicane. È fondamentale continuare a studiare questi fenomeni, considerando anche come i cambiamenti del meteo possano influenzare la frequenza e l’intensità di tali eventi.
Medicane nel Mediterraneo: gli impatti recenti
Negli ultimi anni, diversi Medicane hanno colpito duramente il Mediterraneo, con conseguenze significative per varie regioni, tra cui alcune aree del Nord, Centro e Sud Italia. Durante l’autunno scorso, un Medicane ha scatenato gravi inondazioni in Grecia e successivamente in Libia, causando un numero elevato di vittime.
Libia: una catastrofe senza precedenti
Il ciclone Daniel ha rappresentato una delle più gravi tragedie nella storia recente della Libia, con almeno cinquemila vittime e diecimila persone disperse. L’intensità del ciclone è stata amplificata dalle temperature insolitamente alte del Mediterraneo, che hanno alimentato la tempesta trasformandola in un evento di devastante potenza. Al momento dell’impatto con la costa libica, Daniel ha causato il collasso di due dighe, liberando un’ondata d’acqua lungo il fiume Wadi Derna, che ha travolto gran parte della città di Derna.
Prima di colpire la Libia, Daniel aveva già provocato danni enormi in Grecia, specialmente nella regione della Tessaglia, dove città intere sono state sommerse e nuovi record di precipitazioni sono stati stabiliti. Le operazioni di soccorso sono state rese difficili dalle condizioni estreme, con strade impraticabili che hanno ostacolato gli interventi.
La Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa ha lanciato un appello per un significativo sostegno finanziario per affrontare l’emergenza. Gli esperti avvertono che i cambiamenti del meteo non solo potrebbero aumentare l’intensità di tali cicloni, ma anche la loro frequenza. Ehsan, ricercatore presso l’International Research Institute for Climate and Society della Columbia University, ha evidenziato come le modifiche nella corrente a getto e l’aumento delle temperature superficiali dei mari stiano creando le condizioni per eventi meteorologici sempre più estremi.
Il Mediterraneo è teatro di un fenomeno meteorologico di grande potenza e complessità: i Medicane, cicloni mediterranei che presentano molte similitudini con i cicloni tropicali. Questi cicloni si distinguono per la loro struttura del campo di vento ad alta vorticità, con venti che possono estendersi ben oltre il nucleo centrale di bassa pressione. La scala Saffir-Simpson, utilizzata per misurare l’intensità dei cicloni tropicali, è spesso impiegata per classificare i Medicane, che possono raggiungere una potenza pari alla terza categoria su cinque.
La genesi dei Medicane è spesso legata a una profonda saccatura in alta atmosfera e può essere accelerata dalla presenza della corrente a getto. Questi sistemi meteorologici si sviluppano in presenza di un’anomalia di vorticità potenziale, sostenuta dal rilascio di ingenti quantità di calore latente e sensibile. Un elemento cruciale per la loro formazione è la temperatura superficiale del mare, che deve essere almeno di 15°C per permettere lo sviluppo di un Medicane.
Identificazione e classificazione dei Medicane: i metodi utilizzati
Per identificare e classificare i Medicane si utilizzano due principali metodi. Il primo, ideato da Tous e Romero, richiede la presenza di un occhio ciclonico ben definito, simmetria delle nubi attorno all’occhio, continuità della copertura nuvolosa, un diametro inferiore ai 300 km e una persistenza di almeno sei ore. Tuttavia, esiste un secondo metodo, basato sui diagrammi di fase di Hart, che offre un’analisi più dettagliata dell’evoluzione del sistema attraverso la simmetria termica e il vento termico a diversi livelli atmosferici, risultando spesso più accurato e sensibile.
Nonostante i progressi nella comprensione di questi fenomeni, molte domande restano aperte, specialmente riguardo all’origine, allo sviluppo e al ciclo di vita dei Medicane. È fondamentale continuare a studiare questi fenomeni, considerando anche come i cambiamenti del meteo possano influenzare la frequenza e l’intensità di tali eventi.
Medicane nel Mediterraneo: gli impatti recenti
Negli ultimi anni, diversi Medicane hanno colpito duramente il Mediterraneo, con conseguenze significative per varie regioni, tra cui alcune aree del Nord, Centro e Sud Italia. Durante l’autunno scorso, un Medicane ha scatenato gravi inondazioni in Grecia e successivamente in Libia, causando un numero elevato di vittime.
Libia: una catastrofe senza precedenti
Il ciclone Daniel ha rappresentato una delle più gravi tragedie nella storia recente della Libia, con almeno cinquemila vittime e diecimila persone disperse. L’intensità del ciclone è stata amplificata dalle temperature insolitamente alte del Mediterraneo, che hanno alimentato la tempesta trasformandola in un evento di devastante potenza. Al momento dell’impatto con la costa libica, Daniel ha causato il collasso di due dighe, liberando un’ondata d’acqua lungo il fiume Wadi Derna, che ha travolto gran parte della città di Derna.
Prima di colpire la Libia, Daniel aveva già provocato danni enormi in Grecia, specialmente nella regione della Tessaglia, dove città intere sono state sommerse e nuovi record di precipitazioni sono stati stabiliti. Le operazioni di soccorso sono state rese difficili dalle condizioni estreme, con strade impraticabili che hanno ostacolato gli interventi.
La Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa ha lanciato un appello per un significativo sostegno finanziario per affrontare l’emergenza. Gli esperti avvertono che i cambiamenti del meteo non solo potrebbero aumentare l’intensità di tali cicloni, ma anche la loro frequenza. Ehsan, ricercatore presso l’International Research Institute for Climate and Society della Columbia University, ha evidenziato come le modifiche nella corrente a getto e l’aumento delle temperature superficiali dei mari stiano creando le condizioni per eventi meteorologici sempre più estremi.
