Una recente ricerca ha aperto nuove prospettive nel campo della previsione meteo, in particolare riguardo l’attività degli uragani. Questo studio, condotto dal National Center for Atmospheric Research (NSF NCAR) della National Science Foundation statunitense, ha rivelato che potrebbe essere possibile anticipare i periodi di maggiore attività degli uragani con una precisione mai raggiunta prima.
Il fulcro della ricerca riguarda le onde di Kelvin, fenomeni atmosferici su larga scala che si propagano lungo l’equatore, influenzate dalle forze di Coriolis. Queste onde possono spostarsi sia verso est che verso ovest e hanno un impatto significativo sulla distribuzione delle temperature e delle pressioni atmosferiche. In particolare, quando attraversano l’Atlantico tropicale, possono modulare la convezione e, di conseguenza, l’attività degli uragani.
Le onde di Kelvin e gli uragani
Lo studio ha evidenziato che, due giorni dopo il passaggio di un’onda di Kelvin, si verifica un raddoppio nella formazione degli uragani rispetto ai giorni precedenti. Questa scoperta potrebbe rivoluzionare il modo in cui i meteorologi e i responsabili delle emergenze prevedono l’attività degli uragani, consentendo loro di anticipare gruppi di uragani con giorni o settimane di anticipo.
Ad esempio, se un’onda di Kelvin venisse rilevata sull’Oceano Pacifico, i meteorologi potrebbero prevedere un aumento degli uragani sull’Atlantico nei giorni successivi. Questa affermazione è stata fatta da Rosimar Rios-Berrios, scienziato del NSF NCAR e autore principale dello studio.
La simulazione Aquaplanet
Per condurre la ricerca, il team ha utilizzato una simulazione chiamata Aquaplanet, eseguita sul Model for Prediction Across Scales (MPAS) dell’NSF NCAR. Questo modello informatico di nuova generazione è in grado di catturare contemporaneamente fenomeni meteo su piccola scala e modelli atmosferici su scala globale.
Aquaplanet simula un mondo ipotetico che si comporta come la Terra, ma senza terre emerse o stagioni. Questo mondo semplificato funge da laboratorio, facilitando l’isolamento degli effetti delle onde di Kelvin sulla formazione degli uragani.
La connessione tra onde Kelvin e uragani
Per stabilire il legame tra le onde di Kelvin e gli uragani, il team di ricerca ha misurato il numero di giorni tra la formazione dell’uragano e le creste delle onde di Kelvin. Le misurazioni hanno mostrato un picco significativo dopo due giorni, rendendo lo sviluppo di uragani due volte più probabile.
Le simulazioni dell’Aquaplanet, catturando il processo fisico della formazione dell’uragano, suggeriscono che le onde di Kelvin influenzano effettivamente la formazione dell’uragano, andando oltre la semplice correlazione.
Il futuro della previsione meteo
Lo studio ha anche evidenziato l’importanza di migliorare la capacità dei modelli di previsione meteo di simulare le onde di Kelvin, un aspetto su cui Rios-Berrios ha lavorato in collaborazione con il postdoc NSF NCAR Quinton Lawton.
Nonostante i progressi, ci sono ancora molte lacune nelle conoscenze scientifiche su come si formano gli uragani. Ricerche come questa rappresentano un passo importante per colmare queste lacune e migliorare la nostra comprensione di queste potenti tempeste meteo.