Nel rispetto delle confluenze

Daniele Rossi
2 Min Leggere

Il meteo, come sappiamo, è un elemento imprevedibile e mutevole. In questo contesto, l’editoriale di oggi si concentra sulla situazione meteorologica attuale, in particolare sull’andamento del muro barico orientale (HP). Contrariamente a quanto previsto nel precedente articolo, in cui si ipotizzava un possibile crollo di questo muro, sembra che tale fenomeno stia avendo luoghi molto più dilatati nel tempo. Infatti, l’area di alta pressione continua a resistere con forza, soprattutto nella regione russo-finnica, respingendo gli attacchi provenienti dall’Atlantico centro-settentrionale.

Nonostante la presenza di cavi d’onda oceanici, la struttura di alta pressione agisce come un forziere, chiudendo quasi immediatamente questi cavi ad occidente attraverso delle selle anticicloniche. Queste ultime sono il risultato della dinamica tra le Azzorre e il settore nord-orientale del nostro continente. L’unica possibilità per l’occidente atmosferico sembra essere quella di scivolare sotto la barriera anticiclonica per poi collidere con l’aria più fredda di origine continentale.

Questo è lo scenario più probabile, da cui potrebbero nascere delle depressioni mediterranee a causa del contrasto. La struttura a 500 hpa, del modello in questione e di molti altri, indica una duplice azione. Da un lato, vi sono le blande ondulazioni della corda atlantica che riescono a raggiungere le nostre regioni; dall’altro, una risposta ad un debole cavo d’onda mantiene attiva la struttura altopressoria ad oriente. Questo comporta un continuo scivolamento di correnti che percorrono la dorsale orientale di questo “duomo” e che si manifestano poi sul settore balcanico come flussi nord-orientali.

Non aggiungerò altro per ora, dato che la resistenza di questo muro impenetrabile continua a posticipare, giorno dopo giorno, le ipotetiche avvezioni di aria fredda dirette verso la nostra Penisola. Si tratta di un duello continuo ed estenuante tra occidente ed oriente.

Il modello di Reading, nonostante sia stato aggiornato solo due giorni fa, chiarisce come il flusso principale atlantico viene arginato e solo un ramo di esso, basso mediterraneo, riesce a superare la forza anticiclonica.

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