Analisi del meteo: una questione di numeri e tendenze
Nel campo della meteorologia, l’analisi delle previsioni a lungo termine è un compito complesso e sfidante. I modelli meteorologici, pur essendo strumenti sofisticati, non offrono una visione univoca e definitiva del meteo futuro. Infatti, non esiste un equilibrio matematico tra le diverse tendenze previste.
La sfida delle previsioni meteo
Le elaborazioni dei modelli meteorologici possono variare notevolmente, con alcune che indicano una tendenza spostata verso ovest, mentre altre la prevedono più orientata verso est. La domanda che sorge spontanea è: esiste un equilibrio tra queste due configurazioni? La risposta è un categorico no.
Nel mondo dei numeri e delle frequenze, il concetto di “parità” non ha ragione di esistere. Se su 7 o 8 elaborazioni numeriche, quasi impossibili da dividere in modo equo, si prospetta una tendenza “centrale”, possiamo affermare che né la matematica né l’atmosfera avranno mai una situazione perfettamente centrale.
Il ruolo del caso nel meteo
Il riferimento è sempre dato dalle frequenze che, pur rappresentando valori numerici “veri”, non potranno mai “pareggiare il conto” tra est ed ovest. Sarebbe come lanciare per 100 volte un dado e, nella matematica “casuale sorte”, trovare due numeri che sommati tra loro rappresentino, in una sorta di casualità, la perfetta “centralità”.
Se un dado dopo “X” lanci mostra le stesse facce, esempio: primo dado 2 e secondo di pari valore, questa situazione non può definirsi come “casuale”, quindi di conseguenza eccezionale e non ripetibile in altri 100 lanci o anche meno dello stesso “dado”.
La centralità nel meteo: un concetto inesistente
Tutto ciò per significare, nella teoria dei grandi numeri che, se una tendenza indica una “direzione”, non è detto che questa si posizioni “sull’asse del centro”. Ipotizzando che il “centro” sia la nostra “Penisola”, non potremmo mai “determinare” l’effetto/causa di tanti lanci dello stesso “dado”. Questo, nel gergo matematico, trasposto nella lingua inglese, forse la più significativa, si traduce come “random”.
La sfida della previsione meteo
Abbiamo individuato la tendenza, questo è vero, ma in prospettiva non possiamo mai individuare la “centralità”. Il “centro matematico”, quindi atmosferico, in teoria, non esiste; esiste solo la possibilità di “interpolare” le varie emissioni per renderle meno “variabili”, quindi, approssimativamente “più centrate”.
La previsione meteo: un obiettivo centrato
Raggiunto questo scopo, sempre empirico in ogni caso, possiamo “enunciare” che un’avvezione fredda (come quella che abbiamo enunciato in editoriali “antichi”), in maniera non certa, ma sicuramente approssimativa, possa collocarsi tra: l’estremo ovest e l’estremo est (obiettivo centrato).
La natura del meteo: caos o casualità?
Forse, tale problema “probalistico” è e sarà, sempre, la maggior fonte di “errori” e di valutazioni, sia in abito atmosferico che in quello “prettamente numerico”. Una evoluzione comune (emotiva) che un osservatore possa mai fare. Esiste certamente una condizione atmosferica, determinata, cosa possiamo fare noi per renderla “vera”?
Noi possiamo solo ricondurre il tutto attraverso una soluzione che non si discosti di molto dalle “frequenze matematiche”. Il sistema “random” (atmosferico/casuale) comprende anche soluzioni molto dissimili da quelle che noi, attraverso il nostro ragionamento, possiamo mai immaginare.
La natura è “caos?” Sì certo! Ma sarebbe come dire che la natura, atmosferica, risulta assolutamente “casuale”. Questi sono i più grossi errori. Sarà, verrà, il freddo? Certamente sì! Ma non potremmo mai comprendere le “modulazioni” nella quali esso, effettivamente, si paleserà.