Un fenomeno sismico senza precedenti in Groenlandia
Un evento sismico di portata eccezionale è stato recentemente scoperto in Groenlandia, come riportato da uno studio pubblicato su Science. Questo fenomeno, di origine naturale, è stato causato da un megatsunami generato da una frana di dimensioni colossali nel fiordo di Dickson. Questo evento ha prodotto un’onda di ben 200 metri di altezza e ha generato un segnale sismico anomalo che ha fatto vibrare il nostro pianeta per ben nove giorni, un fenomeno mai riscontrato prima.
Il disastro innescato dal riscaldamento globale
Il disastro è stato scatenato dal crollo di oltre 25 milioni di metri cubi di roccia e ghiaccio nel fiordo. Le analisi condotte hanno rivelato che la frana è stata causata dallo scioglimento progressivo dei ghiacci alla base della montagna, una diretta conseguenza del riscaldamento globale. La massa crollata, equivalente a 10.000 piscine olimpioniche, ha generato un megatsunami, con onde che hanno raggiunto i 200 metri di altezza all’interno del fiordo.
Le conseguenze del megatsunami
A circa 70 chilometri di distanza, le onde hanno raggiunto i 4 metri, colpendo la base di ricerca sull’isola di Ella. La scala e la potenza di questo evento sono difficilmente paragonabili ad altri tsunami registrati in tempi recenti.
Un segnale sismico globale unico
Il segnale sismico globale osservato dalle stazioni di monitoraggio in tutto il mondo, dall’Artide all’Antartide, ha reso l’evento ancora più singolare. A differenza di un terremoto tradizionale, questo segnale era caratterizzato da una sola frequenza di vibrazione, simile a un ronzio monotono. Le oscillazioni della massa d’acqua all’interno del fiordo, ogni 90 secondi, hanno coinciso esattamente con la frequenza delle onde sismiche che si sono propagate nella crosta terrestre. Questa oscillazione è durata per ben nove giorni, molto più a lungo rispetto a qualsiasi altro fenomeno sismico conosciuto.
Il cambiamento climatico e le sue conseguenze
L’evento evidenzia chiaramente l’impatto del cambiamento climatico anche in regioni remote come la Groenlandia. Lo scioglimento dei ghiacci ha destabilizzato le strutture geologiche, portando a catastrofi naturali come quella osservata nel fiordo di Dickson. Questo fenomeno potrebbe non essere un caso isolato, ma un preludio a futuri eventi simili, poiché il riscaldamento globale continua a intaccare le calotte glaciali e i ghiacciai montani.
Lo studio del fenomeno
Il team multidisciplinare che ha studiato il fenomeno ha riunito 68 scienziati provenienti da 40 istituzioni di 15 Paesi, tra cui l’Italia, con la partecipazione dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e delle Università di Catania e Padova. Grazie all’analisi combinata di dati sismici, infrasonici, sensori oceanografici, immagini satellitari e simulazioni numeriche, i ricercatori sono riusciti a ricostruire la sequenza degli eventi che ha portato al megatsunami.
La necessità di un monitoraggio sismico globale
Questo episodio sottolinea l’importanza di sviluppare sistemi di monitoraggio sismico più specifici e a scala globale, per poter rilevare e analizzare segnali sismici anomali come quello osservato. La collaborazione tra scienziati di diverse discipline ha mostrato come eventi apparentemente isolati possano avere effetti globali. Il megatsunami in Groenlandia potrebbe essere solo il primo di una serie di fenomeni legati ai cambiamenti climatici che necessitano di essere studiati e compresi a fondo per prevenire future catastrofi.
Il risveglio di nuovi rischi
L’evento sismico legato al megatsunami di Dickson non solo ha scosso fisicamente il pianeta, ma ha anche acceso una nuova luce sui potenziali rischi legati allo scioglimento dei ghiacci, dimostrando che il cambiamento climatico ha già effetti tangibili e drammatici anche nelle aree più remote della Terra.