Il Mediterraneo è teatro di un fenomeno meteorologico di grande potenza e complessità: i Medicane, cicloni mediterranei che presentano molte similitudini con i cicloni tropicali. Questi cicloni si distinguono per la loro struttura del campo di vento ad alta vorticità, con venti che possono estendersi ben oltre il nucleo centrale di bassa pressione. La scala Saffir-Simpson, utilizzata per misurare l’intensità dei cicloni tropicali, è spesso impiegata per classificare i Medicane, che possono raggiungere una potenza pari alla terza categoria su cinque.
La genesi dei Medicane è spesso legata a una profonda saccatura in alta atmosfera e può essere accelerata dalla presenza della corrente a getto. Questi sistemi meteorologici si sviluppano in presenza di un’anomalia di vorticità potenziale, sostenuta dal rilascio di ingenti quantità di calore latente e sensibile. Un elemento cruciale per la loro formazione è la temperatura superficiale del mare, che deve essere almeno di 15°C per permettere lo sviluppo di un Medicane.
Identificazione e classificazione dei Medicane: i metodi utilizzati
Per identificare e classificare i Medicane si utilizzano due principali metodi. Il primo, ideato da Tous e Romero, richiede la presenza di un occhio ciclonico ben definito, simmetria delle nubi attorno all’occhio, continuità della copertura nuvolosa, un diametro inferiore ai 300 km e una persistenza di almeno sei ore. Tuttavia, esiste un secondo metodo, basato sui diagrammi di fase di Hart, che offre un’analisi più dettagliata dell’evoluzione del sistema attraverso la simmetria termica e il vento termico a diversi livelli atmosferici, risultando spesso più accurato e sensibile.
Nonostante i progressi nella comprensione di questi fenomeni, molte domande restano aperte, specialmente riguardo all’origine, allo sviluppo e al ciclo di vita dei Medicane. È fondamentale continuare a studiare questi fenomeni, considerando anche come i cambiamenti del meteo possano influenzare la frequenza e l’intensità di tali eventi.
Medicane nel Mediterraneo: gli impatti recenti
Negli ultimi anni, diversi Medicane hanno colpito duramente il Mediterraneo, con conseguenze significative per varie regioni, tra cui alcune aree del Nord, Centro e Sud Italia. Durante l’autunno scorso, un Medicane ha scatenato gravi inondazioni in Grecia e successivamente in Libia, causando un numero elevato di vittime.
Libia: una catastrofe senza precedenti
Il ciclone Daniel ha rappresentato una delle più gravi tragedie nella storia recente della Libia, con almeno cinquemila vittime e diecimila persone disperse. L’intensità del ciclone è stata amplificata dalle temperature insolitamente alte del Mediterraneo, che hanno alimentato la tempesta trasformandola in un evento di devastante potenza. Al momento dell’impatto con la costa libica, Daniel ha causato il collasso di due dighe, liberando un’ondata d’acqua lungo il fiume Wadi Derna, che ha travolto gran parte della città di Derna.
Prima di colpire la Libia, Daniel aveva già provocato danni enormi in Grecia, specialmente nella regione della Tessaglia, dove città intere sono state sommerse e nuovi record di precipitazioni sono stati stabiliti. Le operazioni di soccorso sono state rese difficili dalle condizioni estreme, con strade impraticabili che hanno ostacolato gli interventi.
La Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa ha lanciato un appello per un significativo sostegno finanziario per affrontare l’emergenza. Gli esperti avvertono che i cambiamenti del meteo non solo potrebbero aumentare l’intensità di tali cicloni, ma anche la loro frequenza. Ehsan, ricercatore presso l’International Research Institute for Climate and Society della Columbia University, ha evidenziato come le modifiche nella corrente a getto e l’aumento delle temperature superficiali dei mari stiano creando le condizioni per eventi meteorologici sempre più estremi.
Il Mediterraneo è teatro di un fenomeno meteorologico di grande potenza e complessità: i Medicane, cicloni mediterranei che presentano molte similitudini con i cicloni tropicali. Questi cicloni si distinguono per la loro struttura del campo di vento ad alta vorticità, con venti che possono estendersi ben oltre il nucleo centrale di bassa pressione. La scala Saffir-Simpson, utilizzata per misurare l’intensità dei cicloni tropicali, è spesso impiegata per classificare i Medicane, che possono raggiungere una potenza pari alla terza categoria su cinque.
La genesi dei Medicane è spesso legata a una profonda saccatura in alta atmosfera e può essere accelerata dalla presenza della corrente a getto. Questi sistemi meteorologici si sviluppano in presenza di un’anomalia di vorticità potenziale, sostenuta dal rilascio di ingenti quantità di calore latente e sensibile. Un elemento cruciale per la loro formazione è la temperatura superficiale del mare, che deve essere almeno di 15°C per permettere lo sviluppo di un Medicane.
Identificazione e classificazione dei Medicane: i metodi utilizzati
Per identificare e classificare i Medicane si utilizzano due principali metodi. Il primo, ideato da Tous e Romero, richiede la presenza di un occhio ciclonico ben definito, simmetria delle nubi attorno all’occhio, continuità della copertura nuvolosa, un diametro inferiore ai 300 km e una persistenza di almeno sei ore. Tuttavia, esiste un secondo metodo, basato sui diagrammi di fase di Hart, che offre un’analisi più dettagliata dell’evoluzione del sistema attraverso la simmetria termica e il vento termico a diversi livelli atmosferici, risultando spesso più accurato e sensibile.
Nonostante i progressi nella comprensione di questi fenomeni, molte domande restano aperte, specialmente riguardo all’origine, allo sviluppo e al ciclo di vita dei Medicane. È fondamentale continuare a studiare questi fenomeni, considerando anche come i cambiamenti del meteo possano influenzare la frequenza e l’intensità di tali eventi.
