Il primo cittadino di Kiseljak, una località situata nella Bosnia centrale, ha definito l’immensa inondazione che ha devastato ampie zone della Bosnia Erzegovina centro-meridionale come un “diluvio di dimensioni bibliche“. Questo disastro naturale è stato causato da un vortice depressionario che, dopo aver portato maltempo in Italia, si è spostato verso est, colpendo duramente questa regione dei Balcani.
La situazione è particolarmente critica a Jablanica, nel sud della Bosnia Erzegovina. Qui, tra giovedì e venerdì, le piogge torrenziali hanno causato allagamenti, frane e colate di fango che hanno distrutto ponti, edifici e strade. Si contano almeno 18 vittime e ci sono anche dei dispersi, anche se al momento non è possibile determinare il loro numero esatto. La stazione dei vigili del fuoco ha comunicato che la città è completamente inaccessibile, in quanto le strade e le linee ferroviarie sono bloccate.
Questa affascinante località, situata tra le cime della catena dei Dinaridi e lungo le rive del fiume Narenta, è stata colpita da un temporale autorigenerante, un sistema convettivo con rigenerazione sopravvento, che è rimasto fermo su quella zona per diverse ore, scaricando sulle creste montuose piogge torrenziali che hanno causato enormi frane.
Il fenomeno temporalesco si è sviluppato nel settore caldo del vortice depressionario e ha tratto nutrimento anche dal considerevole apporto di vapore acqueo in quota, richiamato sul Mediterraneo dalle latitudini sub-tropicali atlantiche attraverso un fiume atmosferico. La situazione si è poi risolta con l’arrivo da ovest del fronte freddo, che ha portato a un cambio repentino di circolazione.
Le autorità locali ritengono che questa inondazione sia una delle peggiori dal 2014. Per agevolare le operazioni di soccorso, è stato chiamato in causa l’esercito. Anche la vicina Croazia ha subito le conseguenze di intense piogge e venti, con diverse strade chiuse. Nella capitale Zagabria, si stanno preparando per l’eventuale esondazione del fiume Sava, uno dei principali affluenti di destra del Danubio.
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