Freddo invernale o freddo precedente a situazioni più miti?

Daniele Rossi
3 Min tempo di lettura

Analisi del meteo a lungo termine: un’occhiata al Nord

Nel tentativo di prevedere il meteo a lungo termine, gli occhi degli esperti sono fissati sul Nord, alla ricerca di conferme di prolungate avvezioni polari o artiche oltre l’inizio di marzo. Questo perché potremmo trovarci in una situazione di “equilibrio termico” già molto delicata.

Un esempio: la previsione per il primo giorno del prossimo mese

Per illustrare questo punto, prendiamo in considerazione una mappa del modello GFS12 riferita al primo giorno del mese prossimo. Ciò che il modello suggerisce è sicuramente il culmine di una marcata discesa di freddo verso la nostra Penisola, in particolare nel settore di levante (medio e alto Adriatico). Tuttavia, è anche un indicatore di come una probabile depressione nel basso Mediterraneo, attraverso richiami di aria molto più mite dal Nord Africa, possa compromettere questo “evento gelido”. Un trend che coinvolge in qualche modo il basso Mediterraneo con alcune interferenze atlantiche.

Le anomalie termiche e le loro implicazioni

Queste situazioni termiche previste e molto contrastanti, come si può vedere confrontando il “gap” termico tra la Grecia settentrionale e meridionale (quasi 12 gradi di differenza in 150 km lineari a 850 hpa), sono il segnale atmosferico di un probabile e futuro insediamento di una “bolla d’aria”, calda e stabilizzata, che si muoverebbe dal basso Mediterraneo per conquistare, gradualmente, quasi tutta la nostra Penisola.

Un cambiamento di tendenza?

La situazione evolutiva, pur essendo molto complessa, mostra segnali abbastanza chiari di una possibile inversione di tendenza. Tuttavia, contrariamente a quanto previsto, si prevede un fine settimana pieno di sorprese e maggiori opportunità di neve per le regioni tirreniche, non a quote basse collinari, ma oltre i 700 mt e successivamente in calo.

Il meteo per il settore padano

La disposizione di questa possibile depressione nel basso Mediterraneo lascia un’incognita per il settore padano, probabilmente interessato da questa “confluenza” in modo molto più marginale. In altre parole, meno freddo tra venerdì e domenica per le regioni centrali, ma con maggiori possibilità di precipitazioni; decisamente più freddo per il Nord, con estese gelate, ma sicuramente meno instabile.

Prospettive per la prima settimana di marzo

Il “picco” di questa intera evoluzione dovrebbe gradualmente esaurirsi entro la prima settimana di marzo, per lasciare il posto a situazioni anche anticicloniche e decisamente più consone alla stagione. Un ritardo previsionale che è ammissibile per chi si diletta a scrivere sul meteo a “lunga scadenza”.

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