La neve in Pianura Padana: un fenomeno sempre più raro
La Pianura Padana, cuore pulsante del Nord Italia, ha assistito negli ultimi dieci anni a un fenomeno curioso e preoccupante: la neve, un tempo ospite frequente dei suoi inverni, sembra ormai diventata un evento quasi eccezionale. Per ritrovare una stagione invernale generosa di nevicate bisogna tornare indietro all’inverno 2012-2013, quando numerose depressioni atmosferiche hanno imbiancato le città e le campagne padane.
Le cause di un cambiamento
Ma quali sono le ragioni di questa trasformazione del paesaggio invernale padano? Due sono i fattori principali che hanno contribuito a ridurre la presenza della neve. Il primo è la diminuzione delle irruzioni di aria fredda, provenienti soprattutto dai Balcani e dalla Russia, fondamentali per la creazione di quel “cuscinetto d’aria fredda padano” che, grazie alla particolare conformazione geografica della valle, favorisce la nevicata in presenza di aria umida e fredda.
Il secondo elemento è rappresentato dalla prevalenza di condizioni di alta pressione durante l’inverno, che si traduce in lunghi periodi senza precipitazioni, lasciando i paesaggi padani privi del loro tradizionale manto bianco.
Le conseguenze di un clima che cambia
La riduzione delle irruzioni di aria fredda e l’aumento delle giornate di alta pressione hanno reso gli eventi nevosi meno frequenti. Ci si chiede inevitabilmente quanto di questa trasformazione sia ascrivibile al cambiamento climatico. È evidente che la neve non cadrà più con la regolarità di un tempo, lasciando spazio a inverni più miti e meno suggestivi.
Le eccezioni che confermano la regola
Tuttavia, anche in un contesto di netto calo delle nevicate, non mancano episodi significativi. Un esempio lampante è quello del 28 dicembre 2020, quando un evento nevoso ha colpito la Pianura Padana, seppur non con la stessa estensione degli anni passati. Piacenza ha visto accumulare 29 cm di neve, una quantità che si avvicina alla media di 38 cm registrata nel periodo 1981-2010. Ma negli ultimi dieci anni, le medie si sono abbassate a causa di inverni più caldi.
Anche Milano ha vissuto una nevicata abbondante, con 25 cm a Rho e 20 cm nel centro cittadino, dimostrando che, nonostante la tendenza generale, la neve può ancora sorprendere i padani.
Altri fattori in gioco
Le nevicate in Valle Padana sono anche influenzate dalla perdita di calore durante le notti serene invernali. L’assenza di nuvole, che di solito fungono da isolanti termici, permette al calore di disperdersi rapidamente, abbassando le temperature notturne. La geografia della valle contribuisce a trattenere l’aria fredda vicino al suolo, favorendo la formazione di inversioni termiche e notti invernali particolarmente fredde, soprattutto nelle zone rurali.
Con l’arrivo di dicembre, potrebbero presentarsi le condizioni ideali per la prima nevicata stagionale, a patto che arrivi un po’ di aria fredda, meglio se continentale. E non è da escludere che, con il flusso oceanico che si attiva intorno all’Immacolata, si possa assistere a significativi accumuli di neve.
Un recente promemoria
Non dimentichiamo, infine, che anche durante l’asciutto inverno 2022-23 si sono verificate nevicate in condizioni atmosferiche favorevoli, come dimostra la nevicata del 15 dicembre 2022. Quel giorno, il Piemonte ha visto nevicate fino a quote basse, con Torino che ha registrato un accumulo di 12 cm, secondo i dati dell’ARPA Piemonte.
In conclusione, sebbene la neve sia diventata un evento più raro nella Pianura Padana, le condizioni meteorologiche giuste possono ancora regalare paesaggi invernali da cartolina, per la gioia di grandi e piccini.