Analisi del meteo: l’aria fredda artico-continentale
L’aria fredda di origini artico-continentali ha una peculiarità che abbiamo già avuto modo di menzionare: grazie alla sua maggiore concentrazione molecolare, essa erode gradualmente e lentamente le situazioni di alta pressione, partendo dal basso e risalendo verso l’alto. Un esempio lampante di questo fenomeno si può osservare nelle attuali condizioni meteorologiche del settore russo-europeo, dove le temperature al suolo, a causa del forte peso specifico dell’aria, sono notevolmente più fredde rispetto a quelle registrate ad altitudini superiori. In alcuni casi, la temperatura a 200 metri di altezza è addirittura inferiore a quella di tutte le quote sovrastanti, per poi tornare a scendere solo intorno ai 3000 metri. Questo fenomeno è dovuto all’aria pellicolare, che fatica a contrastare la forza di gravità terrestre.
Il meteo e l’effetto del massimo riscaldamento stratosferico
Considerando le attuali condizioni di massimo riscaldamento stratosferico (MW), già in atto e in progressiva estensione nei medi strati dell’atmosfera, è possibile ipotizzare che nei prossimi giorni il nucleo artico continui a guadagnare terreno, estendendosi verso l’Europa centrale. In questo contesto, l’orografia potrebbe giocare un ruolo significativo, data la particolare natura dell’aria in questione.
Il meteo e le avvezioni
Le avvezioni non si verificano in maniera immediata nelle zone periferiche, ma iniziano a manifestarsi solo quando le correnti e i venti, generati da un netto differenziale barico tra zone di alta e bassa pressione, spostano questo “lago gelido” verso direzioni più meridionali e sud-occidentali.
Il meteo e l’effetto dell’aria fredda
Teoricamente, analizzando l’effetto dell’aria fredda nei bassi strati dell’atmosfera, non dovrebbero esserci ostacoli orografici né nel settore dei Balcani né in quello dell’Europa centrale. Tuttavia, l’aria fredda avrebbe molte più difficoltà a manifestarsi tramite un getto diretto, NE/SW, in direzione della nostra Penisola, senza intermediazioni.
Il meteo e il futuro flusso artico
Di conseguenza, è plausibile che il futuro flusso artico possa scegliere la via dell’Europa centrale per poi riapparire sul bacino settentrionale del Mediterraneo. Questo percorso potrebbe comportare una perdita di molte delle caratteristiche originarie dell’aria (qualità) e coinvolgere in maniera più marcata le nostre regioni settentrionali e, al massimo, quelle centrali. Molto dipenderà dalla velocità con cui i venti al suolo o nei medi e bassi strati condurranno tale flusso. Se esso si svilupperà in un debole gradiente barico, gli effetti sulla nostra Penisola potrebbero essere molto marginali; al contrario, potremmo assistere a una significativa ondata di gelo e neve.
Il meteo e le previsioni a lungo termine
Al momento, non possiamo affermare con certezza che la nostra Penisola sarà colpita da un “grande gelo”, e tutto potrebbe risolversi con una semplice perturbazione invernale. Le condizioni sono molto “critiche” per avere delle “pseudo certezze”: o grande “abbuffata” di freddo o semplice “pasto”. Questa evoluzione, descritta sopra, riguarda ancora un periodo temporale molto lungo e ipotizzabile a partire dalle date del 25/26 del corrente mese.