La biodiversità marina e gli ecosistemi sono messi a rischio dalle acque calde, che sono un effetto dei fenomeni meteo. Queste temperature estreme del mare possono causare stress termico per molte specie marine, alterando il loro ciclo vitale.
Un mare più caldo può anche favorire la proliferazione di alghe tossiche e specie invasive, che possono minacciare la salute degli ecosistemi locali. Questo è un fenomeno che è già stato osservato in alcune aree del Mediterraneo, con impatti significativi sulle attività di pesca e sull’economia delle comunità costiere.
Il raffreddamento delle acque non è un processo semplice
A differenza del meteo, che reagisce più rapidamente ai cambiamenti di temperatura, le acque del mare hanno una “inerzia termica” molto maggiore. Questo significa che una volta riscaldate, impiegano molto più tempo per raffreddarsi. Anche se il picco di calore potrebbe essere superato, le temperature delle acque potrebbero rimanere elevate per settimane, se non mesi, dopo l’Estate.
Settembre e Ottobre potrebbero vedere ancora acque insolitamente calde nel Mediterraneo, soprattutto se l’Anticiclone continuerà a dominare il quadro meteo della regione. Questo potrebbe prolungare la stagione dei fenomeni estremi, aumentando ulteriormente i rischi per la popolazione e le infrastrutture.
Un riscaldamento non limitato ad una singola area
Il riscaldamento del Mediterraneo non è un evento isolato. È parte di un trend più ampio di cambiamento meteo che sta interessando l’intero pianeta. Le ondate di calore marino sono diventate sempre più frequenti negli ultimi decenni e si prevede che continueranno ad aumentare in futuro. Questo mette in discussione non solo la sicurezza delle popolazioni costiere, ma anche la sostenibilità degli ecosistemi marini.
Con l’aumento delle temperature globali, anche il Mediterraneo potrebbe subire cambiamenti sempre più drastici, trasformandosi in un mare sempre più caldo, più simile ai bacini tropicali. La sfida sarà trovare soluzioni per adattarsi a queste nuove condizioni meteo,