Il gelo storico del 1956
Il mese di febbraio del 1956 è entrato nella storia come il periodo più gelido del XX secolo, sia in Italia che in altre parti d’Europa. Questo mese di freddo estremo è giunto inaspettatamente dopo un Dicembre e un Gennaio caratterizzati da temperature relativamente miti e precipitazioni abbondanti. L’inverno del 1955/56, quindi, non è stato così rigido come altri inverni del passato, come quelli del 1962/63, 1928/29 e alcuni anni degli anni ’40.
Se si analizzano i dati mensili, febbraio 1956 non ha eguali, essendo stato il mese più freddo in assoluto. In molte zone d’Italia, le temperature sono scese di 6-7 gradi, e in alcuni casi anche di 10 gradi, al di sotto della media stagionale. Nel Nord Italia e in diverse regioni centrali, si sono verificate giornate consecutive con temperature sotto lo zero anche durante il giorno. In Pianura Padana, il termometro ha toccato i -26 gradi, e il freddo intenso si è protratto per circa 25 giorni, talvolta accompagnato da intense nevicate.
In quel periodo, l’Italia stava ancora cercando di riprendersi dalle conseguenze della Seconda Guerra Mondiale. Nonostante fosse in corso la ricostruzione industriale e infrastrutturale, e il boom economico fosse alle porte grazie al piano Marshall, il paese era ancora prevalentemente agricolo, con un’economia e sistemi di comunicazione arretrati.
Emergenza gelo con le grandi nevicate soprattutto al Centro-Sud
Il freddo severo, unito a forti nevicate soprattutto nel Centro-Sud, ha causato gravi problemi nell’approvvigionamento alimentare in molte città e villaggi montani o collinari, mettendo a rischio la sopravvivenza di gran parte della popolazione italiana. Mentre la tempesta di neve del 1929 aveva colpito principalmente il Nord e parte del Centro Italia, nel 1956 le zone più colpite dal freddo e dalle nevicate furono il Centro e il Sud, in particolare Lazio, Toscana centro-meridionale, Marche, Abruzzo, Molise, e parzialmente Campania, Basilicata e Puglia.
Il Nord Italia ha sperimentato un freddo glaciale, ma è stato principalmente asciutto, soprattutto nel Nord-Ovest, con poche nevicate. Ricordare quel terribile mese di febbraio porta a riflettere su come potremmo affrontare un evento simile oggi. Sì, il riscaldamento globale sta accelerando, e quasi ogni anno è più caldo del precedente. Tuttavia, secondo vari studi climatologici, si sta verificando anche un’intensificazione degli eventi climatici estremi, con estati torride e cicloni violenti, ma anche potenziali intense ondate di gelo.
Possibile replay di un evento di questa portata
Un evento come quello del 1956 potrebbe ripetersi? È difficile dirlo, ma le condizioni del febbraio 2012 e l’inverno 2009-2010 in alcune parti d’Europa hanno mostrato somiglianze con l’inverno 1962-63, uno dei più lunghi e freddi del secolo scorso. In un periodo di tensioni globali e possibili problemi legati al fabbisogno d’energia come l’attuale, siamo davvero pronti per un’altra simile emergenza?
Non è un mistero che, complice il cambiamento climatico, i tempi di ritorno delle grandi ondate di gelo in Europa si siano allungati. La severità di questo tipo di eventi non è però sparita e quindi occasionalmente si possono verificare ondate di gelo di forza inusitata come in passato. Se prima certi episodi erano considerati rari in Italia, ora sono del tutto eccezionali.
Molti scienziati sostengono che il riscaldamento globale intensifica i fenomeni di gelo e neve, un’esperienza condivisa a livello globale. Anche l’attuale mitezza di questo inverno riscontrata finora, almeno in Italia, non può darci indizi certi su quello che può riservare il resto dell’Inverno.