Analisi meteorologiche degli uragani nell’Oceano Atlantico
Nel cuore dell’Earth System Science Center della Pennsylvania State University, un gruppo di ricercatori si dedica alla ricostruzione storica delle attività degli uragani che hanno avuto luogo nell’Oceano Atlantico. Il team, guidato da Michael Mann, direttore del centro, ha condotto un’analisi approfondita dei campioni di sedimento raccolti lungo le coste nord-atlantiche e ha utilizzato modelli statistici per tracciare l’evoluzione degli uragani negli ultimi 1500 anni.
Il meteo e gli uragani nell’anno 1000
I risultati ottenuti dai campioni di sedimento e dai modelli statistici hanno rivelato un periodo di intensa attività degli uragani intorno all’anno 1000. Durante questo periodo, le condizioni meteorologiche erano simili a quelle de La Niña e si combinavano con le acque calde tropicali dell’Atlantico, creando l’ambiente ideale per lo sviluppo degli uragani. Questo periodo di intensa attività è stato seguito da un periodo di relativa calma.
Il meteo durante El Niño e l’attività degli uragani
Durante un evento El Niño, i Caraibi sperimentano un aumento del wind shear, che porta a una diminuzione del numero di uragani. Questa riduzione dell’attività degli uragani nell’Atlantico durante El Niño è probabilmente dovuta agli effetti mitiganti di questo fenomeno meteorologico.
Record storico di attività degli uragani
Dalla metà degli anni ’90, l’attività degli uragani ha raggiunto il suo picco storico. Tuttavia, ogni cento anni circa, si verifica un periodo di intensa attività degli uragani. Il professor Mann e il suo team stanno cercando di determinare se l’aumento recente dell’attività degli uragani sia legato a questa fluttuazione meteorologica o se presenti caratteristiche insolite.
Metodologia di ricerca
La ricerca è stata condotta utilizzando due metodi principali. Il primo metodo consiste nell’analisi dei sedimenti depositati dagli uragani quando raggiungono la terraferma. I campioni sono stati raccolti in diverse località, tra cui Portorico, il Golfo degli Stati Uniti, la Mid-Coast Atlantica e la costa sudorientale del New England. Il secondo metodo utilizza un modello statistico basato su variabili meteorologiche per prevedere l’attività degli uragani.
Il ruolo del meteo nella formazione degli uragani
L’ENSO influisce sul wind shear, mentre la NAO controlla la traiettoria delle tempeste. Tuttavia, per la formazione di un uragano, è necessario che le acque oceaniche siano calde. Nonostante i due metodi di ricerca non forniscano risultati perfettamente coincidenti, entrambi indicano che lunghi periodi di acque oceaniche calde portano a un aumento dell’attività degli uragani.
Impatto del riscaldamento globale sull’attività degli uragani
Secondo Mann, i dati paleoclimatici sembrano supportare l’ipotesi che l’effetto serra possa aumentare la frequenza degli uragani. Questa scoperta potrebbe avere implicazioni significative per la comprensione dell’impatto del cambiamento climatico sull’attività degli uragani.