Sempre storie immaginarie… Parte II

Daniele Rossi
3 Min Leggere

Il mutamento del meteo osservato da William

William aveva notato da tempo un cambiamento nelle correnti meteorologiche che preannunciavano la fine dell’inverno e della neve. L’aria non era più fredda e pungente, ma portava con sé odori e profumi diversi, provenienti dal mare e lungo il fiume, fino a raggiungere il piccolo paese. L’odore salmastro riempiva le sue narici con un sentore di umidità e un gusto di mare.

La sconfitta della neve

Anche i cumuli di neve, riparati a nord, non riuscivano più a resistere a quella mite e dolente aria oceanica. Era una vera e propria sconfitta. Quel bianco vortice era ormai vittima della mitezza del meteo. Anche le nuvole avevano cambiato aspetto. Non erano più lattee e spesso mostravano i loro ventri color grafite, come se fossero stati scarabocchiati su un foglio di carta bianco.

La delusione di William

William si sentiva perso e beffato da quella nuvola bianca che gli aveva dato tanta gioia. I carri, trainati da pesanti cavalli, non facevano altro che accelerare questa “ignobile” decadenza, mentre l’acqua, causata dal repentino disgelo, formava dei piccoli torrenti che scorrevano rapidamente lungo la riva occidentale del fiume.

La speranza di William

Ma William non si considerava sconfitto e, nel suo cuore, pensava che la natura avesse giocato un ruolo assolutamente derisorio. Ma cosa fare? Le cose avevano preso una brutta e “puzzolente” piega… Forse aspettare il prossimo inverno per festeggiare di nuovo?

Il lamento del ghiaccio

Le stesse sculture di ghiaccio, appese ai tetti delle case, piangevano come un ragazzo sconsolato e colpivano quello che restava del manto bianco come lame di coltello nel corpo.

La persistenza del meteo mite

Passarono dei giorni, e ancora dei giorni, ma quel maledetto soffio oceanico non se ne andava e non allentava certo la presa. La stessa piazza, centro delle attività commerciali e che una volta era vestita di bianco zibellino, ora era un agglomerato di detriti e terra nera.

La determinazione di William

Non rinuncerò mai al mio inverno, ripeteva William nel suo cuore, e aspetterò guardando “l’eterno” con il naso sempre rivolto al cielo; con il volto sempre schiacciato verso quella finestra e con gli occhi sempre rivolti verso quella dolorosa fila di lampioni a petrolio.

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