Medicane nel Mediterraneo: gli impatti recenti
Negli ultimi anni, diversi Medicane hanno colpito duramente il Mediterraneo, con conseguenze significative per varie regioni, tra cui alcune aree del Nord, Centro e Sud Italia. Durante l’autunno scorso, un Medicane ha scatenato gravi inondazioni in Grecia e successivamente in Libia, causando un numero elevato di vittime.
Libia: una catastrofe senza precedenti
Il ciclone Daniel ha rappresentato una delle più gravi tragedie nella storia recente della Libia, con almeno cinquemila vittime e diecimila persone disperse. L’intensità del ciclone è stata amplificata dalle temperature insolitamente alte del Mediterraneo, che hanno alimentato la tempesta trasformandola in un evento di devastante potenza. Al momento dell’impatto con la costa libica, Daniel ha causato il collasso di due dighe, liberando un’ondata d’acqua lungo il fiume Wadi Derna, che ha travolto gran parte della città di Derna.
Prima di colpire la Libia, Daniel aveva già provocato danni enormi in Grecia, specialmente nella regione della Tessaglia, dove città intere sono state sommerse e nuovi record di precipitazioni sono stati stabiliti. Le operazioni di soccorso sono state rese difficili dalle condizioni estreme, con strade impraticabili che hanno ostacolato gli interventi.
La Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa ha lanciato un appello per un significativo sostegno finanziario per affrontare l’emergenza. Gli esperti avvertono che i cambiamenti del meteo non solo potrebbero aumentare l’intensità di tali cicloni, ma anche la loro frequenza. Ehsan, ricercatore presso l’International Research Institute for Climate and Society della Columbia University, ha evidenziato come le modifiche nella corrente a getto e l’aumento delle temperature superficiali dei mari stiano creando le condizioni per eventi meteorologici sempre più estremi.
Il Mediterraneo è teatro di un fenomeno meteorologico di grande potenza e complessità: i Medicane, cicloni mediterranei che presentano molte similitudini con i cicloni tropicali. Questi cicloni si distinguono per la loro struttura del campo di vento ad alta vorticità, con venti che possono estendersi ben oltre il nucleo centrale di bassa pressione. La scala Saffir-Simpson, utilizzata per misurare l’intensità dei cicloni tropicali, è spesso impiegata per classificare i Medicane, che possono raggiungere una potenza pari alla terza categoria su cinque.
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Identificazione e classificazione dei Medicane: i metodi utilizzati
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Nonostante i progressi nella comprensione di questi fenomeni, molte domande restano aperte, specialmente riguardo all’origine, allo sviluppo e al ciclo di vita dei Medicane. È fondamentale continuare a studiare questi fenomeni, considerando anche come i cambiamenti del meteo possano influenzare la frequenza e l’intensità di tali eventi.
Medicane nel Mediterraneo: gli impatti recenti
Negli ultimi anni, diversi Medicane hanno colpito duramente il Mediterraneo, con conseguenze significative per varie regioni, tra cui alcune aree del Nord, Centro e Sud Italia. Durante l’autunno scorso, un Medicane ha scatenato gravi inondazioni in Grecia e successivamente in Libia, causando un numero elevato di vittime.
Libia: una catastrofe senza precedenti
Il ciclone Daniel ha rappresentato una delle più gravi tragedie nella storia recente della Libia, con almeno cinquemila vittime e diecimila persone disperse. L’intensità del ciclone è stata amplificata dalle temperature insolitamente alte del Mediterraneo, che hanno alimentato la tempesta trasformandola in un evento di devastante potenza. Al momento dell’impatto con la costa libica, Daniel ha causato il collasso di due dighe, liberando un’ondata d’acqua lungo il fiume Wadi Derna, che ha travolto gran parte della città di Derna.
Prima di colpire la Libia, Daniel aveva già provocato danni enormi in Grecia, specialmente nella regione della Tessaglia, dove città intere sono state sommerse e nuovi record di precipitazioni sono stati stabiliti. Le operazioni di soccorso sono state rese difficili dalle condizioni estreme, con strade impraticabili che hanno ostacolato gli interventi.
La Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa ha lanciato un appello per un significativo sostegno finanziario per affrontare l’emergenza. Gli esperti avvertono che i cambiamenti del meteo non solo potrebbero aumentare l’intensità di tali cicloni, ma anche la loro frequenza. Ehsan, ricercatore presso l’International Research Institute for Climate and Society della Columbia University, ha evidenziato come le modifiche nella corrente a getto e l’aumento delle temperature superficiali dei mari stiano creando le condizioni per eventi meteorologici sempre più estremi.
Il Mediterraneo è teatro di un fenomeno meteorologico di grande potenza e complessità: i Medicane, cicloni mediterranei che presentano molte similitudini con i cicloni tropicali. Questi cicloni si distinguono per la loro struttura del campo di vento ad alta vorticità, con venti che possono estendersi ben oltre il nucleo centrale di bassa pressione. La scala Saffir-Simpson, utilizzata per misurare l’intensità dei cicloni tropicali, è spesso impiegata per classificare i Medicane, che possono raggiungere una potenza pari alla terza categoria su cinque.
La genesi dei Medicane è spesso legata a una profonda saccatura in alta atmosfera e può essere accelerata dalla presenza della corrente a getto. Questi sistemi meteorologici si sviluppano in presenza di un’anomalia di vorticità potenziale, sostenuta dal rilascio di ingenti quantità di calore latente e sensibile. Un elemento cruciale per la loro formazione è la temperatura superficiale del mare, che deve essere almeno di 15°C per permettere lo sviluppo di un Medicane.
