Pit stop” in primavera?

Daniele Rossi
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Analisi del meteo: transizioni e cambiamenti

Nel nostro ultimo editoriale meteorologico, abbiamo discusso di un’evoluzione tipica della stagione di transizione. Onde “veloci”, originarie dell’Atlantico, si alternano a deboli promontori nell’area mediterranea. Abbiamo assistito al passaggio dai “rigori” invernali alla “dolcezza” del meteo primaverile. Tuttavia, l’atmosfera non sembra voler assumere un carattere “persistente” verso una fase di stabilità duratura e chiara.

Un nuovo cambiamento in vista

Tra l’8 e il 10 del mese corrente, sembra emergere un nuovo cambiamento nella circolazione alle medie e alte quote della tropopausa, che si trasferisce rapidamente verso gli strati bassi (suolo).

L’anticiclone oceanico (Azzorre), dopo una fase di “stanchezza”, costretto dal getto tropicale a subire una pressione che lo vedeva distendersi lungo i paralleli, ora sembra voler alleggerire la forza dei “nastri trasportatori” (JS) e iniziare (in futuro) una presa dinamica lungo i meridiani. Questa è una situazione del tutto normale durante le fasi di transito, che vede una ondulazione media della corda atlantica (morbidezza delle sinuosità del getto) seguita da ondulazioni ben più ampie e “nervose” (normalità tra gli interscambi termici).

Proiezioni a lungo raggio e possibili scenari

Questa fase, proiettata sul lungo raggio, rappresenta molto bene quanto sopra descritto e potrebbe generare un cavo d’onda “freddo” che potrebbe entrare nel Mediterraneo centrale attraverso un fronte polare/marittimo.

Supponiamo che questa possa essere una tendenza consolidata e che le masse d’aria in successione, cavo freddo e risposta al salto d’onda, possano portare un nuovo accenno “invernale” nell’area centro-meridionale europea (Spagna e successivamente Italia) e una chiara risposta mite in direzione dei Balcani. Il vortice polare si posizionerebbe, ancora una volta, sull’Europa centro-settentrionale (settore di NNW) iniziando ad interagire con l’HP delle Azzorre. Si genererebbe, pertanto, un veloce getto “freddo” che rapidamente potrebbe raggiungere le nostre regioni attraverso la “Fossa del Rodano”.

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