Un recente studio rivela che, se non si interverrà drasticamente sulle emissioni di gas serra, nei prossimi vent’anni, il 75% della popolazione globale potrebbe essere esposto a repentini e intensi cambiamenti nel meteo, con particolare riferimento alle temperature estreme e alle precipitazioni.
La ricerca, condotta dal CICERO Center for International Climate Research con il supporto dell’Università di Reading, evidenzia che, se le emissioni fossero ridotte in modo da raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi, solo il 20% della popolazione sarebbe esposto a rischi meteorologici estremi, rispetto al 70% in caso di misure limitate.
Il lavoro, pubblicato sulla rivista Nature Geoscience, illustra come il riscaldamento globale possa interagire con le normali variazioni meteorologiche, generando decenni di cambiamenti rapidi sia nelle temperature estreme che nelle precipitazioni. Pochi studi hanno analizzato l’effetto che il meteo estremo avrà sui vari Paesi.
Scenari inediti
Lo studio ha utilizzato simulazioni di modelli climatici su larga scala per dimostrare che vaste aree dei tropici e dei subtropici, che ospitano il 70% della popolazione attuale, dovrebbero sperimentare tassi elevati di cambiamenti nelle temperature estreme e nelle precipitazioni nei prossimi 20 anni, in uno scenario di emissioni elevate.
Se si interverrà fortemente sulle emissioni, si stima che la percentuale scenderà al 20%, ovvero circa 1,5 miliardi di persone. I cambiamenti rapidi incrementano il rischio di condizioni inedite ed eventi estremi, che attualmente costituiscono una quota sproporzionata degli impatti reali del cambiamento climatico.
Ad esempio, le ondate di calore possono provocare stress da calore e mortalità eccessiva sia di persone che di bestiame, stress per gli ecosistemi, riduzione delle rese agricole, problemi nel raffreddamento delle centrali elettriche e interruzione dei trasporti.
Allo stesso modo, le precipitazioni estreme possono causare inondazioni e danni a insediamenti, infrastrutture, raccolti ed ecosistemi, aumento dell’erosione e riduzione della qualità dell’acqua.
Nel migliore dei casi, si stima che i cambiamenti rapidi influenzeranno 1,5 miliardi di persone. L’unico modo per affrontare questo problema è prepararsi a una situazione con una probabilità molto più elevata di eventi estremi senza precedenti, già nei prossimi 1-2 decenni.