Il meteo autunnale del 2024 sembra rispettare i parametri di normalità per la maggior parte dell’Europa, Italia compresa. Nonostante ciò, la situazione atmosferica cela indizi di mutamenti che potrebbero influire sul meteo dei mesi a venire, in particolare con l’arrivo dell’inverno meteorologico che avrà inizio il 1° dicembre. L’abbassamento delle temperature e l’incremento delle precipitazioni, tipici dell’autunno, sembrano preannunciare un fenomeno di irregolarità climatica, che potrebbe portare a un inverno con caratteristiche simili a quelle dell’estate.
Infatti, in un quadro di estremizzazione climatica, è ragionevole aspettarsi periodi di bel tempo e temperature miti anche nei mesi invernali. Gli ultimi Natali, quelli del 2022 e 2023, hanno già sperimentato ondate di calore anomale, con lo zero termico che ha raggiunto livelli allarmanti persino durante l’inverno, soprattutto nelle zone alpine. Questo ha generato un contrasto peculiare nel Nord Italia, dove nebbie e nubi basse hanno ostacolato aumenti termici eccezionali, mentre a quote più elevate le temperature erano sensibilmente superiori alla media stagionale.
È plausibile che questo modello si ripeta anche nell’inverno 2024-2025, quando un vortice polare debole potrebbe favorire l’ingresso di masse d’aria più calda, creando periodi di alta pressione e meteo mite. In questo scenario, il Nord Italia potrebbe assistere a situazioni di anticiclone che portano maltempo ai bordi dell’alta pressione, mentre il Centro e il Sud Italia potrebbero sperimentare condizioni più secche e soleggiate. Ciò non significa però che il freddo scomparirà del tutto: ondate di gelo potrebbero comunque colpire in maniera violenta e improvvisa, soprattutto se il vortice polare dovesse rafforzarsi. Questi periodi freddi sono sotto osservazione, dato che si sono già manifestati in diverse parti del nostro emisfero e dell’emisfero meridionale, con un’alternanza di caldo record e freddo intenso.
Le previsioni meteo stagionali, nonostante qualche incertezza, sono uno strumento utile per tracciare delle tendenze a lungo termine. Queste proiezioni, che non indicano il tempo preciso giorno per giorno, segnalano però anomalie climatiche significative, come la possibilità di avere un inverno particolarmente mite con poche nevicate a bassa quota. Questo scenario potrebbe rappresentare un grosso problema per l’industria legata agli sport invernali e alle attività turistiche che dipendono dalla neve. Al contempo, chi vende abbigliamento pesante potrebbe trovare difficoltà a mantenere le vendite in un contesto di temperature elevate.
È importante ricordare che l’Europa è fortemente influenzata dalla presenza dell’Oceano Atlantico e dalla Corrente del Golfo, che mitiga le masse d’aria anche alle alte latitudini. Questo fa sì che le correnti provenienti da Nord Nord-Ovest siano spesso più miti e umide, a differenza di quanto avviene, ad esempio, negli Stati Uniti d’America o in Canada, dove queste stesse correnti possono generare condizioni di gelo intenso. In Asia, le stesse correnti che in Italia portano piogge e clima mite possono causare tempeste di neve, come accade in Giappone.
La situazione meteorologica globale, inoltre, è influenzata da fenomeni climatici più ampi, come l’atteso evento de La Niña, monitorato dal NOAA, l’ente meteorologico degli Stati Uniti d’America. Questo fenomeno, che provoca variazioni significative nel meteo di tutto il pianeta, potrebbe avere un impatto sul clima europeo, anche se le previsioni a riguardo sono ancora incerte. In Europa, siamo spesso dipendenti dalle tecnologie di previsione degli USA, utilizzando i loro strumenti per migliorare la nostra comprensione del meteo a lungo termine.
Quindi, pur essendo prematuro fare previsioni dettagliate, si può affermare che l’inverno 2024-2025 potrebbe differire dai precedenti, con un rischio di ondate di freddo violente ma anche con la possibilità di vivere un inverno dalle temperature miti, molto simile a quelle dell’estate. Questo si inserisce nel contesto più ampio del riscaldamento globale, che riduce la probabilità di avere inverni freddissimi, ma non esclude comunque il verificarsi di gelo in alcune aree del mondo, come la Siberia, la Scandinavia, il Polo Nord o il Canada.