Identificazione e classificazione dei Medicane: i metodi utilizzati
Per identificare e classificare i Medicane si utilizzano due principali metodi. Il primo, ideato da Tous e Romero, richiede la presenza di un occhio ciclonico ben definito, simmetria delle nubi attorno all’occhio, continuità della copertura nuvolosa, un diametro inferiore ai 300 km e una persistenza di almeno sei ore. Tuttavia, esiste un secondo metodo, basato sui diagrammi di fase di Hart, che offre un’analisi più dettagliata dell’evoluzione del sistema attraverso la simmetria termica e il vento termico a diversi livelli atmosferici, risultando spesso più accurato e sensibile.
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Medicane nel Mediterraneo: gli impatti recenti
Negli ultimi anni, diversi Medicane hanno colpito duramente il Mediterraneo, con conseguenze significative per varie regioni, tra cui alcune aree del Nord, Centro e Sud Italia. Durante l’autunno scorso, un Medicane ha scatenato gravi inondazioni in Grecia e successivamente in Libia, causando un numero elevato di vittime.
Libia: una catastrofe senza precedenti
Il ciclone Daniel ha rappresentato una delle più gravi tragedie nella storia recente della Libia, con almeno cinquemila vittime e diecimila persone disperse. L’intensità del ciclone è stata amplificata dalle temperature insolitamente alte del Mediterraneo, che hanno alimentato la tempesta trasformandola in un evento di devastante potenza. Al momento dell’impatto con la costa libica, Daniel ha causato il collasso di due dighe, liberando un’ondata d’acqua lungo il fiume Wadi Derna, che ha travolto gran parte della città di Derna.
Prima di colpire la Libia, Daniel aveva già provocato danni enormi in Grecia, specialmente nella regione della Tessaglia, dove città intere sono state sommerse e nuovi record di precipitazioni sono stati stabiliti. Le operazioni di soccorso sono state rese difficili dalle condizioni estreme, con strade impraticabili che hanno ostacolato gli interventi.
La Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa ha lanciato un appello per un significativo sostegno finanziario per affrontare l’emergenza. Gli esperti avvertono che i cambiamenti del meteo non solo potrebbero aumentare l’intensità di tali cicloni, ma anche la loro frequenza. Ehsan, ricercatore presso l’International Research Institute for Climate and Society della Columbia University, ha evidenziato come le modifiche nella corrente a getto e l’aumento delle temperature superficiali dei mari stiano creando le condizioni per eventi meteorologici sempre più estremi.
Il Mediterraneo è teatro di un fenomeno meteorologico di grande potenza e complessità: i Medicane, cicloni mediterranei che presentano molte similitudini con i cicloni tropicali. Questi cicloni si distinguono per la loro struttura del campo di vento ad alta vorticità, con venti che possono estendersi ben oltre il nucleo centrale di bassa pressione. La scala Saffir-Simpson, utilizzata per misurare l’intensità dei cicloni tropicali, è spesso impiegata per classificare i Medicane, che possono raggiungere una potenza pari alla terza categoria su cinque.
La genesi dei Medicane è spesso legata a una profonda saccatura in alta atmosfera e può essere accelerata dalla presenza della corrente a getto. Questi sistemi meteorologici si sviluppano in presenza di un’anomalia di vorticità potenziale, sostenuta dal rilascio di ingenti quantità di calore latente e sensibile. Un elemento cruciale per la loro formazione è la temperatura superficiale del mare, che deve essere almeno di 15°C per permettere lo sviluppo di un Medicane.
Identificazione e classificazione dei Medicane: i metodi utilizzati
Per identificare e classificare i Medicane si utilizzano due principali metodi. Il primo, ideato da Tous e Romero, richiede la presenza di un occhio ciclonico ben definito, simmetria delle nubi attorno all’occhio, continuità della copertura nuvolosa, un diametro inferiore ai 300 km e una persistenza di almeno sei ore. Tuttavia, esiste un secondo metodo, basato sui diagrammi di fase di Hart, che offre un’analisi più dettagliata dell’evoluzione del sistema attraverso la simmetria termica e il vento termico a diversi livelli atmosferici, risultando spesso più accurato e sensibile.
Nonostante i progressi nella comprensione di questi fenomeni, molte domande restano aperte, specialmente riguardo all’origine, allo sviluppo e al ciclo di vita dei Medicane. È fondamentale continuare a studiare questi fenomeni, considerando anche come i cambiamenti del meteo possano influenzare la frequenza e l’intensità di tali eventi.
Medicane nel Mediterraneo: gli impatti recenti
Negli ultimi anni, diversi Medicane hanno colpito duramente il Mediterraneo, con conseguenze significative per varie regioni, tra cui alcune aree del Nord, Centro e Sud Italia. Durante l’autunno scorso, un Medicane ha scatenato gravi inondazioni in Grecia e successivamente in Libia, causando un numero elevato di vittime.
Libia: una catastrofe senza precedenti
Il ciclone Daniel ha rappresentato una delle più gravi tragedie nella storia recente della Libia, con almeno cinquemila vittime e diecimila persone disperse. L’intensità del ciclone è stata amplificata dalle temperature insolitamente alte del Mediterraneo, che hanno alimentato la tempesta trasformandola in un evento di devastante potenza. Al momento dell’impatto con la costa libica, Daniel ha causato il collasso di due dighe, liberando un’ondata d’acqua lungo il fiume Wadi Derna, che ha travolto gran parte della città di Derna.
Prima di colpire la Libia, Daniel aveva già provocato danni enormi in Grecia, specialmente nella regione della Tessaglia, dove città intere sono state sommerse e nuovi record di precipitazioni sono stati stabiliti. Le operazioni di soccorso sono state rese difficili dalle condizioni estreme, con strade impraticabili che hanno ostacolato gli interventi.
La Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa ha lanciato un appello per un significativo sostegno finanziario per affrontare l’emergenza. Gli esperti avvertono che i cambiamenti del meteo non solo potrebbero aumentare l’intensità di tali cicloni, ma anche la loro frequenza. Ehsan, ricercatore presso l’International Research Institute for Climate and Society della Columbia University, ha evidenziato come le modifiche nella corrente a getto e l’aumento delle temperature superficiali dei mari stiano creando le condizioni per eventi meteorologici sempre più estremi.
Il Mediterraneo è teatro di un fenomeno meteorologico di grande potenza e complessità: i Medicane, cicloni mediterranei che presentano molte similitudini con i cicloni tropicali. Questi cicloni si distinguono per la loro struttura del campo di vento ad alta vorticità, con venti che possono estendersi ben oltre il nucleo centrale di bassa pressione. La scala Saffir-Simpson, utilizzata per misurare l’intensità dei cicloni tropicali, è spesso impiegata per classificare i Medicane, che possono raggiungere una potenza pari alla terza categoria su cinque.
La genesi dei Medicane è spesso legata a una profonda saccatura in alta atmosfera e può essere accelerata dalla presenza della corrente a getto. Questi sistemi meteorologici si sviluppano in presenza di un’anomalia di vorticità potenziale, sostenuta dal rilascio di ingenti quantità di calore latente e sensibile. Un elemento cruciale per la loro formazione è la temperatura superficiale del mare, che deve essere almeno di 15°C per permettere lo sviluppo di un Medicane.
Identificazione e classificazione dei Medicane: i metodi utilizzati
Per identificare e classificare i Medicane si utilizzano due principali metodi. Il primo, ideato da Tous e Romero, richiede la presenza di un occhio ciclonico ben definito, simmetria delle nubi attorno all’occhio, continuità della copertura nuvolosa, un diametro inferiore ai 300 km e una persistenza di almeno sei ore. Tuttavia, esiste un secondo metodo, basato sui diagrammi di fase di Hart, che offre un’analisi più dettagliata dell’evoluzione del sistema attraverso la simmetria termica e il vento termico a diversi livelli atmosferici, risultando spesso più accurato e sensibile.
Nonostante i progressi nella comprensione di questi fenomeni, molte domande restano aperte, specialmente riguardo all’origine, allo sviluppo e al ciclo di vita dei Medicane. È fondamentale continuare a studiare questi fenomeni, considerando anche come i cambiamenti del meteo possano influenzare la frequenza e l’intensità di tali eventi.
Medicane nel Mediterraneo: gli impatti recenti
Negli ultimi anni, diversi Medicane hanno colpito duramente il Mediterraneo, con conseguenze significative per varie regioni, tra cui alcune aree del Nord, Centro e Sud Italia. Durante l’autunno scorso, un Medicane ha scatenato gravi inondazioni in Grecia e successivamente in Libia, causando un numero elevato di vittime.
Libia: una catastrofe senza precedenti
Il ciclone Daniel ha rappresentato una delle più gravi tragedie nella storia recente della Libia, con almeno cinquemila vittime e diecimila persone disperse. L’intensità del ciclone è stata amplificata dalle temperature insolitamente alte del Mediterraneo, che hanno alimentato la tempesta trasformandola in un evento di devastante potenza. Al momento dell’impatto con la costa libica, Daniel ha causato il collasso di due dighe, liberando un’ondata d’acqua lungo il fiume Wadi Derna, che ha travolto gran parte della città di Derna.
Prima di colpire la Libia, Daniel aveva già provocato danni enormi in Grecia, specialmente nella regione della Tessaglia, dove città intere sono state sommerse e nuovi record di precipitazioni sono stati stabiliti. Le operazioni di soccorso sono state rese difficili dalle condizioni estreme, con strade impraticabili che hanno ostacolato gli interventi.
La Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa ha lanciato un appello per un significativo sostegno finanziario per affrontare l’emergenza. Gli esperti avvertono che i cambiamenti del meteo non solo potrebbero aumentare l’intensità di tali cicloni, ma anche la loro frequenza. Ehsan, ricercatore presso l’International Research Institute for Climate and Society della Columbia University, ha evidenziato come le modifiche nella corrente a getto e l’aumento delle temperature superficiali dei mari stiano creando le condizioni per eventi meteorologici sempre più estremi.
Il Mediterraneo è teatro di un fenomeno meteorologico di grande potenza e complessità: i Medicane, cicloni mediterranei che presentano molte similitudini con i cicloni tropicali. Questi cicloni si distinguono per la loro struttura del campo di vento ad alta vorticità, con venti che possono estendersi ben oltre il nucleo centrale di bassa pressione. La scala Saffir-Simpson, utilizzata per misurare l’intensità dei cicloni tropicali, è spesso impiegata per classificare i Medicane, che possono raggiungere una potenza pari alla terza categoria su cinque.
La genesi dei Medicane è spesso legata a una profonda saccatura in alta atmosfera e può essere accelerata dalla presenza della corrente a getto. Questi sistemi meteorologici si sviluppano in presenza di un’anomalia di vorticità potenziale, sostenuta dal rilascio di ingenti quantità di calore latente e sensibile. Un elemento cruciale per la loro formazione è la temperatura superficiale del mare, che deve essere almeno di 15°C per permettere lo sviluppo di un Medicane.
Identificazione e classificazione dei Medicane: i metodi utilizzati
Per identificare e classificare i Medicane si utilizzano due principali metodi. Il primo, ideato da Tous e Romero, richiede la presenza di un occhio ciclonico ben definito, simmetria delle nubi attorno all’occhio, continuità della copertura nuvolosa, un diametro inferiore ai 300 km e una persistenza di almeno sei ore. Tuttavia, esiste un secondo metodo, basato sui diagrammi di fase di Hart, che offre un’analisi più dettagliata dell’evoluzione del sistema attraverso la simmetria termica e il vento termico a diversi livelli atmosferici, risultando spesso più accurato e sensibile.
