La maggior parte dei modelli meteorologici indicava la nostra Penisola come destinazione principale dell’aria fredda e della relativa disposizione del “nastro” a 500 hpa disposto in una verticale N/S. Tuttavia, come si evince dalla mappa rielaborata, la situazione si è sviluppata in linea con il modello delle ECMWF, un evento ormai dimenticato e fuori dal radar.
L’aria di origine artica, trasportata da un rapido getto, ha superato la catena montuosa dell’arco alpino, preferendo “scivolare” a ovest della stessa e dirigendosi, nel suo ramo principale, verso la Penisola Iberica. Solo un “bivio” secondario, trovando un passaggio orografico libero (la Valle del Rodano), è arrivato sul Mediterraneo centrale, innescando una marcata situazione di “contrasto”, causata in gran parte dal “respiro” marino, che ha generato una complessa rotazione depressionaria.
Questa depressione si è spinta verso le coste del Tirreno in congiunzione con un non marcato richiamo di correnti più fredde nei bassi strati, le correnti balcaniche. Tuttavia, “il gelido flusso”, a causa della disposizione delle correnti menzionate, non ha favorito il suo “auspicabile e chiaro ingresso” dalla porta della Bora. Di conseguenza, l’effetto stau sulle regioni adriatiche è crollato in parte, interessate solo marginalmente da fenomeni meteorologici. La depressione tirrenica ha prevalso, dirigendo il meteo su tutta la nostra Penisola.
In una situazione del genere, considerando l’ampio percorso che l’aria fredda ha dovuto compiere e il suo stretto contatto con il mare, non si è verificata quella marcata diminuzione termica prevista, né si sono manifestate significative nevicate (orografiche) sul versante di levante, soprattutto nelle regioni centro-settentrionali.
La situazione meteo che si prospetta, ancora non del tutto chiara, sembra essere caratterizzata da un graduale “rientro dello shift” attualmente tra Francia e Spagna; un’avanzata dell’alta pressione atlantica verso est e un ingresso più deciso di aria fredda verso la nostra Penisola. Da quanto detto, teoricamente, dovrebbero mancare le precipitazioni.
Tuttavia, un nuovo impulso freddo, previsto verso la fine del mese, dovrebbe essere in grado, nella sua fase di avanzamento, di richiamare aria mite dal Mediterraneo centro-meridionale e, attualmente un’ipotesi che necessita di molte conferme, di generare una ampia circolazione ante frontale che dovrebbe coinvolgere, questa volta con precipitazioni, anche le nostre regioni centro-settentrionali.
Il freddo arriverà sicuramente nei prossimi giorni, soprattutto quando i forti venti da NE perderanno molta della loro energia (fase di rovesciamento dell’aria fredda dalla quota verso il suolo). Per le precipitazioni tanto attese, dovremmo aspettare ancora qualche giorno. In ogni caso, come già indicato in un precedente editoriale, “qualsiasi mite respiro” entrerà in gioco, potrà produrre quasi esclusivamente precipitazioni nevose.
La situazione meteo è molto evolutiva e attualmente si sottolinea la fase di “perdurante situazione fredda”.