Quanti significati potrebbe avere la parola “modello”?

Daniele Rossi
3 Min Leggere

Il meteo e i modelli atmosferici

Nel campo della meteorologia, il concetto di modello atmosferico si riferisce a un sistema fisico che viene ridotto o espanso su una determinata scala. Potremmo immaginare il nostro pianeta ridotto a una scala minima, dove le strutture assumono dimensioni “grandi o piccole” a seconda dell’analisi che vogliamo effettuare sul modello stesso.

Le griglie atmosferiche e il loro ruolo

Queste rappresentazioni, note come griglie atmosferiche, sono strumenti utili per determinare il comportamento del sistema naturale originale. Si parte sempre da una situazione reale, per poi arrivare a un risultato che rappresenta l’evoluzione matematica del modello nel tempo. In altre parole, se il modello viene disegnato basandosi sulla sua condizione reale o iniziale, rimane attendibile solo se segue un percorso probabilmente possibile. Se invece si discosta da questo percorso, perde la sua attendibilità.

La sfida della fisica e della matematica

Spesso, la fisica e la matematica, quando sono vincolate all’interno di un calcolatore numerico, si trovano di fronte a una certa “inadeguatezza” rispetto a un processo osservativo, quindi mentale, attraverso la simulazione di qualcosa che può essere “imitato” o addirittura trascurato del tutto.

Le tecniche per “disegnare” un modello

Le tecniche per “disegnare” un modello esemplare possono essere molteplici, ma si riferiscono sempre e in ogni caso alla “teoria”. Quindi, senza alcuna preclusione, possiamo passare dalla pura “teoria” alla più “illogica” osservazione mentale.

Il dualismo nella meteorologia

Anche i professionisti del meteo, comprese le teleconnessioni, spesso cadono in questo dualismo: osservare gradualmente l’evoluzione di un modello o affidarsi completamente ad esso?

Il valore dei modelli matematici

Riflettendo sul passato inverno, potremmo affermare, in modo molto approssimativo, che forse sarebbe stato meglio non attribuire un valore “significativo” al “modello matematico di ispirazione”, ma piuttosto affidarci a delle logiche fisico/matematiche, squisitamente osservative e mentali.

Il rischio delle previsioni “off limits”

I “modelli” sono sicuramente fonte di grande “emulazione”, ma mostrano le loro carenze quando sono proiettati verso un indice temporale che supera la conoscenza composta da un punto di partenza, certo, denominato come “0” e poi sommato da valori “distorti” di: 0+x (*) nel tempo. (*) L’incognita rappresenta il maggior rischio! Chi si proietta a previsioni “off limits”, rischia di interrompere un processo simulativo e si pone di fronte a un processo “osservativo”.

Oltre il determinismo

Non c’è nulla di strano nel fatto che molti abbandonino il determinismo solo per avere “occhi” che possano osservare un spettro visivo che va ben oltre. La fantasia non ha nulla a che fare con questo, e mi ripeto ancora: “Galileo ebbe una visione perché non usò solo ed esclusivamente un modello, ma andò oltre le riproduzioni, quindi emulazioni, dello stesso.

Un inverno di parametri “evirati”

Durante tutto questo inverno abbiamo completamente “evirato” entrambi i parametri.

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