Nonostante i progressi nella comprensione di questi fenomeni, molte domande restano aperte, specialmente riguardo all’origine, allo sviluppo e al ciclo di vita dei Medicane. È fondamentale continuare a studiare questi fenomeni, considerando anche come i cambiamenti del meteo possano influenzare la frequenza e l’intensità di tali eventi.
Medicane nel Mediterraneo: gli impatti recenti
Negli ultimi anni, diversi Medicane hanno colpito duramente il Mediterraneo, con conseguenze significative per varie regioni, tra cui alcune aree del Nord, Centro e Sud Italia. Durante l’autunno scorso, un Medicane ha scatenato gravi inondazioni in Grecia e successivamente in Libia, causando un numero elevato di vittime.
Libia: una catastrofe senza precedenti
Il ciclone Daniel ha rappresentato una delle più gravi tragedie nella storia recente della Libia, con almeno cinquemila vittime e diecimila persone disperse. L’intensità del ciclone è stata amplificata dalle temperature insolitamente alte del Mediterraneo, che hanno alimentato la tempesta trasformandola in un evento di devastante potenza. Al momento dell’impatto con la costa libica, Daniel ha causato il collasso di due dighe, liberando un’ondata d’acqua lungo il fiume Wadi Derna, che ha travolto gran parte della città di Derna.
Prima di colpire la Libia, Daniel aveva già provocato danni enormi in Grecia, specialmente nella regione della Tessaglia, dove città intere sono state sommerse e nuovi record di precipitazioni sono stati stabiliti. Le operazioni di soccorso sono state rese difficili dalle condizioni estreme, con strade impraticabili che hanno ostacolato gli interventi.
La Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa ha lanciato un appello per un significativo sostegno finanziario per affrontare l’emergenza. Gli esperti avvertono che i cambiamenti del meteo non solo potrebbero aumentare l’intensità di tali cicloni, ma anche la loro frequenza. Ehsan, ricercatore presso l’International Research Institute for Climate and Society della Columbia University, ha evidenziato come le modifiche nella corrente a getto e l’aumento delle temperature superficiali dei mari stiano creando le condizioni per eventi meteorologici sempre più estremi.
Il Mediterraneo è teatro di un fenomeno meteorologico di grande potenza e complessità: i Medicane, cicloni mediterranei che presentano molte similitudini con i cicloni tropicali. Questi cicloni si distinguono per la loro struttura del campo di vento ad alta vorticità, con venti che possono estendersi ben oltre il nucleo centrale di bassa pressione. La scala Saffir-Simpson, utilizzata per misurare l’intensità dei cicloni tropicali, è spesso impiegata per classificare i Medicane, che possono raggiungere una potenza pari alla terza categoria su cinque.
La genesi dei Medicane è spesso legata a una profonda saccatura in alta atmosfera e può essere accelerata dalla presenza della corrente a getto. Questi sistemi meteorologici si sviluppano in presenza di un’anomalia di vorticità potenziale, sostenuta dal rilascio di ingenti quantità di calore latente e sensibile. Un elemento cruciale per la loro formazione è la temperatura superficiale del mare, che deve essere almeno di 15°C per permettere lo sviluppo di un Medicane.
Identificazione e classificazione dei Medicane: i metodi utilizzati
Per identificare e classificare i Medicane si utilizzano due principali metodi. Il primo, ideato da Tous e Romero, richiede la presenza di un occhio ciclonico ben definito, simmetria delle nubi attorno all’occhio, continuità della copertura nuvolosa, un diametro inferiore ai 300 km e una persistenza di almeno sei ore. Tuttavia, esiste un secondo metodo, basato sui diagrammi di fase di Hart, che offre un’analisi più dettagliata dell’evoluzione del sistema attraverso la simmetria termica e il vento termico a diversi livelli atmosferici, risultando spesso più accurato e sensibile.
Nonostante i progressi nella comprensione di questi fenomeni, molte domande restano aperte, specialmente riguardo all’origine, allo sviluppo e al ciclo di vita dei Medicane. È fondamentale continuare a studiare questi fenomeni, considerando anche come i cambiamenti del meteo possano influenzare la frequenza e l’intensità di tali eventi.
Medicane nel Mediterraneo: gli impatti recenti
Negli ultimi anni, diversi Medicane hanno colpito duramente il Mediterraneo, con conseguenze significative per varie regioni, tra cui alcune aree del Nord, Centro e Sud Italia. Durante l’autunno scorso, un Medicane ha scatenato gravi inondazioni in Grecia e successivamente in Libia, causando un numero elevato di vittime.
Libia: una catastrofe senza precedenti
Il ciclone Daniel ha rappresentato una delle più gravi tragedie nella storia recente della Libia, con almeno cinquemila vittime e diecimila persone disperse. L’intensità del ciclone è stata amplificata dalle temperature insolitamente alte del Mediterraneo, che hanno alimentato la tempesta trasformandola in un evento di devastante potenza. Al momento dell’impatto con la costa libica, Daniel ha causato il collasso di due dighe, liberando un’ondata d’acqua lungo il fiume Wadi Derna, che ha travolto gran parte della città di Derna.
Prima di colpire la Libia, Daniel aveva già provocato danni enormi in Grecia, specialmente nella regione della Tessaglia, dove città intere sono state sommerse e nuovi record di precipitazioni sono stati stabiliti. Le operazioni di soccorso sono state rese difficili dalle condizioni estreme, con strade impraticabili che hanno ostacolato gli interventi.
La Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa ha lanciato un appello per un significativo sostegno finanziario per affrontare l’emergenza. Gli esperti avvertono che i cambiamenti del meteo non solo potrebbero aumentare l’intensità di tali cicloni, ma anche la loro frequenza. Ehsan, ricercatore presso l’International Research Institute for Climate and Society della Columbia University, ha evidenziato come le modifiche nella corrente a getto e l’aumento delle temperature superficiali dei mari stiano creando le condizioni per eventi meteorologici sempre più estremi.
