Un confronto tra le condizioni meteorologiche del 1967 e quelle attuali
Recentemente, è stato diffuso uno screenshot di un articolo del Corriere dell’Informazione del 1967, dal titolo «La grandine squassa Milano. A Roma si soffoca: 42 gradi». Questo è stato messo a confronto con un articolo de La Repubblica del 18 luglio, intitolato «Caldo record, a Roma sfiorati i 42 gradi: non era mai successo. In Sardegna e in Sicilia 45 gradi».
Lo scopo di tale confronto sembra essere quello di minimizzare l’importanza delle attuali condizioni meteorologiche estreme in Italia, come le tempeste, i venti forti che abbattano gli alberi, la grandine che danneggia le auto al nord e il caldo record al sud. Inoltre, si cerca di sminuire il ruolo del cambiamento climatico nell’aumento della frequenza di questi eventi estremi. Tuttavia, è importante notare che nel 1967, l’informazione meteorologica era principalmente di competenza degli ufficiali dell’Aeronautica che apparivano in televisione sulla Rai. E, in quell’anno, a Roma non si registrò una temperatura di 42°C.
Le misurazioni ufficiali
Per fare chiarezza, l’ufficio stampa del Sistema nazionale per l’elaborazione e la diffusione di dati climatici dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (SCIA di Ispra), che conserva i risultati delle misurazioni di temperatura dei centri meteo italiani, ha riportato che la temperatura massima registrata il 26 luglio 1967, a cui l’articolo del Corriere dell’Informazione si riferisce, è stata di 35,6 gradi. Questo è molto lontano dai 41,8 gradi registrati il 18 luglio 2023 nella stessa stazione meteorologica. Quest’ultimo dato ha superato il precedente record di giugno 2022, quando la temperatura era salita fino a 40,7 gradi. Inoltre, il centro ha sottolineato che a Roma sono state misurate temperature superiori ai 40 gradi solo dal 2005 in poi.
Tuttavia, ci sono delle imprecisioni in queste affermazioni, poiché le stazioni meteorologiche dell’Aeronautica Militare e dell’Enac attorno a Roma hanno registrato temperature superiori ai 40°C nel 1983. Questo dimostra come le informazioni sul meteo del passato possano essere facilmente confuse, e come i cosiddetti negazionisti del cambiamento climatico possano sfruttare queste confusioni per sostenere le loro tesi.
Il cambiamento climatico e le sue conseguenze
Nonostante le varie opinioni, la scienza sostiene che il clima sta cambiando e continuerà a cambiare in futuro. Questo è evidente anche per chi non segue attentamente le notizie sul meteo, ma si limita a guardare la televisione.
È importante ricordare che, all’inizio del Novecento, si usciva da un periodo chiamato Piccola Era Glaciale, durante il quale il clima era molto più freddo rispetto agli standard attuali. Durante questo periodo, i ghiacciai si estendevano notevolmente, tanto da costringere alcuni villaggi alpini ad essere abbandonati a causa della neve persistente.
È vero che in passato si sono verificate grandinate e ondate di calore, come quella terribile del 1946, quando si raggiunsero persino 45 gradi Celsius in varie stazioni meteorologiche ufficiali del sud Italia. Tuttavia, questi erano eventi meteo isolati, seguiti da inverni molto rigidi. Al contrario, oggi questi fenomeni sono persistenti e di lunga durata, alterando la temperatura media e portando a stagioni tra le più calde mai registrate.
Ad esempio, in questi giorni, un’ondata di calore record sta colpendo l’Australia, nonostante siamo alla fine del loro inverno. Sono previste temperature molto superiori alla media, e probabilmente si registreranno nuovi record estremi.