Analisi delle previsioni meteorologiche
Il modello ENS ci fornisce un’opportunità preziosa per analizzare le frequenze o le “concentrazioni” relative all’uso del termine “probabile” nei vari runs previsionali, risultato di complesse elaborazioni numeriche.
Interpretazione dei dati meteorologici
Dall’analisi dei “sinusoidi” a 500 hpa del modello in questione, evidenziati da una linea rossa particolarmente marcata, si possono individuare quattro punti “focali” in cui la frequenza dei vari runs sembra essere più “concentrata”, e quindi più probabile nel suo sviluppo temporale.
Previsioni meteo per l’Europa
Dopo aver effettuato questi quattro incroci teorici, possiamo ipotizzare, in termini molto generali, un possibile scenario evolutivo che potrebbe portare a un cambiamento significativo delle correnti meteorologiche sul continente europeo.
Il possibile cambiamento delle correnti
Le linee “ideali” che collegano queste “concentrazioni”, determinate dai contatti maggiori e relativi, sembrano indicare una progressiva affermazione dell’anticiclone nell’Europa centrale, poi nel Mediterraneo, e infine in espansione verso la parte centrale dei Paesi finnici.
Le prospettive future del meteo
Le previsioni attuali, sempre a lungo termine e dopo una fase anticiclonica sulla media e bassa Europa, suggeriscono un possibile cambiamento dell’orientamento delle correnti, non più dai quadranti nord-occidentali, ma da quelli nord-orientali.
Un possibile split del vortice polare
Questa “rilettura” degli “spaghi”, da 516 a 576 DAM, mostra un’indicazione chiara di un possibile split del vortice polare e un relativo indebolimento attraverso la formazione di un probabile anticiclone di origine “finnico/russa”.
Un futuro meteo ancora incerto
Nonostante ci troviamo ancora in una fase di incertezza, molte delle soluzioni attualmente proposte sembrano indicare una direzione “consolidabile”. Potrebbe essere in arrivo un freddo intenso dopo una fase “alternata” di correnti polari marittime? Al momento, questa sembra essere l’ipotesi più probabile, ma dobbiamo ancora raccogliere molti più dati “numerici” per tracciare linee di tendenza sempre più affidabili.