Il Mediterraneo è teatro di un fenomeno meteorologico di grande potenza e complessità: i Medicane, cicloni mediterranei che presentano molte similitudini con i cicloni tropicali. Questi cicloni si distinguono per la loro struttura del campo di vento ad alta vorticità, con venti che possono estendersi ben oltre il nucleo centrale di bassa pressione. La scala Saffir-Simpson, utilizzata per misurare l’intensità dei cicloni tropicali, è spesso impiegata per classificare i Medicane, che possono raggiungere una potenza pari alla terza categoria su cinque.
La genesi dei Medicane è spesso legata a una profonda saccatura in alta atmosfera e può essere accelerata dalla presenza della corrente a getto. Questi sistemi meteorologici si sviluppano in presenza di un’anomalia di vorticità potenziale, sostenuta dal rilascio di ingenti quantità di calore latente e sensibile. Un elemento cruciale per la loro formazione è la temperatura superficiale del mare, che deve essere almeno di 15°C per permettere lo sviluppo di un Medicane.
Identificazione e classificazione dei Medicane: i metodi utilizzati
Per identificare e classificare i Medicane si utilizzano due principali metodi. Il primo, ideato da Tous e Romero, richiede la presenza di un occhio ciclonico ben definito, simmetria delle nubi attorno all’occhio, continuità della copertura nuvolosa, un diametro inferiore ai 300 km e una persistenza di almeno sei ore. Tuttavia, esiste un secondo metodo, basato sui diagrammi di fase di Hart, che offre un’analisi più dettagliata dell’evoluzione del sistema attraverso la simmetria termica e il vento termico a diversi livelli atmosferici, risultando spesso più accurato e sensibile.
Nonostante i progressi nella comprensione di questi fenomeni, molte domande restano aperte, specialmente riguardo all’origine, allo sviluppo e al ciclo di vita dei Medicane. È fondamentale continuare a studiare questi fenomeni, considerando anche come i cambiamenti del meteo possano influenzare la frequenza e l’intensità di tali eventi.
Medicane nel Mediterraneo: gli impatti recenti
Negli ultimi anni, diversi Medicane hanno colpito duramente il Mediterraneo, con conseguenze significative per varie regioni, tra cui alcune aree del Nord, Centro e Sud Italia. Durante l’autunno scorso, un Medicane ha scatenato gravi inondazioni in Grecia e successivamente in Libia, causando un numero elevato di vittime.
Libia: una catastrofe senza precedenti
Il ciclone Daniel ha rappresentato una delle più gravi tragedie nella storia recente della Libia, con almeno cinquemila vittime e diecimila persone disperse. L’intensità del ciclone è stata amplificata dalle temperature insolitamente alte del Mediterraneo, che hanno alimentato la tempesta trasformandola in un evento di devastante potenza. Al momento dell’impatto con la costa libica, Daniel ha causato il collasso di due dighe, liberando un’ondata d’acqua lungo il fiume Wadi Derna, che ha travolto gran parte della città di Derna.
Prima di colpire la Libia, Daniel aveva già provocato danni enormi in Grecia, specialmente nella regione della Tessaglia, dove città intere sono state sommerse e nuovi record di precipitazioni sono stati stabiliti. Le operazioni di soccorso sono state rese difficili dalle condizioni estreme, con strade impraticabili che hanno ostacolato gli interventi.
La Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa ha lanciato un appello per un significativo sostegno finanziario per affrontare l’emergenza. Gli esperti avvertono che i cambiamenti del meteo non solo potrebbero aumentare l’intensità di tali cicloni, ma anche la loro frequenza. Ehsan, ricercatore presso l’International Research Institute for Climate and Society della Columbia University, ha evidenziato come le modifiche nella corrente a getto e l’aumento delle temperature superficiali dei mari stiano creando le condizioni per eventi meteorologici sempre più estremi.
Il Mediterraneo è teatro di un fenomeno meteorologico di grande potenza e complessità: i Medicane, cicloni mediterranei che presentano molte similitudini con i cicloni tropicali. Questi cicloni si distinguono per la loro struttura del campo di vento ad alta vorticità, con venti che possono estendersi ben oltre il nucleo centrale di bassa pressione. La scala Saffir-Simpson, utilizzata per misurare l’intensità dei cicloni tropicali, è spesso impiegata per classificare i Medicane, che possono raggiungere una potenza pari alla terza categoria su cinque.
La genesi dei Medicane è spesso legata a una profonda saccatura in alta atmosfera e può essere accelerata dalla presenza della corrente a getto. Questi sistemi meteorologici si sviluppano in presenza di un’anomalia di vorticità potenziale, sostenuta dal rilascio di ingenti quantità di calore latente e sensibile. Un elemento cruciale per la loro formazione è la temperatura superficiale del mare, che deve essere almeno di 15°C per permettere lo sviluppo di un Medicane.
Identificazione e classificazione dei Medicane: i metodi utilizzati
Per identificare e classificare i Medicane si utilizzano due principali metodi. Il primo, ideato da Tous e Romero, richiede la presenza di un occhio ciclonico ben definito, simmetria delle nubi attorno all’occhio, continuità della copertura nuvolosa, un diametro inferiore ai 300 km e una persistenza di almeno sei ore. Tuttavia, esiste un secondo metodo, basato sui diagrammi di fase di Hart, che offre un’analisi più dettagliata dell’evoluzione del sistema attraverso la simmetria termica e il vento termico a diversi livelli atmosferici, risultando spesso più accurato e sensibile.
Nonostante i progressi nella comprensione di questi fenomeni, molte domande restano aperte, specialmente riguardo all’origine, allo sviluppo e al ciclo di vita dei Medicane. È fondamentale continuare a studiare questi fenomeni, considerando anche come i cambiamenti del meteo possano influenzare la frequenza e l’intensità di tali eventi.
Medicane nel Mediterraneo: gli impatti recenti
Negli ultimi anni, diversi Medicane hanno colpito duramente il Mediterraneo, con conseguenze significative per varie regioni, tra cui alcune aree del Nord, Centro e Sud Italia. Durante l’autunno scorso, un Medicane ha scatenato gravi inondazioni in Grecia e successivamente in Libia, causando un numero elevato di vittime.
Libia: una catastrofe senza precedenti
Il ciclone Daniel ha rappresentato una delle più gravi tragedie nella storia recente della Libia, con almeno cinquemila vittime e diecimila persone disperse. L’intensità del ciclone è stata amplificata dalle temperature insolitamente alte del Mediterraneo, che hanno alimentato la tempesta trasformandola in un evento di devastante potenza. Al momento dell’impatto con la costa libica, Daniel ha causato il collasso di due dighe, liberando un’ondata d’acqua lungo il fiume Wadi Derna, che ha travolto gran parte della città di Derna.
Prima di colpire la Libia, Daniel aveva già provocato danni enormi in Grecia, specialmente nella regione della Tessaglia, dove città intere sono state sommerse e nuovi record di precipitazioni sono stati stabiliti. Le operazioni di soccorso sono state rese difficili dalle condizioni estreme, con strade impraticabili che hanno ostacolato gli interventi.
La Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa ha lanciato un appello per un significativo sostegno finanziario per affrontare l’emergenza. Gli esperti avvertono che i cambiamenti del meteo non solo potrebbero aumentare l’intensità di tali cicloni, ma anche la loro frequenza. Ehsan, ricercatore presso l’International Research Institute for Climate and Society della Columbia University, ha evidenziato come le modifiche nella corrente a getto e l’aumento delle temperature superficiali dei mari stiano creando le condizioni per eventi meteorologici sempre più estremi.
Il Mediterraneo è teatro di un fenomeno meteorologico di grande potenza e complessità: i Medicane, cicloni mediterranei che presentano molte similitudini con i cicloni tropicali. Questi cicloni si distinguono per la loro struttura del campo di vento ad alta vorticità, con venti che possono estendersi ben oltre il nucleo centrale di bassa pressione. La scala Saffir-Simpson, utilizzata per misurare l’intensità dei cicloni tropicali, è spesso impiegata per classificare i Medicane, che possono raggiungere una potenza pari alla terza categoria su cinque.
La genesi dei Medicane è spesso legata a una profonda saccatura in alta atmosfera e può essere accelerata dalla presenza della corrente a getto. Questi sistemi meteorologici si sviluppano in presenza di un’anomalia di vorticità potenziale, sostenuta dal rilascio di ingenti quantità di calore latente e sensibile. Un elemento cruciale per la loro formazione è la temperatura superficiale del mare, che deve essere almeno di 15°C per permettere lo sviluppo di un Medicane.
Identificazione e classificazione dei Medicane: i metodi utilizzati
Per identificare e classificare i Medicane si utilizzano due principali metodi. Il primo, ideato da Tous e Romero, richiede la presenza di un occhio ciclonico ben definito, simmetria delle nubi attorno all’occhio, continuità della copertura nuvolosa, un diametro inferiore ai 300 km e una persistenza di almeno sei ore. Tuttavia, esiste un secondo metodo, basato sui diagrammi di fase di Hart, che offre un’analisi più dettagliata dell’evoluzione del sistema attraverso la simmetria termica e il vento termico a diversi livelli atmosferici, risultando spesso più accurato e sensibile.
Nonostante i progressi nella comprensione di questi fenomeni, molte domande restano aperte, specialmente riguardo all’origine, allo sviluppo e al ciclo di vita dei Medicane. È fondamentale continuare a studiare questi fenomeni, considerando anche come i cambiamenti del meteo possano influenzare la frequenza e l’intensità di tali eventi.
Medicane nel Mediterraneo: gli impatti recenti
Negli ultimi anni, diversi Medicane hanno colpito duramente il Mediterraneo, con conseguenze significative per varie regioni, tra cui alcune aree del Nord, Centro e Sud Italia. Durante l’autunno scorso, un Medicane ha scatenato gravi inondazioni in Grecia e successivamente in Libia, causando un numero elevato di vittime.
Libia: una catastrofe senza precedenti
Il ciclone Daniel ha rappresentato una delle più gravi tragedie nella storia recente della Libia, con almeno cinquemila vittime e diecimila persone disperse. L’intensità del ciclone è stata amplificata dalle temperature insolitamente alte del Mediterraneo, che hanno alimentato la tempesta trasformandola in un evento di devastante potenza. Al momento dell’impatto con la costa libica, Daniel ha causato il collasso di due dighe, liberando un’ondata d’acqua lungo il fiume Wadi Derna, che ha travolto gran parte della città di Derna.
Prima di colpire la Libia, Daniel aveva già provocato danni enormi in Grecia, specialmente nella regione della Tessaglia, dove città intere sono state sommerse e nuovi record di precipitazioni sono stati stabiliti. Le operazioni di soccorso sono state rese difficili dalle condizioni estreme, con strade impraticabili che hanno ostacolato gli interventi.
La Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa ha lanciato un appello per un significativo sostegno finanziario per affrontare l’emergenza. Gli esperti avvertono che i cambiamenti del meteo non solo potrebbero aumentare l’intensità di tali cicloni, ma anche la loro frequenza. Ehsan, ricercatore presso l’International Research Institute for Climate and Society della Columbia University, ha evidenziato come le modifiche nella corrente a getto e l’aumento delle temperature superficiali dei mari stiano creando le condizioni per eventi meteorologici sempre più estremi.